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Posts written by Frank Baresi

view post Posted: 6/5/2024, 16:43     Il Milan non vince più. Soffre, rimonta e poi si butta via: pari Genoa nel finale - AC Milan
Il Milan non vince più. Soffre, rimonta e poi si butta via: pari Genoa nel finale
La contestazione del Meazza incide sulla prova dei rossoneri, che vanno sotto due volte, riescono a riportarsi avanti ma subiscono ancora gol a 3' dalla fine. Gol di Retegui, Florenzi, Ekuban, Gabbia, Giroud e autogol di Thiaw. Fischi a Leao
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5 maggio 2024 MILANO - Lo striscione esposto in curva Sud fa da manifesto al pomeriggio milanista. C’è scritto “il rumore del silenzio”, e il cuore pulsante del tifo rossonero lo tiene al centro della gradinata per l’intera gara. Il tutto senza fiatare, senza sventolare bandiere, senza far partire cori. E infatti il Genoa graffia tre volte un Milan già ferito dallo sciopero del tifo. Al Meazza finisce 3-3: i rossoneri incassano due ganci, poi ne rifilano altri tre e alla fine vengono raggiunti all’ultima ripresa.

BOTTA E RISPOSTA — Neanche il tempo di studiarsi che la rosa di Pioli incappa subito nel primo segno rosso sul quaderno degli appunti. Al minuto 3, dopo aver letto lo striscione della sud indirizzato verso la proprietà - in sintesi, “Milano non si accontenta” - Vogliacco scappa via sulla destra e viene steso da Tomori: calcio di rigore. Retegui spiazza Sportiello e torna al gol dopo sette partite. Il Milan risponde coi singoli: Pulisic, schierato di nuovo sulla trequarti con licenza di spaziare, sforna una giocata da numero 10, controlla un pallone nello stretto e calcia a giro col destro: palo. La squadra di Pioli è tutta qui. Si affida a un paio di aperture di Reijnders e all’estro di Chukwueze, titolare a destra. Leao, a sinistra, gioca una gara opaca col freno a mano tirato. Tenta un paio di giocate, non sfrutta un regalo di De Winter alla mezz’ora e si incaponisce in un paio di dribbling. A sbrogliare una partita tesa ci pensa Florenzi, che al 45’ sbuca tra i centrali rossoblù e infila Martinez di testa. L’assist è di Chukwueze, mentre l’esultanza - rabbiosa, di cuore - arriva da chi non segnava da quasi due anni. L’ultimo squillo di “Sandrino” risaliva all’8 maggio 2022, Milan-Verona 3-1, terzultima gara della cavalcata scudetto.

FISCHI A LEAO — Il Genoa punge allo stesso modo con cui aveva aperto i giochi nel primo tempo. Attende, studia, sfrutta il punto debole e poi colpisce. Al 48’ Vogliacco trova lo spiraglio e fa partire un cross dalla destra. Ekuban, più lesto di Gabbia, buca Sportiello di testa per il 2-1. Stavolta l'errore è del centrale rossonero. A questo punto il Milan si rianima, il tutto in un clima surreale senza cori e senza incitamenti. Chukwueze segna al 51’, ma la rete viene annullata per fuorigioco, poi Giroud sbaglia l’impossibile al 69’, solo davanti a Martinez. Okafor scappa via a destra, il pallone dentro l’area è perfetto, la porta spalancata, ma il francese calcia a lato mettendosi le mani sul volto. Nel mezzo c’è l’uscita tra i fischi di Leao, sostituito a venti minuti dalla fine dopo una gara opaca e senza guizzi, eccezion fatta per un destro debole e centrale. Il portoghese cammina a testa bassa sotto la sud, si infila la pettorina e poi esce dal campo, dritto negli spogliatoi.

