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Posts written by Frank Baresi

view post Posted: 8/5/2024, 15:20     La favola Dortmund in finale di Champions! Il Psg in casa si schianta su due pali e due traverse - Serie A, calcio europeo e internazionale
La favola Dortmund in finale di Champions! Il Psg in casa si schianta su due pali e due traverse
Hummels in gol gela il Parco dei Principi. Bissato l'1-0 dell'andata: tedeschi per la terza volta nella storia a giocarsi il trofeo, sei "legni" per i francesi tra andata e ritorno
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7 maggio 2024 MILANO - Implosione e fioritura. Il Psg è crollato, il Borussia Dortmund è sbocciato. I tedeschi hanno vinto, dopo l'andata, anche il ritorno della semifinale di Champions League (1-0, decisivo il gol di Hummels) contro i parigini e tornano a giocarsi la finale della competizione europea più importante per la prima volta dal 2013. In quell'occasione persero in finale contro il Bayern Monaco e proprio i bavaresi, mercoledì sera, potrebbero raggiungere i gialloneri nell'atto finale: o loro o il Real Madrid contenderanno a Reus e compagni il titolo a Wembley sabato 1 giugno. Il Dortmund merita la finale non soltanto per le due partite di semifinale con il Psg (che ha però colpito quattro legni, sei tra andata e ritorno), ma per tutto il percorso: primo nel girone che comprendeva Milan, Newcastle e Psg, ha poi eliminato il Psv agli ottavi e l'Atletico Madrid ai quarti.

LA GARA — Dopo l'1-0 dell'andata Luis Enrique cerca di recuperare la partita con Mbappé, Ramos e l'ex Dembelé nel 4-3-3. Terzic risponde con Adeyemi, Brandt e Sancho dietro a Füllkrug. Proprio questo uno dei meriti del Dortmund: i gialloneri non si sono snaturati e hanno giocato il loro calcio, come se non fossero in vantaggio, come se non sentissero il peso dovuto all'importanza della partita. E così Brandt, schierato trequartista, ha modo di esaltarsi e di risultare uno dei migliori in campo. Perché il Borussia non ha pensato solo a difendere, anzi. La prima grande occasione il Psg la prima grande occasione la crea al 31', con l'ex Dembelé: Can perde palla e permette a Mbappé di partire in contropiede, invece di calcare serve poi Zaire-Emery che allunga su Dembelé che manca la porta di poco. Anche il Dortmund però si rende pericoloso: al 35' è Donnarumma a esaltarsi su Adeyemi.

LA RIPRESA — Col passare dei minuti il Psg prova ad alzare il ritmo e il Dortmund abbassa un po' il baricentro: Zaire-Emery, servito da Goncalo Ramos, a porta vuota, colpisce il palo. Il Dortmund risponde con Hummels, che di testa, su cross di Brandt, porta avanti i suoi sorprendendo non solo la difesa ma anche il portiere avversario. Il Psg si riversa in avanti e crea una serie innumerevole di occasioni: al 60' Goncalo Ramos manca la porta da ottima posizione, al 61' Mendes colpisce il palo. Nei minuti finali la pressione del Psg diventa quasi insostenibile per il Dortmund: Mbappé, da due passi, calcia a botta sicura ma Kobel si salva mandando la palla sulla traversa. All'88' altro legno: questa volta a colpire la traversa è Vtinha, con un tiro dalla distanza. Il Dortmund però resiste e merita. Il Psg, anche sfortunato, deve però recriminare per le tante imprecisioni. E anche questa volta finirà la stagione senza il titolo più ambito.
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view post Posted: 8/5/2024, 15:18     United, crisi senza fine: il Crystal Palace lo umilia, 4-0 - Serie A, calcio europeo e internazionale
United, crisi senza fine: il Crystal Palace lo umilia, 4-0
Le reti di Olise e Mateta nel primo tempo, di Mitchell e ancora del francese nella ripresa segnano uno dei punti più bassi della storia recente dei Red Devils
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6 maggio 2024 MILANO - Olise, Mateta, Mitchell, ancora Olise... Incredibile ma vero, il Manchester United prende 4 sberle a Londra contro il Crystal Palace ed è al momento fuori dalle coppe europee. E alle porte c'è la sfida con l'Arsenal. A Selhurst Park si consuma uno dei flop più pesanti della storia recente dei Red Devils. Ten Hag assiste impotente al tracollo dei suoi, assai poco reattivi in difesa e per nulla concreti in attacco mentre sui social diventano innumerevoli gli sfottò dei tifosi del City e delle altre big di Premier. Nella prima frazione di gioco sono due i gol che subisce l'ex Inter Onana (stavolta senza grandi responsabilità), a firma Olise e Mateta. In apertura di ripresa Mitchell mette in ghiaccio la partita per i suoi prima del sigillo finale di uno scatenato Olise (9 reti in campionato per lui). E dire che al Palace questi tre punti non servivano praticamente a nulla...
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view post Posted: 8/5/2024, 15:16     Conceiçao, tutto in 48 ore: vuole liberarsi dal Porto. E poi toccherà al Milan - Calciomercato milanista
Conceiçao, tutto in 48 ore: vuole liberarsi dal Porto. E poi toccherà al Milan
Tra oggi e domani il portoghese vedrà il presidente Villas-Boas. Fonseca resta sempre in corsa
8 maggio 2024 MILANO - L’appuntamento è stato rinviato, ma solo di qualche ora: Sergio Conceiçao e André Villas-Boas potranno incontrarsi già oggi, al massimo domani. E il Milan osserva interessato: se tutto va come ci si aspetta, l’attuale allenatore del Porto nei prossimi giorni diventerà un tecnico libero da vincoli contrattuali e pronto a raccogliere la sfida rossonera.

L’AGENDA — Ieri, all’ora di pranzo, Villas-Boas si è insediato da presidente del Porto: al Do Dragao c’erano tutti gli allenatori e i capitani delle squadre – il Porto è una polisportiva – ma mancavano Conceiçao e Pepe. Nessun colpo di scena, visto che la squadra in quelle ore si stava allenando, come ha spiegato lo stesso Villas-Boas, prima di aggiornare l’agenda: "Ho in programma di andare al centro sportivo mercoledì o giovedì (oggi o domani, ndr). Incontrerò l’allenatore e la squadra". Occhio a queste quarantott’ore dunque: quando Conceiçao e Villas-Boas si troveranno faccia a faccia per discutere di programmazione e futuro, è probabile che le strade si separeranno. Nonostante il rinnovo firmato da Conceiçao poco prima delle elezioni, quando in carica c’era ancora il vecchio presidente Pinto da Costa: la scadenza sul contratto dell’ex esterno di Lazio, Parma e Inter recita 2028, ma Conceiçao può liberarsi unilateralmente. Jorge Mendes, il super agente che lo assiste e che insieme al Milan ha lavorato al rinnovo di Rafa Leao un anno fa, spinge per un altro matrimonio con i rossoneri: la palla tra poco passerà al Milan.

