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11 Settembre, Twin Towers: fu demolizione controllata?

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view post Posted on 1/10/2016, 09:43     +1   -1
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11 Settembre, Twin Towers: fu demolizione controllata?
A sostenerlo è lo studio della European Physical Society, quasi ignorato dai media americani e non solo
Nell’agosto 2016 la prestigiosa rivista ‘Europhysic News‘ dalla European Physical Society (EPS, la Società Europea della Fisica), ha pubblicato uno studio che confermerebbe i dubbi che da anni circolano in vari ambienti della società americana. Il crollo delle torri gemelli a New York avvenuto l’11 settembre 2001 non sarebbe opera di un attacco terroristico, ma di una demolizione controllata. Lo studio della EPS, dal titolo ‘15 years later: on the physics of high-rise building collapses‘, mina l’intera dottrina militare americana nel Medio Oriente degli ultimi 15 anni, è non è stato oggetto di attenzioni da parte dei media occidentali.
La ricerca, firmata da Steven Jones, Robert Korol, Anthony Szamboti, Ted Walter, ripropone l’inquietante interrogativo: chi sono i veri responsabili dell’11 settembre?

‘Europhysic News‘ è una rivista di riferimento per la comunità scientifica mondiale e la Società Europea della Fisica ha come mandato quello di garantire la divulgazione delle ultime scoperte mondiali nel campo della fisica al pubblico di professionisti del settore. L’Istituto gode di fama e rispetto per la serietà dimostrata nel tempo, il dovrebbe impedire di archiviare il lavoro come una delle tante teoria complottistiche che si sono succedute in questi 15 anni.
Gli autori della ricerca sono nomi ben conosciuti e rispettati nel mondo scientifico. Steven Jones, è un ex professore di fisica presso l’Università Brigham Young e ricercatore nel settore energetico specializzato in energia solare e aree di fusione. Robert Korol è professore di ingegneria civile presso l’Università McMaster in Ontario, Canada e membro permanente della Società Canadese per l’Ingegneria Civile e dell’Istituto Ingegneristico del Canada. Anthony Szamboti è ingegnere di disegno meccanico con oltre 25 anni di esperienza in struttura ingegneristiche per le industrie aerospaziale e comunicazioni, e insegna presso l’Università di Berkeley in California. Ted Walter è direttore della strategia e sviluppo della architettura ingegneristica per la Architects & Engineers, associazione che riunisce 2.500 architetti e ingegneri provenienti da vari Paesi.

Le ricerche, durate sei anni, portano i 4 autori alla conclusione che il crollo delle torri gemelle a New York è stato causato da una esplosione controllata, una tecnica normalmente utilizzata nelle demolizioni degli edifici. I ricercatori partono dal constato che nessun grattacielo con una struttura in acciaio è crollato a seguito di un incendio come quello in oggetto, provocato dalla collisione dei due aerei dirottati dai terroristi.
Vi sono delle leggi fisiche che non permettono ad un grattacielo di crollare a seguito di un incendio. Il fuoco non può scaldare la struttura in acciaio sviluppando una temperatura capace di far arrivare la fusione dell’acciaio al punto critico di rottura. Durante un incendio le fiamme non riescono a restare concentrare in una determinata zona per il tempo sufficiente a generare altissime temperature ed energia capaci di trasformare la composizione degli atomi di acciaio disintegrandoli. Tutti i grattacieli (Twins Towers comprese), dagli Anni Novanta, sono dotati di efficaci sistemi anti incendio che impediscono all’incendio di sviluppare l’energia necessaria per raggiungere temperature capaci di alterare gli atomi e far fondere l’acciaio.
Tutte le strutture in acciaio che formano lo scheletro dei grattacieli sono protette da materiali ignifughi che hanno il compito di impedire all’incendio di concentrarsi in un solo punto per raggiungere la temperatura critica. Nei peggiori incendi si è constatato il crollo parziale della struttura in acciaio, ma mai il collasso dell’intero edificio. La struttura, se irrimediabilmente compromessa, viene demolita a incendio terminato, grazie a cariche di esplosivo controllate.

I ricercatori autori dello studio dopo aver attentamente esaminato l’impatto dei due aerei e i danni provocati, sono arrivati alla conclusione che le esplosioni dei serbatoi di carburante non avevano la capacità di liberare l’energia necessaria per far crollare le Twins Tower. Nelle peggiori delle ipotesi si sarebbero verificati danni irreparabili ma che in nessun modo avrebbero compromesso l’insieme della struttura in acciaio. Nessun grande edificio al mondo può crollare completamente a causa di un incendio.