LA CURVA ESCE — Il pari rossonero arriva dalla certezza di questi sei mesi: Gabbia, il ragazzo del vivaio, quello rientrato dal Villarreal per fare da tappabuchi, infila Martinez di testa al 71’ e manda baci alla curva, che ovviamente resta in silenzio anche stavolta. Il tutto prima del sinistro di Giroud due minuti dopo: il francese esulta energicamente proprio sotto la sud, andando a rompere quel silenzio con un urlo forte. Come se volesse scaricare la tensione delle ultime partite tutt’altro che perfette. Al minuto 87 però, quando il mare sembra essersi calmato, il Genoa spunta di nuovo fuori come un’onda anomala, graffiando il Milan per l’ultima volta. L’autogol sfortunato è di Thiaw, reo di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato dopo un cross rasoterra dalla destra. A fine partita la squadra applaude a centrocampo, ma non va sotto la curva come fa di solito. Il motivo è semplice: la sud ha già lasciato i propri posti da una decina di minuti, intorno all'ottantesimo. Resta lo striscione, “il rumore del silenzio”, emblema di un 3-3 pieno di ombre e spunti da analizzare.
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Milan, la curva Sud contro la società. Silenzio e striscioni. E poi abbandona gli spalti
I sostenitori rossoneri chiamano in causa il club sulla strategia comunicativa, gli acquisti e la presenza istituzionale
5 maggio 2024 MILANO - Ciò che colpisce è il silenzio. Milan-Genoa si apre con lo sciopero del tifo da parte della curva Sud rossonera, cuore pulsante del milanismo. Dopo un lungo applauso in occasione del fischio d’inizio, i tifosi non hanno alzato cori e sventolato bandiere. E lo faranno per tutta la partita. Il resto dello stadio, invece, ha acclamato timidamente i giocatori e Stefano Pioli al momento della lettura delle formazioni. Il tutto dopo aver esposto uno striscione indirizzato alla proprietà. Un manifesto di ciò che i tifosi vorrebbero in vista del prossimo anno: “Strategia comunicativa - si legge - presenza istituzionale, acquisti mirati. E poi coesione ambizione capacità. Un progetto vincente parte dalla società, Milano non si accontenta”. E all'80', con il Milan avanti 3-2, la protesta si è completata con la curva Sud che ha abbandonato il proprio settore.
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Pioli: "Se vuoi essere offensivo, qualche rischio te lo prendi. I tifosi? Bisogna rispettarli"
Il tecnico del Milan: "Partiti male, ma poi abbiamo fatto la partita in lungo e in largo. Il cambio di Leao? È stato troppo poco dentro l'area avversaria"
5 maggio 2024 MILANO - Se potesse strizzare la clessidra, immaginiamo che Stefano Pioli salterebbe direttamente a lunedì 27 maggio. Stagione finita, senza più essere costretto a osservare le recidive tattiche della sua squadra e rispondere per l'ennesima volta a domande su iun futuro che è già segnato da un po'. "Siamo partiti male, nei primi venti minuti non siamo stati compatti e attenti, ma poi abbiamo fatto la partita in lungo e in largo, creando e sbagliando tantissimo - ha detto il tecnico rossonero a fine gara -. Non è questione di impegno e atteggiamento, l'avevamo ripresa con grande generosità ma poi abbiamo preso un gol che si doveva evitare per come eravamo messi".

PROTESTA — Il rammarico per non averla chiusa è ovviamente grande. "La prestazione l'abbiamo fatta, una vittoria sarebbe stata molto importante per la classifica. Poi, certo, se vuoi essere offensivo e pericoloso qualche rischio te lo prendi. La protesta dei tifosi? Bisogna rispettarli, avranno le loro motivazioni, i nostri tifosi sono sempre stati un valore aggiunto. L'eliminazione con la Roma in Europa League ha inciso, era un nostro obiettivo, è chiaro che nel bilancio finale della stagione ci sarà anche questo fattore. Il cambio di Leao? È stato troppo poco dentro l'area avversaria, avevo bisogno di una attaccante esterno che lo facesse e Okafor l'ha fatto meglio".
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Leao, ancora fischi da San Siro. E Rafa si infila nello spogliatoio sul 2-1 per il Genoa
Un'altra prestazione opaca per il portoghese che il Meazza non gli perdona. Pioli: "Non è nel suo momento migliore, Okafor ha fatto meglio di lui"
5 maggio 2024 MILANO - Si può dire che Leao abbia preso alla lettera lo striscione esposto dalla Sud e lasciato lì per tutta la gara, in balia del vento e dei pensieri di giocatori, tifosi e dirigenti. C’è scritto “il rumore del silenzio”. Quello di Rafa colpisce e fa discutere, perché dopo il cambio ha abbassato la testa, non ha rivolto la parola a nessuno ed è filato dritto negli spogliatoi. Il tutto sul 2-1 per il Genoa. Non ha visto il gol di Gabbia e il sinistro di Giroud. Gran parte di San Siro l’ha fischiato per diversi minuti, ma lui non ha reagito. Ha camminato sotto la curva in silenzio ascoltando il malumore dei tifosi.

SOSTITUITO — Leao è uno che si tiene tutto dentro e ogni tanto si lascia andare, magari dopo un bel gol o una bella prestazione - vedi l’intervista post partita dopo Milan-Psg, la sua miglior gara stagionale -, ma stavolta ha preferito andarsene negli spogliatoi. E dopo una partita così così, come confermato da Pioli in più occasioni, sia in tv sia in sala stampa: “Non è nel suo momento migliore a livello fisico - ha ribadito l’allenatore -, l’ho sostituito perché è stato troppo poco dentro l’area. In questo Okafor è stato più efficace”. E infatti lo svizzero ha servito a Giroud una palla d’oro, poi non sfruttata dal francese. Leao, invece, si è fatto vedere soltanto per una sgasata sulla sinistra dopo un “regalo” di De Winter, reo di aver gestito male un disimpegno. Rafa ha raccolto la sfera, si è accentrato e poi ha calciato debolmente al centro.

