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Il Milan non vince più. Soffre, rimonta e poi si butta via: pari Genoa nel finale
La contestazione del Meazza incide sulla prova dei rossoneri, che vanno sotto due volte, riescono a riportarsi avanti ma subiscono ancora gol a 3' dalla fine. Gol di Retegui, Florenzi, Ekuban, Gabbia, Giroud e autogol di Thiaw. Fischi a Leao 5 maggio 2024 MILANO - Lo striscione esposto in curva Sud fa da manifesto al pomeriggio milanista. C’è scritto “il rumore del silenzio”, e il cuore pulsante del tifo rossonero lo tiene al centro della gradinata per l’intera gara. Il tutto senza fiatare, senza sventolare bandiere, senza far partire cori. E infatti il Genoa graffia tre volte un Milan già ferito dallo sciopero del tifo. Al Meazza finisce 3-3: i rossoneri incassano due ganci, poi ne rifilano altri tre e alla fine vengono raggiunti all’ultima ripresa. BOTTA E RISPOSTA — Neanche il tempo di studiarsi che la rosa di Pioli incappa subito nel primo segno rosso sul quaderno degli appunti. Al minuto 3, dopo aver letto lo striscione della sud indirizzato verso la proprietà - in sintesi, “Milano non si accontenta” - Vogliacco scappa via sulla destra e viene steso da Tomori: calcio di rigore. Retegui spiazza Sportiello e torna al gol dopo sette partite. Il Milan risponde coi singoli: Pulisic, schierato di nuovo sulla trequarti con licenza di spaziare, sforna una giocata da numero 10, controlla un pallone nello stretto e calcia a giro col destro: palo. La squadra di Pioli è tutta qui. Si affida a un paio di aperture di Reijnders e all’estro di Chukwueze, titolare a destra. Leao, a sinistra, gioca una gara opaca col freno a mano tirato. Tenta un paio di giocate, non sfrutta un regalo di De Winter alla mezz’ora e si incaponisce in un paio di dribbling. A sbrogliare una partita tesa ci pensa Florenzi, che al 45’ sbuca tra i centrali rossoblù e infila Martinez di testa. L’assist è di Chukwueze, mentre l’esultanza - rabbiosa, di cuore - arriva da chi non segnava da quasi due anni. L’ultimo squillo di “Sandrino” risaliva all’8 maggio 2022, Milan-Verona 3-1, terzultima gara della cavalcata scudetto. FISCHI A LEAO — Il Genoa punge allo stesso modo con cui aveva aperto i giochi nel primo tempo. Attende, studia, sfrutta il punto debole e poi colpisce. Al 48’ Vogliacco trova lo spiraglio e fa partire un cross dalla destra. Ekuban, più lesto di Gabbia, buca Sportiello di testa per il 2-1. Stavolta l'errore è del centrale rossonero. A questo punto il Milan si rianima, il tutto in un clima surreale senza cori e senza incitamenti. Chukwueze segna al 51’, ma la rete viene annullata per fuorigioco, poi Giroud sbaglia l’impossibile al 69’, solo davanti a Martinez. Okafor scappa via a destra, il pallone dentro l’area è perfetto, la porta spalancata, ma il francese calcia a lato mettendosi le mani sul volto. Nel mezzo c’è l’uscita tra i fischi di Leao, sostituito a venti minuti dalla fine dopo una gara opaca e senza guizzi, eccezion fatta per un destro debole e centrale. Il portoghese cammina a testa bassa sotto la sud, si infila la pettorina e poi esce dal campo, dritto negli spogliatoi. LA CURVA ESCE — Il pari rossonero arriva dalla certezza di questi sei mesi: Gabbia, il ragazzo del vivaio, quello rientrato dal Villarreal per fare da tappabuchi, infila Martinez di testa al 71’ e manda baci alla curva, che ovviamente resta in silenzio anche stavolta. Il tutto prima del sinistro di Giroud due minuti dopo: il francese esulta energicamente proprio sotto la sud, andando a rompere quel silenzio con un urlo forte. Come se volesse scaricare la tensione delle ultime partite tutt’altro che perfette. Al minuto 87 però, quando il mare sembra essersi calmato, il Genoa spunta di nuovo fuori come un’onda anomala, graffiando il Milan per l’ultima volta. L’autogol sfortunato è di Thiaw, reo di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato dopo un cross rasoterra dalla destra. A fine partita la squadra applaude a centrocampo, ma non va sotto la curva come fa di solito. Il motivo è semplice: la sud ha già lasciato i propri posti da una decina di minuti, intorno all'ottantesimo. Resta lo striscione, “il rumore del silenzio”, emblema di un 3-3 pieno di ombre e spunti da analizzare. gazzetta.it Milan, la curva Sud contro la società. Silenzio e striscioni. E poi abbandona gli spalti I sostenitori rossoneri chiamano in causa il club sulla strategia comunicativa, gli acquisti e la presenza istituzionale 5 maggio 2024 MILANO - Ciò che colpisce è il silenzio. Milan-Genoa si apre con lo sciopero del tifo da parte della curva Sud rossonera, cuore pulsante del milanismo. Dopo un lungo applauso in occasione del fischio d’inizio, i tifosi non hanno alzato cori e sventolato bandiere. E lo