LE CARTE DI SERGIO — Nella corsa al dopo Pioli, Conceiçao ha scalato rapidamente posizioni per almeno un paio di motivi. Primo, il suo è un curriculum di tutto rispetto, ricco di trofei vinti — 10 in 7 stagioni al Porto, tra cui tre campionati — e di esperienza ad alto livello in Champions; secondo, Conceiçao ha la personalità adatta a reggere la pressione dell’ambiente, il piglio giusto per gestire lo spogliatoio rossonero e una certa elasticità tattica: il 4-2-3-1 mandato a memoria dai giocatori del Milan con Pioli è tra i sistemi di gioco più utilizzati dal portoghese. Assumerlo, poi, non comporterebbe spese extra-budget: Conceiçao firmerebbe quello stesso contratto da 4 milioni a stagione pensato inizialmente per Lopetegui.

FONSECA SPERA — Lo autograferebbe anche Paulo Fonseca, in corsa fin da quando il casting rossonero è stato aperto. L’ex tecnico della Roma ha due proposte sul tavolo, da una parte il Lilla che vorrebbe prolungare il suo contratto in scadenza a giugno e dall’altra il Marsiglia che punta forte su di lui ed è pronto a cucirgli addosso il nuovo progetto, ma prima di decidere aspetta una chiamata dal Milan. Sempre in prima fila ma mai davvero prima scelta, Fonseca spera di uscire vincitore a sorpresa da questa maratona: i contatti tra via Aldo Rossi e il suo entourage non si sono mai interrotti...

CERCHIO DA STRINGERE — E il Milan? In casa rossonera vogliono decidere senza ansia — guai a sbagliare scelta — ma il tempo comincia a stringere. Nella lista restano altri nomi, da Martinez a Van Bommel e presto sarà il momento di asciugare l’elenco: l’a.d. Furlani, il capo dell’area tecnica Moncada e il super consulente Ibrahimovic dovranno trovare una sintesi e convergere su un candidato da sottoporre a Cardinale. L’assist decisivo arriverà da Oporto?
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view post Posted: 8/5/2024, 15:13     Gol, fisico e talento: Sesko ha convinto il Milan e il suo idolo Ibra - AC Milan
Gol, fisico e talento: Sesko ha convinto il Milan e il suo idolo Ibra
La punta del Lipsia ha caratteristiche che ricordano quelle dello svedese: il prezzo, 50 milioni, non spaventa
8 maggio 2024 MILANO - Da Oli (Giroud) a Benji (Sesko): non è un cartone ma la trama che potrebbe avere il mercato rossonero dei centravanti. Fuori Olivier Giroud, il cui contratto non sarà rinnovato: vivrà l’ultima esperienza della carriera in Mls. Dentro Benjamin Sesko, o almeno il Milan ha tutta l’intenzione di provarci. Benji è un giovane bomber, ha segnato 16 gol con il Lipsia e 29 con il Salisburgo, pronto a raccogliere l’assist di Ibrahimovic: Zlatan ha votato sì all’affare. Si può dire che ricambi la stima: Ibra era l’idolo di Benji. Sesko unisce tecnica e fisicità, è cresciuto lontano da casa, è giovane ma già abituato alle grandi responsabilità: ricorda qualcuno… Il timbro di Ibra è la miglior garanzia: Sesko piace a lui e al resto della dirigenza. Il prezzo non ha scoraggiato l’a.d. Furlani: l’attaccante è legato al Lipsia fino all’estate del 2028 ma si può liberare pagando una cauzione da 50 milioni. Cifra destinata a salire ancora, fino a un massimo di 75 milioni: il Milan non pagherà il prezzo pieno ma crede di poter intavolare una trattativa con i tedeschi. Il Lipsia è un club solido e non ha bisogno di svendere, il Milan è altrettanto solido e ha già messo in conto di investire sul prossimo centravanti un’ampia percentuale del budget estivo.

IDENTIKIT PERFETTO — Sesko dovrà raccogliere l’eredità di Giroud, che a sua volta aveva sostituito Ibra al centro dell’area rossonera: tra i candidati al ruolo, Sesko è quello che ha caratteristiche più vicine a quelle degli ultimi grandi centravanti del Milan. È alto (195 centimetri) e forte (85 chili), oltre ad aver già dimostrato di essere perfettamente a suo agio in area di rigore: in stagione ha segnato 12 gol in Bundesliga (cinque consecutivi nelle ultime cinque partite), due in Champions e altrettanti in Coppa di Germania. L’identikit di Sesko combacia con il profilo che il Milan sta cercando di rintracciare: è giovane ma ha già dato prova di grande talento, ha un ingaggio in linea con i parametri e un potenziale che negli anni potrà essere valorizzato in rossonero. Un giocatore così è ricercato in tutta Europa e infatti la concorrenza internazionale non manca: il Milan è convinto di essersi guadagnato un vantaggio. Si è mosso ancora prima di scegliere il nuovo allenatore, certo che chiunque sia apprezzerà di trovare in squadra un attaccante di simile valore.

CARISSIMO — Per il Milan un valore altissimo: Sesko potrebbe essere il giocatore più pagato dell’intera storia del club. Oggi il record spetta a Bonucci, acquistato per 42 milioni dalla Juventus nell’estate 2017, quella delle follie cinesi. Il carissimo Benjamin sarebbe un affare calcolato e a basso rischio: ha tutta la carriera davanti per ripagare spesa e fiducia e accrescere il patrimonio del club. La valutazione, finora, è aumentata in maniera costante: cresciuto tra i settori giovanili del Domzale e del Krsko, nel 2019 Sesko è acquistato dal Salisburgo per due milioni e mezzo di euro e rivenduto l’estate scorsa al Lipsia per 24. Il prezzo oggi è più che raddoppiato. Oltre alla clausola variabile, sulla quotazione potrà incidere anche il rendimento con la nazionale slovena che Benji ha accompagnato all’Europeo: cinque gol e due assist nelle qualificazioni. Altri numeri che dimostrano le qualità di Sesko, che il Milan ha messo nella personale lista dei desideri già da settimane. Nell’elenco anche Zirkzee, Guirassy, Gyokeres... Tutte candidature che restano sul tavolo, anche se a convincere più di tutti è il curriculum di Benjamin. Per età e caratteristiche, sarebbe la risposta perfetta alle domande che i tifosi rossoneri hanno posto nella protesta di domenica scorsa. Ne servirebbero altre, a partire dall’allenatore. Nel frattempo l’inaugurazione del nuovo corso potrebbe essere festeggiata con Sesko.
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view post Posted: 8/5/2024, 15:11     È quello che para di più: perché la Juve vuole Di Gregorio - Calciomercato juventino
È quello che para di più: perché la Juve vuole Di Gregorio
I numeri che hanno convinto la Signora a puntare sul portiere del Monza: imbattuto per 14 volte, è primo per gol sventati e non solo in Serie A. Le idee bianconere per fargli spazio
8 maggio 2024 MILANO - Solo Sommers, Milinkovic-Savic e Szczesny hanno tenuto la porta inviolata più volte di Michele Di Gregorio. Anche questo aiuta a capire perché la Juventus punta dritta sull’estremo difensore del Monza per un investimento in porta la prossima estate. Pur non guidando una delle difese meno bucate del campionato, dodicesima per minor numero di gol subiti, il portiere cresciuto nel vivaio dell’Inter ha comunque messo insieme 14 partite senza prendere gol in 32 presenze (il 43,8% delle gare, più di due su cinque): in 12 partite con lui in campo il Monza ha chiuso col clean sheet, in altre due (a Frosinone e a casa Milan) la squadra ne ha subiti due solo dopo l'uscita per infortunio del "Di Gre". E, al netto dell’evidenza che i dati sui gol presi sono frutto di un lavoro di squadra e non dei singoli, è comunque una fotografia attendibile della sua capacità di fare la differenza.