Nel 2005 a Madrid si sviluppò un incendio all’interno di un edificio di 32 piani. Le temperature sviluppate dall’incendio sono state tre volte superiori a quelle registrate nelle torri gemelli. Il giorno successivo all’incendio c’erano ancora focolai ai piani più bassi. Tutto ciò che era dentro l’edificio è stato consumato dalle fiamme. Alcune sezioni dell’edificio distrutte. I piani superiori, crollati. Nonostante ciò l’edificio rimase in piede, continuando a sostenere alla cima una grande gru. In confronto l’incendio della torre sud al World Trade Center era piccolo, tanto che non si è mai diffuso dall’altro lato. Eppure questo incendio ha distrutto l’intero scheletro di acciaio, facendo crollare l’edificio in 7 secondi, contro ogni legge della fisica attualmente conosciuta.
Due ore dopo l’impatto, i due grattacieli sono crollati in sette secondi. Le loro strutture in acciaio sono state fuse e la maggioranza del cemento armato ridotto in minuscole particelle estremamente tossiche per la respirazione.
Secondo gli studi della Società Europea della Fisica, il fatto può essere solo imputabile ad una demolizione controllata. Qualcuno ha posto nei sotterranei degli edifici cariche di nano-thermite utilizzato nell’edilizia e poi ha schiacciato il pulsante del remote control.

Il lavoro della Società Europea della Fisica aggiungerebbe valore scientifico alle accuse rivolte al Governo americano dall’imprenditore Jimmy Walter che dal 2002 ha speso 7 milioni di dollari per sensibilizzare l’opinione pubblica americana e internazionale sulle menzogne del Governo sul 9/11, definito da Walter uno dei più grandi crimini compiuti dalla Casa Bianca contro i cittadini americani per giustificare guerre all’estero e difendere l’Impero. Walter dal 2012 si è trasferito a Vienna, dopo ripetute minacce di morte ricevute da ‘sconosciuti’ negli Stati Uniti.

Il milionario americano, nelle pagine dei quotidiani americani comprate per pubblicare le indagini indipendenti sul 9/11, ha rivelato all’opinione pubblica segreti e incongruenze del Governo americano per coprire la verità del dramma. L’Amministrazione Bush aveva approvato un finanziamento di soli 600.000 dollari a favore della Commissione di Indagine 9/11 compromettendo seriamente le attività investigative e ricerche scientifiche. Per le indagini sulla relazione extra coniugale di Bill Clinton gli stessi repubblicani avevano speso 40 milioni di dollari.
Nel 2006, Walter commissiona alla Zogby Pool un sondaggio sui misteri del 9/11. I risultati rivelano che il 66% dei newyorchesi esige la riapertura delle indagini condotte da una commissione indipendente, mentre il 49% è convinto che il Governo americano non ha agito come doveva nella protezione dei cittadini mentendo su tutta la tragedia. La riapertura delle indagini non è mai stata consentita, nemmeno dall’Amministrazione Obama. Al contrario, le Amministrazioni Bush e Obama avrebbero fatto pesanti pressioni sui media americani affinché le indagini parallele e indipendenti fossero etichettate come ‘teorie del complotto senza alcun valore scientifico’. Affrontare la teoria di una possibile demolizione controllata al World Trade Center sarebbe come ammettere la responsabilità criminale dell’Amministrazione Bush e la complicità dell’Amministrazione Obama.

Indagini indipendenti hanno evidenziato come l’Amministrazione Bush non solo abbia coperto i vari punti oscuri dell’11 settembre 2001, e imposto un black out informativo sui rischi per la salute pubblica e l’impatto ambientale del disastro. Questo è quanto afferma, nel 2012, la direttrice della World Trade Center Enviroment Association, Jenna Orkin, ai giornalisti di ‘Report‘ di Rai Tre. «Se ritenete impossibile che le autorità abbiano potuto permettere gli attentati del 11 settembre per ragioni politiche ad un costo di vite umane così alto, ecco cosa le autorità hanno permesso subito dopo l’undici settembre. L’attentato è stato anche un disastro ambientale di proporzioni inaudite. Nel World Trade Center c’erano circa 50.000 computer, ognuno contenente 1,8 kg di piombo. Centinaia di tonnellate di amianto ricoprivano i primi dieci piani delle due torri. Negli edifici c’erano 180.000 lampadine fluorescenti contenenti la quantità sufficiente di mercurio per contaminare un intero isolato. I sistemi antifumo contenevano l’elemento radioattivo americio 241. Tutti questi materiali tossici sono stati liberati dal crollo rendendo la quantità di alcalinità dell’aria equivalente a quella contenuta nei più potenti gel detergenti corrosivi. Un mese dopo il disastro scienziati della Università della California scoprirono livelli di vanadio e di particelle ultra fini tra i più alti mai rilevati tra i 7.000 campioni raccolti nel mondo durante il 2000 e il 2002 inclusi quelli liberati dai pozzi di petrolio bruciati in Kuwait durante l’invasione del Iraq. L’inquinamento provocato dal disastro del 9/11 è stato equiparato come gravità e nocività a quello provocato da 10 fabbriche di amianto, 6 inceneritori e l’eruzione di un vulcano messi insieme». E prosegue; un testimonianza che è davvero utile leggere.