faranno per tutta la partita. Il resto dello stadio, invece, ha acclamato timidamente i giocatori e Stefano Pioli al momento della lettura delle formazioni. Il tutto dopo aver esposto uno striscione indirizzato alla proprietà. Un manifesto di ciò che i tifosi vorrebbero in vista del prossimo anno: “Strategia comunicativa - si legge - presenza istituzionale, acquisti mirati. E poi coesione ambizione capacità. Un progetto vincente parte dalla società, Milano non si accontenta”. E all'80', con il Milan avanti 3-2, la protesta si è completata con la curva Sud che ha abbandonato il proprio settore. gazzetta.it Pioli: "Se vuoi essere offensivo, qualche rischio te lo prendi. I tifosi? Bisogna rispettarli" Il tecnico del Milan: "Partiti male, ma poi abbiamo fatto la partita in lungo e in largo. Il cambio di Leao? È stato troppo poco dentro l'area avversaria" 5 maggio 2024 MILANO - Se potesse strizzare la clessidra, immaginiamo che Stefano Pioli salterebbe direttamente a lunedì 27 maggio. Stagione finita, senza più essere costretto a osservare le recidive tattiche della sua squadra e rispondere per l'ennesima volta a domande su iun futuro che è già segnato da un po'. "Siamo partiti male, nei primi venti minuti non siamo stati compatti e attenti, ma poi abbiamo fatto la partita in lungo e in largo, creando e sbagliando tantissimo - ha detto il tecnico rossonero a fine gara -. Non è questione di impegno e atteggiamento, l'avevamo ripresa con grande generosità ma poi abbiamo preso un gol che si doveva evitare per come eravamo messi". PROTESTA — Il rammarico per non averla chiusa è ovviamente grande. "La prestazione l'abbiamo fatta, una vittoria sarebbe stata molto importante per la classifica. Poi, certo, se vuoi essere offensivo e pericoloso qualche rischio te lo prendi. La protesta dei tifosi? Bisogna rispettarli, avranno le loro motivazioni, i nostri tifosi sono sempre stati un valore aggiunto. L'eliminazione con la Roma in Europa League ha inciso, era un nostro obiettivo, è chiaro che nel bilancio finale della stagione ci sarà anche questo fattore. Il cambio di Leao? È stato troppo poco dentro l'area avversaria, avevo bisogno di una attaccante esterno che lo facesse e Okafor l'ha fatto meglio". gazzetta.it Leao, ancora fischi da San Siro. E Rafa si infila nello spogliatoio sul 2-1 per il Genoa Un'altra prestazione opaca per il portoghese che il Meazza non gli perdona. Pioli: "Non è nel suo momento migliore, Okafor ha fatto meglio di lui" 5 maggio 2024 MILANO - Si può dire che Leao abbia preso alla lettera lo striscione esposto dalla Sud e lasciato lì per tutta la gara, in balia del vento e dei pensieri di giocatori, tifosi e dirigenti. C’è scritto “il rumore del silenzio”. Quello di Rafa colpisce e fa discutere, perché dopo il cambio ha abbassato la testa, non ha rivolto la parola a nessuno ed è filato dritto negli spogliatoi. Il tutto sul 2-1 per il Genoa. Non ha visto il gol di Gabbia e il sinistro di Giroud. Gran parte di San Siro l’ha fischiato per diversi minuti, ma lui non ha reagito. Ha camminato sotto la curva in silenzio ascoltando il malumore dei tifosi. SOSTITUITO — Leao è uno che si tiene tutto dentro e ogni tanto si lascia andare, magari dopo un bel gol o una bella prestazione - vedi l’intervista post partita dopo Milan-Psg, la sua miglior gara stagionale -, ma stavolta ha preferito andarsene negli spogliatoi. E dopo una partita così così, come confermato da Pioli in più occasioni, sia in tv sia in sala stampa: “Non è nel suo momento migliore a livello fisico - ha ribadito l’allenatore -, l’ho sostituito perché è stato troppo poco dentro l’area. In questo Okafor è stato più efficace”. E infatti lo svizzero ha servito a Giroud una palla d’oro, poi non sfruttata dal francese. Leao, invece, si è fatto vedere soltanto per una sgasata sulla sinistra dopo un “regalo” di De Winter, reo di aver gestito male un disimpegno. Rafa ha raccolto la sfera, si è accentrato e poi ha calciato debolmente al centro. RENDIMENTO — In 67 minuti Leao ha giocato 44 palloni. Tre in meno di Pulisic e due in più di Chukwueze. Tra gli highlights ci sono un paio di colpi di tacco nello stretto, due scambi con Bennacer e Theo lungo la linea e poco più. Da lui ci si aspetta sempre che raggiunga la vetta in ogni scalata, non che si fermi al campo base e si ritiri. Quest’anno non ha segnato in campionato per più di quattro mesi, poi è tornato a pungere contro l’Atalanta e ha vissuto un periodo positivo: quattro reti e un assist in sei partite (senza contare i tre gol in Europa League). Ora è di nuovo in ombra. Ha giocato male nel derby, contro la Juve e contro il Genoa, uscendo tra i fischi. Il rumore del silenzio colpisce. L’uscita di Rafa a testa bassa negli spogliatoi ancora di più. gazzetta.it |