I DATI DI DI GREGORIO — Non solo clean sheet dunque, ma sono le cifre a fotografare il rendimento di Di Gregorio tra i migliori portieri del campionato, se non il migliore incrociando più voci. Come raccontano le rilevazioni Opta, qui nella rielaborazione di Sofascore, l’estremo difensore del Monza è il primo della Serie A per parate, con ben 3,75 di media (sul 78,4 per cento dei tiri), ed è il primo della Serie A per gol sventati, con un totale di 11,66. Peraltro anche da miglior pararigori del campionato, quello parato a Gudmundsson due mesi fa in casa del Genoa e quello parato proprio al bianconero Dusan Vlahovic nella partita di andata a Monza.

I PORTIERI JUVE — L’incastro per portarlo in bianconero deve partire per forza di cose dalla situazione attuale della Juventus. Sia Wojciech Szczesny che Mattia Perin, ma anche Carlo Pinsoglio, hanno un altro anno di contratto, fino al 2025. La cura dimagrante richiederebbe l’addio al polacco, che ha uno degli ingaggi più alti dell’organico, attorno ai 12 milioni lordi, ma che ha fatto ampiamente sapere di voler arrivare scadenza. E che comunque ha uno status e garantisce un rendimento di livello continentale, con quel che ne consegue quando se ne pianifica la sostituzione. La strada più percorribile porta ad affiancargli Di Gregorio per quest’anno, che significa separarsi da Perin, uno che si è più volte detto che sarebbe titolare in gran parte delle squadre di A, che in quest’anno senza Europa ha giocato solo due partite in campionato e quattro in Coppa Italia. Con destinazione magari proprio Monza: la Juve ci studia.
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view post Posted: 8/5/2024, 15:10     Mistero Djalò: sembrava pronto al rientro, non ha nemmeno debuttato in A. Juve, che fai? - Juventus Football Club
Mistero Djalò: sembrava pronto al rientro, non ha nemmeno debuttato in A. Juve, che fai?
Arrivato in gennaio dopo un grave infortunio, il difensore finora ha fatto solo panchina
7 maggio 2024 TORINO - Zero minuti e poche tracce del suo prossimo debutto in Serie A, anche se ce ne sarebbe la possibilità nel prossimo turno di Serie A vista l’assenza di Danilo (per infortunio). Tra Djalò e il mondo Juve non è ancora scattata la scintilla, eppure il calciatore si diceva pronto nel corso della sua presentazione ufficiale: lo scorso 25 gennaio, ormai tre mesi e mezzo fa. Vero che è reduce da un lungo stop, per via della rottura del legamento crociato che ha rimediato un anno fa (il 4 maggio 2023), ma dietro alla scelta di non coinvolgerlo minimamente nelle rotazioni del reparto difensivo ci sarà anche una precisa valutazione tecnica.

GERARCHIE — Allegri non lo ritiene evidentemente pronto per calarsi nella realtà juventina come servirebbe: dall’arrivo di Djalò, infatti, la Juve è entrata in un tunnel buio senza uscita, a causa dei risultati negativi, e il tecnico avrà ritenuto meno opportuno dare spazio a un giocatore nuovo, meno rodato nei meccanismi della difesa. E anche il calciatore avrà creato meno condizioni di dubbio per il tecnico, magari non emergendo durante la settimana in allenamento. Secondo indiscrezioni, in effetti Djalò si sarebbe presentato un po’ in ritardo rispetto alle attese: è soprattutto questo aspetto lo avrebbe lasciato in fondo alle gerarchie.

OPERAZIONE — Quando Giuntoli ha deciso a gennaio scorso di accelerare su Djalò, pagandolo 3 milioni e mezzo (più altrettanti di bonus) al Lille - a differenza dell’Inter che lo avrebbe preso a parametro zero l’estate prossima - aveva semplicemente ipotizzato un inserimento graduale del calciatore nella rosa: non troppo lontano da quello che sta vivendo. Il reparto difensivo veniva infatti ritenuto già al completo: rimanendo alla Continassa, Djalò avrebbe avuto esclusivamente l’opportunità di conoscere la struttura prima di entrare nel vivo della sua avventura. Soprattutto per questo non è stato ceduto in prestito.

DEBUTTO — La Juve in questi mesi ha avuto l’opportunità di supportare Djalò da vicino e di accompagnarlo definitivamente fuori dall’infortunio, con la massima precauzione su ogni ogni aspetto per evitare noiose ricadute. L’investimento fatto è di prospettiva: forse anche per questo, per non forzare i tempi d’inserimento del calciatore, prende forma l’idea di cederlo in prestito l’estate prossima, così che possa giocare con maggiore continuità in un contesto meno pressante da quello bianconero. In questo finale di stagione, però, almeno l’esordio in maglia bianconera sarebbe un bel segnale: contro la Salernitana sarà la volta buona?
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view post Posted: 7/5/2024, 16:23     Leao fischiato e senza offerte. Deve rilanciarsi con il Milan - AC Milan
Leao fischiato e senza offerte. Deve rilanciarsi con il Milan
Il calo e la clausola da 175 milioni allontanano i grandi club: tra i big del Milan, Rafa ha più chance di restare
7 maggio 2024 MILANO - Il silenzio fa rumore, come ha scritto la curva Sud sullo striscione esposto a San Siro durante la contestazione dell’altro pomeriggio, ma fanno rumore anche i fischi: Rafa Leao ne ha ricevuti parecchi quando Pioli lo ha richiamato in panchina dopo la brutta prestazione con il Genoa e la cosa sta diventando una scomoda abitudine. Era già successo col Sassuolo a fine anno e poi con la Roma ad aprile, ma in quelle occasioni erano stati proprio gli ultras a coprire i fischi del pubblico, cantando per Rafa: domenica no, il silenzio della curva in sciopero ha amplificato tutto. Il silenzio dello stesso Leao, mentre usciva avviandosi direttamente negli spogliatoi, ha completato il quadro e suggerisce una domanda: ora che la sua stagione più complicata al Milan sta per chiudersi, che cosa succederà?

IL PARADOSSO — Negli anni passati Leao non ha surfato solo in campo: il Chelsea ci aveva provato a più riprese, si era fatto avanti il Real ma Rafa aveva scelto il Milan. Rinnovo fino al 2028, con stipendio e clausola da top player: è lui il più pagato in rosa (7 milioni a stagione) e per acquistarlo servono 175 milioni. Dopo le onde alte, però, il mare si è appiattito. Le vecchie pretendenti si sono defilate, mentre il Psg al momento non sembra intenzionato ad affondare il colpo: difficile immaginare oggi che al Milan possano arrivare offerte folli per il suo numero 10. Specialmente alla luce del rendimento di questa annata: i gol stagionali, 13, sono in linea col passato – 16 reti nel 2022-23, 14 nel 2021-22 – ma Leao è mancato troppe volte nelle partite chiave, evidenziando i soliti limiti di continuità. Ed ecco servito il paradosso: tra i big rossoneri, Rafa è quello con più chance di restare.

