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Poliziotto sequestra 800 mln di euro alla criminalità: costretto al congedo

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view post Posted on 20/12/2014, 18:20     +1   -1
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Sequestrò beni per 800 milioni di euro alla criminalità laziale: poliziotto costretto al congedo
Non ci sono dubbi,è LA MAFIA CHE COMANDA L’ITALIA !La storia di un poliziotto costretto al congedo DALLA POLIZIA STESSA dopo aver messo in seria difficoltà criminalità e politica del basso Lazio
Era il poliziotto che combatteva la criminalità organizzata nel litorale laziale. Aveva sequestrato un tesoro ai clan, guadagnando numerosi encomi. Poi è caduto in disgrazia, fino a ricevere una sanzione disciplinare poi annullata dal Tar. Ma ora l’investigatore ha abbandonato la divisa. La denuncia dell’Anip-Italia sicura Regionale per il Lazio.

Alle forze dell’ordine, che combattono il crimine senza più mezzi né risorse, rimangono gli uomini, ma se poi neanche questi vengono messi in condizione di lavorare, allora tanto vale andare tutti a casa”. Parola di Filippo Bertolami, vice questore e segretario regionale per il Lazio del sindacato di polizia Anip-Italia Sicura, che denuncia “uno strano caso” avvenuto all’interno della Questura di Latina: “Una storia tutta da chiarire perché sembra un vero e proprio caso di mobbing”.

La vittima è uno di quegli sbirri che da soli portano avanti il lavoro di un intero ufficio: il sostituto commissario per oltre quattro anni si è occupato, praticamente da solo, delle cosiddette misure di prevenzione, e cioè i sequestri e le confische di capitali, beni mobili e immobili di presunti esponenti delle organizzazioni criminali che infestano il basso Lazio, territorio ad alta densità mafiosa. A parlare sono i risultati: 800 milioni di euro sequestrati e una carriera impreziosita da premi ed encomi vari sul suo operato. Ma non è bastato. Prima l’isolamento, poi la sanzione disciplinare e infine il trasferimento in un altro ufficio. “Una tecnica che ha funzionato – prosegue il sindacalista – tant’è che Carlo (nome di fantasia, ndr) alla fine è stato costretto a lasciare la Polizia di Stato”.

Secondo il sindacalista, “l’agente passa dalle stelle alle stalle con il cambio della guardia ai vertici della Questura di Latina” (Cambio del questore voluto dalla mafia?). Nonostante il suo stato di servizio, il nuovo questore non sembra stimare il suo collaboratore, come mette nero su bianco nella sanzione disciplinare che gli infligge nel 2012. Ma Carlo non ci sta e decide di fare ricorso; il Tar, seppure per un vizio di forma, gli dà ragione. Sì, perché secondo il tribunale amministrativo, chi “irroga una sanzione disciplinare non può essere anche quello direttamente leso dal comportamento del soggetto”. Una vittoria sul piano formale che però non basta a rasserenare un clima oramai avvelenato,che lo ha portato a lasciare l’arma.

“Il mio ufficio è stato messo in condizione di non operare più dal momento in cui ho iniziato a toccare i livelli politici istituzionali”. A raccontare la vicenda, è proprio il poliziotto in questione al Fatto quotidiano:

“Mi si imponeva di non andare più a lavorare il pomeriggio – ricorda l’ex poliziotto – dicendo che i soldi per gli straordinari erano finiti, in alcune occasioni non avevo il necessario supporto delle volanti nelle attività di confisca, mi veniva negata la documentazione per dei lavori che stavo svolgendo. In pratica dal punto di vista operativo non era più possibile andare avanti”. Accuse che l’ex poliziotto ha messo nero su bianco in un esposto presentato allaProcura di Latina e consegnato al ministro dell’Interno e al Capo della Polizia. “Al procuratore – prosegue – ho dato anche due lavori importanti che avevo concluso e che dovevano essere firmati dal questore per poi essere depositati in tribunale ma tutto questo inspiegabilmente non avvenne. Fatalità, circa tre mesi dopo, che la Questura di Latina abbia depositato in Procura gli stessi lavori da me conclusi”
 
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