Hung Kaufman, investigatore capo della EPA, conferma le accuse della Orkin. Sempre a ‘Report‘ ha rivelato che l’Agenzia per la Protezione Ambientale ha mentito al pubblico, alle autorità municipali e al Congresso sugli effetti nefasti del disastro del undici settembre. Le malattie respiratorie e tumorali derivanti da una inappropriata pulizia delle macerie hanno provocato migliaia di gravi casi clinici tra i lavoratori del centro nevralgico della finanza americana. Rober Gulack, procuratore della Commissione Sicurezza 9/11 afferma nel 2012: «Siccome la EPA aveva affermato che gli edifici erano sicuri, l’aria respirabile e l’acqua potabile, i datori di lavoro hanno richiamato migliaia di dipendenti a lavorare negli uffici. La maggioranza di questi dipendenti soffre ora di malattie croniche». L’inquinamento dei rifiuti tossici e radioattivi è durato per almeno 8 mesi. Le particelle tossiche sono state sparse nella città, trasportate dal vento, l’acqua inquinata. Nel 2015 a New York si è registrato un aumento di tumori e malattie respiratorie croniche pari al 34%. Chrisite Whtiman, direttrice della EPA, a distanza di 15 anni dalla tragedia continua a rifiutare le accuse e a sostenere che dopo il disastro l’aria era respirabile e l’acqua potabile.

Gli indizi sulla demolizione controllata porterebbero dritti ad una cospirazione del Governo tesa a creare le condizioni ideali per varare la nuova politica americana in Medio Oriente con la scusa della guerra al terrorismo internazionale. Il Governo americano a distanza di 15 anni dalla tragedia continua a coprire gli avvenimenti impedendo ogni indagine indipendente. «Il peggiore crimine del Governo americano è stato quello di non agire come un Governo dovrebbe informando e proteggendo i propri cittadini», afferma Joel R. Kupferman, direttore esecutivo della Enviromental Law and Justice Project. Kupferman asserisce che questo comportamento è classico dei governi autoritari che agiscono contro la sicurezza dei propri cittadini e delle altre Nazioni tramite l’utilizzo della cospirazione.

Una cospirazione reale, studiata e cinicamente applicata dal Presidente George W Bush, Dick Cheney Vice Presidente, Donald Rumsfeld Segretario della Difesa. Tutti avevano lavorato per le Amministrazioni di Ronald Reagan e George Bush padre. Per anni Cheney e Rumsfeld avevano affermato che gli Stati Uniti dovevano rivedere la loro politica estera promuovendo guerre preventive per mantenere intatta la loro egemonia mondiale. La dottrina proposta prevedeva che si aumentasse del 140% la spesa per la Difesa, che l’Esercito potesse attuare azioni militari preventive in ogni parte del pianeta, con o senza l’approvazione delle Nazioni Unite e l’appoggio di alleati strategici, quali la NATO.

Eliminare Paesi con l’Iraq, l’Iran, l’Afghanistan, la Siria faceva parte di questo progetto. I promotori di questa nuova dottrina erano coscienti che le idee proposte erano troppo radicali e costose per trovare l’appoggio dell’opinione pubblica, del Pentagono e della maggioranza del Partito Repubblicano all’epoca al potere. Nel loro documento ‘Rebuilding America’s Defence‘, scritto nel settembre 2000, i promotori di questa teoria ammettono che il processo rischia di avere tempi di attuazione molto lunghi, a meno che non si verificasse un altro «avvenimento catastrofico e catalizzante come l’attacco di Pearl Harbour». Un anno dopo quell’evento arrivò.
 
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