IL MOMENTO — Al silenzio di Milan-Genoa è seguito un post su Instagram: Rafa ha pubblicato la foto di un bacio al pallone e la frase “Grazie di esistere, c’è gente che non conosce il significato... Molto più che una passione è una religione!”. Il momento non è facile, i fischi lo hanno ferito anche perché stridono con il sentire di Leao, sempre più legato ai colori rossoneri: domani pomeriggio sarà allo store di Casa Milan per incontrare i tifosi e promuovere la capsule collection che il club gli ha dedicato. Pubblicamente non perde occasione di dichiarare amore al Diavolo: "Il Milan è la mia casa e grazie a questo club sono diventato uomo". Posizione condivisa dalla società: "Leao ha un contratto lungo e vuole rimanere con noi. Quindi rimane", ha detto di recente l’a.d. Giorgio Furlani.
La curiosità svelata dal portoghese.

UN PORTOGHESE PER LUI — La svolta, allora, potrà arrivare con il nuovo allenatore, e gli indizi portano a un connazionale di Rafa: Conceiçao in prima fila, seguito da Fonseca. Se quest’ultimo può essere accostato a Pioli per stile di gioco e gestione, Conceiçao è diverso: pugno di ferro e metodi da sergente. Un approccio che, nell’esperienza al Porto, lo ha portato a migliorare tanti singoli. Al Milan troverebbe materiale e una nuova sfida: fare di Leao un vero top player.
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view post Posted: 7/5/2024, 16:21     Maignan, Theo e Leao: uno dei big saluta? Milan al bivio, i pro e i contro delle tre opzioni - AC Milan
Maignan, Theo e Leao: uno dei big saluta? Milan al bivio, i pro e i contro delle tre opzioni
Il club rossonero non ha necessità di vendere una stella, ma di fronte a un'offerta congrua si potrebbe ripetere uno scenario alla Tonali. Bisogna però capire quale partenza il Diavolo potrebbe patire maggiormente
7 maggio 2024 MILANO - Magari non succederà, o forse sì. Impossibile dirlo adesso e in fondo l'esperienza è fresca e insegna: chi un anno fa poteva mettere nel conto di assistere alla partenza di Tonali? Il Milan - al netto del cambio di panchina - si avvicina all'estate 2024 con lo stesso approccio della scorsa: c'è un budget simile - magari qualcosa in più perché un "più" c'è finalmente anche sul bilancio -, c'è la consapevolezza che per ridurre il gap dall'Inter la rosa va rinforzata, e c'è la consapevolezza che nessuno è incedibile o intoccabile. A determinati parametri e determinate cifre, ovviamente. Già, Tonali docet e non c'è molto da scandalizzarsi nel pensare che i mammasantissima prima o poi salutino Milanello: quando si entra in un certo ordine di cifre da poter mettere in cassa, rifiutare perché si cede alla paura di indebolirsi, può rivelarsi la mossa sbagliata. A patto, però, di portarsi in casa giocatori funzionali e di livello. E con la premessa e sottolineatura che il Milan non ha obbligo né esigenza di vendere i suoi pezzi pregiati. Nel gruppo attuale sono tre i rossoneri che potrebbero garantire svariate decine di milioni. Diciamo con una valutazione che a Casa Milan danno in tripla cifra (in un caso una cifra fissata da una clausola di 175 milioni). In ordine di ruolo: Maignan, Hernandez, Leao. E allora la domanda è: detto che si tratterebbe in tutti i casi di partenze dolorosissime, quale fra questi ipotetici addii creerebbe il vuoto più grande? Vediamo pro e contro per ognuno di loro.

MIKE — Quest'anno è innegabilmente in flessione. E i guai fisici, che osservando la sua esperienza col Diavolo sono rilevanti, non aiutano. Ora come ora, per esempio, ha saltato le ultime tre delle ultime quattro partite per infortunio (Sassuolo, Juventus, Genoa). Premessa doverosa a cui però segue altrettanta chiarezza: la stagione del portiere francese resta comunque positiva. Il suo problema, se così vogliamo chiamarlo, è che avendo abituato tutti all'eccellenza, quando l'asticella si abbassa un po' fa notizia. I pro: professionista all'ennesima potenza. Maignan si allena in maniera maniacale e inoltre è una figura "pesante" all'interno dello spogliatoio. Leader non solo perché lo impone il ruolo, ma per attitudine innata. Con lui, inoltre, il Milan può continuare a evolversi secondo un calcio moderno, sfruttando la sua abilità in fase di impostazione. Senza considerare tutti gli interventi valsi quanto un gol di un attaccante. I contro: Maignan, come ha ripetuto spesso, vuole crescere di livello non solo in termini personali ma anche come ambizioni e quindi vittorie col club. La crescita del Milan, però, potrebbe rivelarsi meno veloce rispetto alle ambizioni del portiere. Inoltre il nodo del contratto è bello stretto: forbice domanda-offerta di una certa entità. In altre parole, Mike potrebbe rischiare di rimanere senza essere al top delle motivazioni.

THEO — Stagione in altalena per il connazionale di Maignan. Prestazioni da stropicciarsi gli occhi e altre oltre il limite dell'irricevibile. Nel suo caso i pro riguardano le potenzialità di crescita: Hernandez è sicuramente sul podio dei terzini sinistri più forti del mondo e ha un'età (26) per la quale può serenamente diventare il numero uno (in molti sostengono lo sia già: tesi valida, discussione aperta). Soprattutto, Theo ha caratteristiche difficilmente reperibili nei suoi colleghi di ruolo: scatto, progressione, tecnica, può diventare inarrestabile. E quest'anno ha imparato - con risultati non malsani - a fare anche il centrale. In più, Theo è innamorato della città e del club rossonero. Non sente sirene estere, sta bene dov'è e quindi, nel caso, probabilmente non sarebbe lui a chiedere di andarsene. I contro? Un po' affondano le radici nell'addio di Maldini, che per lui era un punto di riferimento essenziale in termini umani e tattici. E un po' sono ovviamente legati alle sue qualità: con una sua partenza il Milan perderebbe un giocatore con caratteristiche uniche, quasi introvabili. Un altro aspetto è la continuità: troppe, per un ragazzo di 26 anni, le partite da "non pervenuto", per un giocatore del suo livello.

RAFA — L'analisi è molto simile a quella di Hernandez. I pro ruotano attorno alle qualità di Leao. Immense, con un margine di crescita ancora elevato. Se decide, va. Se allunga, non lo prendi. Se si coordina, può esibirsi in qualsiasi cosa. E, come per Theo, dopo il rinnovo il suo legame col Diavolo si è ulteriormente rafforzato. Il Milan lo ha reso il giocatore più pagato della rosa, lo ha aiutato - seppur indirettamente - a districarsi tra le spine della vertenza con lo Sporting Lisbona e lo ha messo al centro del progetto sportivo, consegnandogli anche la maglia numero 10. Leao, ogni volta che prende la parola, sottolinea il suo amore per i colori rossoneri e questo è un grande punto di partenza. Detto ciò, essendoci di mezzo una clausola, è chiaro che il Milan non potrebbe opporsi nemmeno volendo. E, vista la cifra in ballo, è immaginabile che non lo vorrebbe. I "contro" sono noti e ricalcano, con maggior vigore, quelli di Hernandez: ancora troppa discontinuità, ancora troppe partite che contano giocate da un ologramma e non in carne e ossa. La domanda se Rafa riuscirà mai a compiere l'ultimo, e più complicato salto di qualità verso l'Olimpo dei fuoriclasse resta lì, a galleggiare nell'aria.
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view post Posted: 7/5/2024, 16:18     Pogba e il caso doping: spuntano le pillole del guru del benessere - Juventus Football Club
Pogba e il caso doping: spuntano le pillole del guru del benessere
Nel ricorso al Tas contro la squalifica per 4 anni, il francese parla degli integratori fornitigli dalla 10X Health Systems di proprietà di Gary Brecka, biologo amico delle star dello sport e del cinema
7 maggio 2024 PARIGI - Dopo il marabutto, il guru. Paul Pogba alza il muro della difesa sul caso doping, puntando il dito contro una società di benessere basata in Florida, e in particolare contro Gary Brecka, noto come il “guru delle star” che vanta relazioni con Cristiano Ronaldo o David Beckham. Lo juventino, accusato di aver assunto sostanze vietate, mette sotto accusa le pillole fornitegli dalla società 10X Health Systems, come anticipato dal Daily Mail.

DOCUMENTI — Positivo al testosterone, Pogba a febbraio è stato condannato a una squalifica di 4 anni. Il francese ha presentato ricorso al Tas, ma a 31 anni rischia di dover chiudere in anticipo una carriera vissuta sempre ai vertici, con il titolo mondiale del 2018 vinto in Russia in bella mostra sul curriculum. Macchiato però dall'accusa di doping che il centrocampista ha sempre contestato con fermezza. E proprio nelle carte della difesa, gli avvocati di Pogba citano la società americana specializzata nel benessere, documentando anche con foto il materiale ricevuto dal bianconero dopo una consultazione con Gary Brecka, cofondatore della 10X Health Systems e noto per aver seguito pure molti personaggi sportivi della Nfl o della Ufc.

ORMONE — A prescrivere le pillole contenenti la molecola Dhea che si trasforma nel sangue in testosterone, sarebbe stata Carrie Carda, dottoressa elencata sul sito web della società che firma una delle etichette dei flaconi ricevuti da Pogba. Negli Stati Uniti, ricorda alla Gazzetta Jean Pierre de Monderand, già medico ufficiale sul Tour de France, alcune medicine contengono l'ormone Dhea senza che ciò sia indicato. Per De Monderand, inoltre, la Dhea non offre alcuna garanzia di miglioramento delle prestazioni sportive, come emerso nei grandi casi di doping del passato. Per l'Ama però la molecola Dhea fa in ogni caso parte delle sostanze proibite, e Pogba, - che in passato fece scalpore per il suo legame con un presunto marabutto -, deve dimostrare la sua innocenza, per salvare onorabilità e finale di carriera.
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view post Posted: 7/5/2024, 12:04     Sesko, scatto Milan. Rossoneri avanti per il nuovo numero 9 - Calciomercato milanista
Sesko, scatto Milan. Rossoneri avanti per il nuovo numero 9
Lo sloveno del Lipsia per il Diavolo sarebbe il colpo più caro di sempre. Clausola da 50 milioni a salire: il club tratta ed è pronto all’investimento
7 maggio 2024 MILANO - I giocatori di talento mettono tutti d’accordo: è il motivo per cui il Milan, già a inizio maggio, è pronto a scattare su Benjamin Sesko. Prima ancora di definire il nuovo allenatore: chiunque sarebbe felice di avere in squadra un centravanti giovane e forte. Vedere il club impegnato sul mercato, con ampia capacità di spesa e subito all’opera su uno dei ragazzi più quotati del panorama internazionale, farebbe felici anche i tifosi rossoneri. La curva Sud, vuota sabato sera a dieci minuti dalla fine, di nuovo piena e in festa per un gol di Sesko: non è una fantasia di mercato ma molto, molto di più. Una pista concreta, una pista su cui il Milan è pronto ad accelerare.

INVESTIMENTO — L’attaccante del Lipsia ha il profilo giusto per riempire il vuoto d’area: Giroud è di fatto un ex rossonero, Jovic ha le caratteristiche per essere un ottimo vice. Così, dopo anni di ricerca, il Milan sembra aver finalmente trovato il bomber del futuro: Sesko ha vent’anni ma ha già dato numerose dimostrazioni delle proprie qualità sottoporta. Esattamente dodici in questa stagione di Bundesliga con il Lipsia, due in Champions e altrettante in Coppa di Germania. Altri 29 i gol segnati in Austria con il Salisburgo. La strategia del club è chiara: puntare sui giovani e valorizzarne le qualità in rossonero. Se ne vale la pena, in previsione di un potenziamento del proprio patrimonio tecnico, il Milan è disposto a puntare cifre pesanti. Nel caso specifico si tratterebbe di un investimento a basso rischio: Sesko è più di una promessa.

STORIA — Benjamin è il più simile ai centravanti rossoneri degli ultimi anni, ha centimetri (195) e forza fisica come Giroud e Ibra: servono spalle larghe e forti per reggere la responsabilità dell’attacco rossonero. E per farsi carico delle pressioni che peseranno sull’acquisto più caro della storia del club: difficilmente Sesko costerà meno di Bonucci, acquistato per 42 milioni nell’estate 2017. La clausola rescissoria inserita nel contratto con il Lipsia è di 50 milioni ma il valore è destinato a salire ancora, fino a un massimo di 75, in base al rendimento di fine stagione. Se Benjamin terrà il ritmo - è andato a segno in tutte le ultime cinque partite di campionato - si arriverà al prezzo pieno. Il Milan è già sceso in campo e tratterà sulla cifra. Forte della propria disponibilità economica: un’ampia percentuale del budget estivo sarà investita sul nuovo 9. Sull’ingaggio non sarà difficile far quadrare i conti: lo stipendio di Sesko è in linea con i parametri rossoneri.

CONCORRENZA — Con l’ultimo scatto il Milan punta a tagliare il traguardo prima dell’ampia concorrenza europea. Sarebbe utile anche dichiarare chiusa la corsa prima che si aprano le vetrine dell’Europeo: con i gol di Benjamin la Slovenia è tornata a qualificarsi alla fase finale dopo 23 anni. Sesko si propone come uno dei gioielli del futuro e il Milan è al lavoro per provare a metterlo in cassaforte. Oltre al fonte allenatore, il club è operativo su altri versanti. L’a.d. Furlani lo aveva ammesso giorni fa: "E’ da tempo che lavoriamo al prossimo campionato. Abbiamo tifosi esigenti e vogliamo renderli felici". Quelli di sabato sera a San Siro erano di tutt’altro umore: con una serie di striscioni esposti dalla Sud avevano chiesto alla società di impegnarsi in un progetto ambizioso, e di farlo in fretta. Le ultime mosse confermano che il club è più che attivo.

IDENTIKIT — Il nuovo corso ha bisogno di basi solide su cui poggiare: Sesko è giovanissimo ma ha già dato certezze in zona gol. Ha segnato più gol in Bundesliga che Zirkzee in Serie A. Rispetto a Guirassy è di sette anni più giovane, ha già giocato (e segnato) in Champions a differenza di Gyokeres, altro nome nella lista degli obiettivi rossoneri. Un elenco di candidati internazionali che vede ora un profilo nettamente più avanti: anche la concorrenza arriva da più paesi e batterla, per il Milan, significherebbe vincere una prima importante sfida europea. L’estate scorsa il club accelerò all’improvviso su Okafor, chiudendo l’affare per 14 milioni: alla sua prima stagione rossonera Noah ha segnato sei gol in campionato, uno in meno di Leao. Okafor e Sesko hanno fatto coppia a Salisburgo e potrebbero ritrovarsi a Milano.

NODI — A inizio maggio il Milan potrebbe aver individuato la soluzione al problema del prossimo centravanti, per poi passare a sciogliere gli altri nodi, dall’allenatore al rapporto con i tifosi che si interrogano sul futuro. Sesko è già un’ottima risposta.
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view post Posted: 7/5/2024, 12:01     Conceiçao, tutto in 48 ore: vuole liberarsi dal Porto. E poi toccherà al Milan - Calciomercato milanista
Conceiçao ci crede: Sergio oggi vede il Porto e lavora per convincere tutto il Milan
L’allenatore portoghese pronto a incontrare il neopresidente Villas Boas. Fonseca ha la fiducia del Lilla e una proposta del Marsiglia, ma spera ancora. Sarri non convince. Martinez e Van Bommel contattati. Il club valuta varie opzioni, occhio a svolte a sorpresa...
7 maggio 2024 MILANO - Due uomini guardano l’orologio in Portogallo. André Villas-Boas conta le ore: alle 12 si insedierà da presidente del Porto e l’agenda è già piena. Ieri ha incontrato i sindaci di alcuni comuni per costruire un nuovo centro sportivo per i giovani, per oggi è in programma l’incontro con il suo allenatore, Sergio Conceiçao. Obiettivo: capire se ci sono chance per continuare insieme. Spoiler: il suo interlocutore avrebbe altre idee. Il secondo uomo che guarda l’orologio è lui, Conceiçao. Conta le ore, sperando che il Milan lo scelga come nuovo allenatore. Non è detto che accadrà ma Sergio sente di avere ottime chance e Jorge Mendes, l’agente più famoso al mondo, è al lavoro per lui. Un certo ottimismo è giustificato. Il duello, prima della partita con il Genoa, era tra lui e Paulo Fonseca, altro portoghese, ex Roma, profilo e abitudini differenti. La contestazione della curva però ha dato indirettamente una mano a Conceiçao, che dal popolo milanista è apprezzato per l’esperienza in Champions e le doti di leadership. Fonseca, più criticato sui social, non è ovviamente escluso per questo motivo – i tifosi evidentemente hanno un peso, non sono onnipotenti - ma ha un ostacolo in più da superare.

IBRA E LOPETEGUI — I tifosi, del resto, hanno inciso nel momento in cui il Milan stava per scegliere Julen Lopetegui, ormai pronto a diventare l’allenatore del West Ham. Il Milan per lui resterà una ferita, un capitolo chiuso definitivamente da una telefonata Ibrahimovic-Lopetegui della scorsa settimana, in cui Zlatan ha comunicato la decisione del Milan. Una chiamata significativa, perché il nome Lopetegui era stato approvato anche da Ibra, che assieme a Geoffrey Moncada prende le decisioni dal punto di vista tecnico. Capitolo chiuso in ogni caso, tutti guardano avanti.

SERGIO E IL CONTRATTO — La nuova settimana così ha aperto una nuova pagina, contrattualmente non complicata perché Conceiçao può liberarsi unilateralmente dal contratto firmato fino al 2028 con l’ex presidente Pinto da Costa. Le sue richieste sono all’interno dei parametri (4 milioni a stagione) previsti dal Milan per Pioli prima e Lopetegui poi. Certo, il rischio per il Milan è di pagare due allenatori nella prossima stagione ma questo... fa parte del gioco. Ed è ovviamente possibile che Pioli si accordi con il Napoli, liberando il Milan dall’ultimo anno del suo contratto, oppure che trovi con Furlani un accordo per risolvere l’impegno per il 2024-25. Per il bilancio sarebbe un vantaggio.

FONSECA — Gli altri candidati sperano a distanza, perché il Milan non limita le sue opzioni. Sta esplorando diversi fronti e non ha fretta di decidere. Paulo Fonseca ieri con il suo Lilla ha perso con il Lione una partita fondamentale per la corsa alla qualificazione diretta in Champions in Francia: clamorosa rimonta nel finale con tre gol incassati per un amaro 3-4. A due giornate dalla fine, l’obiettivo terzo posto è più lontano ma il Lilla non ci fa caso: indipendentemente dai risultati, sta facendo di tutto per confermarlo. Non solo, il Marsiglia ha offerto a Fonseca un progetto chiavi in mano per il 2024-25. Fonseca insomma ha due opzioni francesi tra cui scegliere ma aspetta la chiamata dall’Italia... Il derby portoghese resta vivo.

LA SORPRESA — Ecco perché questi sono i giorni decisivi. Il Milan si sta muovendo su più tavoli e la decisione, come da mantra del club, sarà collegiale. Geoffrey Moncada, Zlatan Ibrahimovic e Giorgio Furlani devono trovarsi d’accordo su un nome da proporre a Gerry Cardinale. Maurizio Sarri è un’opzione che non convince. Per Roberto Martinez e Mark van Bommel, invece, il Milan ha speso una telefonata. Martinez ha un Europeo da giocare, Van Bommel lascerà l’Anversa ma piace (e non poco) al Feyenoord. Resta da capire se il Milan non abbia in testa un’idea pazza, se gli ultimi 10 giorni non abbiano convinto a tentare di spiazzare l’Italia e sorprendere i tifosi con un nome di primo piano. È possibile. Conceiçao (e non solo lui) sperano di no...
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view post Posted: 7/5/2024, 11:59     Chiesa vuol restare alla Juve e dice sì a un accordo ponte - Juventus Football Club
Chiesa vuol restare alla Juve e dice sì a un accordo ponte
L’azzurro apre alla possibilità di prolungare per una sola stagione allo stesso ingaggio
7 maggio 2024 MILANO - Una partita da vero Chiesa. Non è un’esagerazione dire che domenica sera in Roma-Juventus si è rivisto il Federico in versione Europeo 2021. Scatti, dribbling, tiri. È mancato solo il gol, un po’ "per colpa" del portiere giallorosso Svilar, un po’ della mala sorte, con quel palo colpito al termine di una fantastica azione personale che ha ricordato gli spunti di papà Enrico. La prova positiva, dopo un periodo di alti e bassi, ha riacceso pure l’attenzione sul suo futuro. Chiesa ha ancora un anno di contratto con la Juve a 5 milioni di euro a stagione e al momento non si è arrivati a dama sul rinnovo, sebbene la novità sia la disponibilità di massima da parte di entrambe le parti a prolungare le nozze a Torino. Sono segnalate in rialzo le possibilità di un accordo fino al 2026. Ma per passare dalle intenzioni alle intese, servirà prima la certezza del ritorno in Champions. Cristiano Giuntoli, anche prima della partita contro i giallorossi, ha ribadito come delle situazioni contrattuali se ne parlerà solamente a giugno, quando la società avrà più chiari i numeri del bilancio in chiusura. Il direttore tecnico bianconero resta comunque fiducioso che si possa trovare un accordo, anche alla luce dei buoni rapporti con l’agente di Fede, Fali Ramadani. In più, Chiesa sarebbe felice di restare a Torino, in un momento importante della sua vita anche fuori dal campo, con alle porte il matrimonio con la sua Lucia.

LA SITUAZIONE — La Juventus, in un periodo economico delicato, con l’esigenza di programmare il futuro in nome della sostenibilità, ha la necessità di tagliare l’esoso monte ingaggi attuale. Ergo, è complicato pensare che verrà sottoposta a Chiesa una proposta pluriennale a cifre simili o addirittura superiori a quelle attuali. Il rischio, però, è di perdere Fede a zero nel 2025.

FEDE — Dal canto suo, Chiesa difficilmente accetterebbe una decurtazione dell’ingaggio. Sa che nella prossima stagione la Juve sarà impegnata su cinque fronti (Serie A, Coppa Italia, Supercoppa italiana, Mondiale per Club e, con ogni probabilità, Champions League) ed è eccitato dalla possibilità di vivere la sfida in bianco e nero. Magari con un progetto tecnico e tattico differente da quello degli ultimi anni e più adatto al suo stile di gioco. La nuova Juve potrebbe ripartire ad agosto con un cambio di modulo che preveda l’utilizzo di ali pure, proprio come lui. Al contempo, senza un nuovo contratto, la società dovrebbe giocoforza ragionare sulla cessione in questa estate. Uno scenario non meno incerto: Chiesa ha la vetrina dell’Europeo, ma ad ottobre compirà 27 anni e lo score delle ultime stagioni (dopo il brutto infortunio di due anni fa), combinato allo stipendio da top, non aiuterebbe ad attirare pretendenti all’altezza delle sue ambizioni.

SOLUZIONE — Ecco perché sia alla Juve che al calciatore potrebbe far comodo una via di mezzo, di cui si è già ragionato: il cosiddetto rinnovo ponte di un anno. In pratica, la scadenza verrebbe spostata al 2026, mantenendo inalterato l’ingaggio di Federico. Un’opzione che, proprio in questi giorni, viene vista di buon grado dall’entourage dello stesso Chiesa e che risolverebbe la questione nell’immediato. Il giocatore tra Europeo e prossima stagione in bianconero, piena di vetrine internazionali, avrebbe la chance di tornare sui livelli del passato e mettersi in mostra, mentre la Juve rinvierebbe il rischio di vederlo partire senza incassare un euro.
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view post Posted: 7/5/2024, 11:57     Inter molle col Sassuolo. E le altre pericolanti ci restano molto male - L'angolo dei sospetti
Inter molle col Sassuolo. E le altre pericolanti ci restano molto male
Cambia lo scenario della lotta-salvezza dopo il successo a sorpresa dei neroverdi contro i campioni d'Italia
7 maggio 2024 MILANO - La vittoria del Sassuolo sull’Inter ha sorpreso tutti perché la squadra neroverde viveva un periodo di crisi e di confusione, testimoniata dalle nette sconfitte con Lecce e Fiorentina, e quindi non si pensava potesse battere i campioni d’Italia. E invece è accaduto e il risultato ha creato un certo malumore nelle squadre che lottano per la salvezza. Nessuna dichiarazione ufficiale, però si sa come funzionano queste cose: qualche battuta, un piccolo sfogo e l’insoddisfazione viene a galla. Quest’anno la volata per la salvezza è ancora più appassionante e incerta del solito perché sono coinvolte numerose società (oggi sono sei a lottare per evitare gli altri due posti che condannano alla Serie B, destino già segnato per la Salernitana). E in una situazione di equilibrio un risultato imprevisto può fare la differenza. È abbastanza normale, quindi, che la sorpresa abbia lasciato rapidamente spazio alla rabbia. E alla curiosità: la prossima giornata l’Inter andrà a giocare a Frosinone e tutti osserveranno con grande attenzione il suo atteggiamento. La squadra di Di Francesco spera intimamente che i campioni d’Italia siano ancora in modalità relax, tutte le altre si augurano che Lautaro e compagni ritrovino la cattiveria e l’efficacia messa in mostra in tutta la straordinaria stagione.

IL DUBBIO — Ripensando alla partita del Mapei Stadium vanno dette tre cose. La prima è che il clima dei festeggiamenti aveva condizionato l’avvicinamento alla sfida dei nerazzurri, sicuramente scarichi. La seconda è che l’Inter ha giocato un primo tempo assolutamente dignitoso, segnando un gol annullato a Lautaro per fuorigioco millimetrico visto solo al Var e creato altre due buone occasioni con Dumfries (impreciso davanti a Consigli) e Sanchez (destro parato). La terza è che la ripresa è stata deludente, ma anche perché in campo c’erano molte riserve: scelta fatta da Inzaghi per annullare il gap motivazionale con il Sassuolo. Ma è proprio questo l’aspetto che più ha fatto arrabbiare chi lotta per la salvezza. Da quanto filtra, il motivo principale di insoddisfazione nasce dall’inserimento di giocatori poco utilizzati e quasi mai decisivi nel corso dell’anno, a parte Barella. Secondo gli altri club, se fossero entrati anche Thuram, Calhanoglu e Dimarco non ci sarebbero recriminazioni particolari anche se non si può asserire che l’Inter avrebbe pareggiato o vinto. Di sicuro per tenere attaccata la spina non è bastato l’obiettivo dei 100 punti. È mancato nel secondo tempo del Mapei il furore agonistico che ci si aspetta in ogni occasione. La realtà probabilmente è che l’Inter ha abituato bene (o male...) tutti e così una sua sconfitta stupisce soprattutto se maturata giocando una partita sicuramente non all’altezza della squadra campione d’Italia. Ciò che conta, adesso, è che questa bellissima volata venga disputata in un ambiente sereno e con la consapevolezza che, rispetto ad alcuni anni fa, in Italia avviene ciò che abbiamo sempre ammirato della Premier League: non ci sono partite scontate, tutti se la giocano fino in fondo, ciascuno con i propri mezzi e con la formazione in quel momento migliore secondo l’allenatore.
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view post Posted: 6/5/2024, 17:03     Chelsea, una cinquina per sperare nell'Europa. Liverpool, successo con il brivido - Serie A, calcio europeo e internazionale
Chelsea, una cinquina per sperare nell'Europa. Liverpool, successo con il brivido
I Blues demoliscono 5-0 il West Ham e sperano ancora nella qualificazione per le Coppe. Il Brighton di De Zerbi ritrova la vittoria, mentre i Reds superano 4-2 ad Anfield il Tottenham, soffrendo però nel finale
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5 maggio 2024 LONDRA (GB) - Il Liverpool si regala un successo più complicato del necessario contro il Tottenham nella penultima partita ad Anfield di Jürgen Klopp. Buone notizie per il Brighton di De Zerbi, che contro l’Aston Villa ritrova la vittoria che mancava da 6 turni, e per il Chelsea, che col 5-0 al West Ham (200ª nel campionato inglese per Angelo Ogbonna) rilancia la sua corsa a un posto in Europa.

LIVERPOOL-TOTTENHAM 4-2 — Pareva una vittoria facile, una in cui Klopp poteva dire di aver ritrovato il vero Liverpool, quello che non si vedeva da un bel pezzo. Invece gli ultimi 20’ hanno ricordato ad Anfield perché i Reds sono usciti dalla corsa alla Premier e la fine dell’era Klopp non si chiuderà sollevando il trofeo di campioni d’Inghilterra. Il Liverpool perfetto della prima ora, quello che demolisce il Tottenham segnando 4 gol con 4 marcatori diversi, lascia spazio dopo il 4-1 al 72’ di Richarlison al tentativo di rimonta degli Spurs, uno che lascia Anfield col fiato sospeso fino all’ultimo degli 8’ di recupero. Ai Reds resta la vittoria, che nelle ultime 5 partite era stata conquistata solo una volta, il gol iniziale di Mo Salah, che dimentica la polemica con Klopp della scorsa settimana e diventa il primo nella storia della Premier con almeno 10 gol (18 quest’anno) e 10 assist (10) in tre stagioni di fila. Le brutte notizie arrivano dalla difesa, che subisce gol per la 9ª partita consecutiva, e dalla pausa mentale di una squadra che ha mollato proprio mentre gli avversari hanno cominciato a crederci. Il Tottenham esce da Anfield con la quarta sconfitta di fila, quella che rende la conquista del 4° posto più una possibilità matematica che una reale. Postecoglou ha sbagliato le scelte iniziali, perché con Richarlison in campo e Son sulla sinistra gli Spurs hanno decisamente cambiato marcia. La sconfitta conferma però che il Tottenham sta chiudendo in modo negativo una stagione nel complesso assolutamente positiva. Reds in completo controllo fin dall’avvio: Salah sblocca al 16’, raccogliendo di testa sul secondo palo uno splendido cross di Gakpo, la squadra di Klopp continua ad attaccare e trova il pari al 45’ con Robertson, che raccoglie una corta respinta di Vicario su tiro di Salah. Il Tottenham arriva al riposo senza tiri in porta, ma la ripresa comincia anche peggio per gli uomini di Postecoglou, con Gakpo che al 50’ infila di testa il 3-0. La festa del Liverpool non è finita: al 59’ partecipa anche Elliott, che segna il gol più bello di giornata con uno splendido sinistro da fuori che si infila sotto l’incrocio. Quello di Richarlison al 72’ sembra solo il gol della bandiera del Tottenham in un match virtualmente chiuso, invece Son, su assist del brasiliano, al 77’ infila Alisson per il clamoroso 4-2. Gli Spurs credono nella clamorosa rimonta, il Liverpool che aveva mentalmente mollato prova a rientrare in partita senza troppa convinzione. I Reds ballano dietro, ma il risultato non cambia più.

BRIGHTON-ASTON VILLA 1-0 — Colpo doppio. Roberto De Zerbi torna ad assaporare il dolce sapore della vittoria, che in Premier gli mancava dal 10 marzo, e un giocatore del Brighton (João Pedro) torna ad esultare per un gol che nessuno aveva più fatto dal giorno di Pasqua nell’1-0 sull’Aston Villa che rinvia l’appuntamento con la qualificazione Champions della squadra di Emery, attesa giovedì ad Atene dal ritorno della semifinale di Conference League dopo aver perso 4-2 in casa l’andata. L’Amex Stadium esulta, perché il Brighton è tornato ad assomigliare a quello vero: ha comandato il gioco contro una squadra che in questa stagione è stata superiore, è tornata ad essere pericolosa in attacco grazie soprattutto a Simon Adingra, migliore in campo non solo perché si è procurato il rigore che João Pedro ha sbagliato, trovando però il gol sul rimpallo. L’Aston Villa resta senza gol in Premier per la prima volta dal 14 gennaio, perde l’imbattibilità che durava da 4 turni e mostra di non aver ancora digerito la sconfitta a sorpresa in Europa di giovedì contro l’Olympiacos. Il Brighton controlla il gioco nel primo tempo, ma l’Aston Villa si difende con ordine e all’intervallo è ancora 0-0 anche per merito di Olsen, che al quarto di recupero, con la spalla sinistra dolorante, riesce ad ipnotizzare Gross che gli arriva davanti. Ospiti molto meglio nella ripresa, ma le occasioni migliori sono ancora della squadra di De Zerbi, che al 68’ esulta per il vantaggio di Gross cancellato subito dopo dalla Var per un fuorigioco millimetrico. Il gol arriva all’85’: rigore per fallo di Konsa su Adingra, Olsen intercetta il tiro dal dischetto di João Pedro ma l’attaccante di testa cattura il rimpallo e fa centro. È il gol che serve per restituire al Brighton quel successo che mancava da 6 turni.

CHELSEA-WEST HAM 5-0 — Il Chelsea ha ancora qualcosa di grosso da chiedere a questa stagione: un posto in Europa. I Blues distruggono 5-0 il West Ham in uno dei tanti derby di Londra della stagione e salgono momentaneamente al 7° posto, con gli stessi punti (54) a parità di partite del Manchester United, ospite domani sera del Crystal Palace. Lanciata dal 21° gol stagionale di Cole Palmer, con quattro marcatori diversi per le sue 5 reti (doppietta di Nicolas Jackson, il centravanti spesso criticato che però è arrivato a 13 centri stagionali in campionato, più dell’idolo Drogba nella sua stagione d’esordio), la squadra di Pochettino conquista la quarta vittoria di fila a Stamford Bridge, la terza senza subire reti, e si lancia nelle ultime tre partite nella volata con Newcastle e United per gli ultimi due posti inglesi per l’Europa. Per il West Ham, insultato dai suoi stessi tifosi (“La nostra squadra fa schifoo” hanno cantato dalla Away End per tutta la ripresa), è un flop pesantissimo nella 200ª partita in Premier di Angelo Ogbonna, il secondo italiano della storia (l’altro è Gianfranco Zola) a raggiungere quel traguardo: quarta gara di fila in campionato senza vittorie e addio definitivo alle ambizioni di tornare in Europa. La festa dei Blues comincia al 15’, quando Palmer si avventa su un rimpallo in area e firma il suo 21° gol stagionale in campionato. Gallagher lo raddoppia alla mezz’ora, con una splendida botta al volo, poi Madueke al 36’ fa 3-0 deviando un colpo di testa di Thiago Silva. La reazione del West Ham è in due traverse che fanno infuriare Pochettino, ma la ripresa comincia coi 4-0 di Jackson al 48’ e si chiude quando l’attaccante del Senegal all’80’ trova anche il 5-0 e chiude i conti.
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