RENDIMENTO — In 67 minuti Leao ha giocato 44 palloni. Tre in meno di Pulisic e due in più di Chukwueze. Tra gli highlights ci sono un paio di colpi di tacco nello stretto, due scambi con Bennacer e Theo lungo la linea e poco più. Da lui ci si aspetta sempre che raggiunga la vetta in ogni scalata, non che si fermi al campo base e si ritiri. Quest’anno non ha segnato in campionato per più di quattro mesi, poi è tornato a pungere contro l’Atalanta e ha vissuto un periodo positivo: quattro reti e un assist in sei partite (senza contare i tre gol in Europa League). Ora è di nuovo in ombra. Ha giocato male nel derby, contro la Juve e contro il Genoa, uscendo tra i fischi. Il rumore del silenzio colpisce. L’uscita di Rafa a testa bassa negli spogliatoi ancora di più.
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view post Posted: 6/5/2024, 16:32     Lesione muscolare al bicipite femorale: Allegri perde Danilo, finale di Coppa Italia a rischio - Juventus Football Club
Lesione muscolare al bicipite femorale: Allegri perde Danilo, finale di Coppa Italia a rischio
All'indomani del pareggio a Roma, il capitano della Juventus si ferma per una lesione miotendinea di basso grado del bicipite femorale. Niente Salernitana, obiettivo l'Atalanta tra poco più di una settimana
6 maggio 2024 TORINO - Brutte notizie per la Juve: si ferma Danilo, a causa di una lesione miotendinea di basso grado del bicipite femorale della coscia sinistra. Il capitano bianconero ha già cominciato l’iter riabilitativo, dopo aver riferito del fastidio nell'immediato post gara di Roma: non ci sarà sicuramente nel prossimo match con la Salernitana, in programma all’Allianz Stadium, ma proverà a rimettersi a disposizione di Allegri per la finale di Coppa Italia del 15 maggio.

SOLUZIONI ALTERNATIVE — Allegri nel frattempo dovrà trovare una soluzione alternativa, provando a capire prima di tutto su chi potrà contare per il prossimo match: Alex Sandro, fuori dai convocati per l’ultima trasferta a seguito di un sovraccarico al soleo della gamba destra, dovrebbe tornare in gruppo. E nel caso in cui giocasse, il brasiliano andrebbe a raggiungere Nedved in testa alla speciale classifica degli stranieri con più presenze nella storia della Juve. In alternativa, potrebbe toccare a Rugani o eventualmente a De Sciglio, specie se venisse proposta la linea difensiva a quattro e non a tre. In realtà ci sarebbe anche Djalò, che però fino a questo momento non è stato utilizzato e, dunque, non ha neanche fatto il debutto in maglia bianconera.
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view post Posted: 6/5/2024, 16:27     Juve, la lista dei possibili partenti: da Perin a Kean, c'è un'intera squadra in uscita - Juventus Football Club
Juve, la lista dei possibili partenti: da Perin a Kean, c'è un'intera squadra in uscita
Chi perché in scadenza di contratto e chi per scelte di opportunità, molti potrebbero lasciare il club quest'estate
6 maggio 2024 MILANO - Un’intera squadra in partenza. L’estate della Juve si preannuncia interessante non solo per il mercato in entrata, ma anche per le vendite che potrebbero aumentare le risorse da reinvestire. Chi perché vicino alla scadenza del contratto, chi per una questione di opportunità: le valutazioni sono appena cominciate, sarà il mercato a indirizzare le cessioni ma per il momento ad avere la valigia pronta sono proprio in tanti. Oltre a Pogba, che presto dovrebbe separarsi ufficialmente dalla Juve per via della maxi squalifica per doping.

DIFESA — Le voci sull’interesse della Juve per Di Gregorio liberano virtualmente Perin. L’estremo difensore ha il contratto in scadenza nel 2025 ma il club è obbligato a pianificare in anticipo il futuro della porta, dal momento che anche Szczesny (che ha rifiutato la proposta di rinnovo con ingaggio ridotto) l’estate prossima avrà un solo anno di contratto. Alex Sandro è prossimo ai saluti per via della scadenza dell’accordo al 30 giugno, mentre Bremer - sul quale a gennaio si muoveva già il Manchester United - potrebbe lasciare per una cifra congrua: nel suo contratto c’è una clausola parametrata alla dimensione dei club della Premier League che lo tratta, fissata nel 2025, tra i 60 e i 70 milioni, ma tra le parti c’è anche un accordo verbale sulla possibilità di liberarlo prima per una cifra di quella portata. Discorso diverso per Djalò: non si è ancora ambientato nel calcio italiano, prende forma l’ipotesi del prestito per tornare a giocare con meno pressioni dopo il lungo stop.

CENTROCAMPO — In attesa di conoscere il futuro di Rabiot, che è a scadenza di contratto ma non ha ancora sciolto le riserve sulla possibilità di rimanere ancora in bianconero, la Juve potrebbe pianificare le uscite di McKennie, Miretti e Nicolussi Caviglia. L’americano dovrebbe salutare definitivamente, considerato che ha rimbalzato al mittente la proposta di rinnovare con ingaggio ridotto. Quanto agli altri due, invece, bisognerà comprendere come si muoverà il mercato attorno: sono entrambi cresciuti nel vivaio bianconero e dunque non pesano sulle liste, ma di fronte a offerte interessanti la Juve avrà l’obbligo di ascoltare ed eventualmente trattare la vendita. Per Miretti bisogna tenere d’occhio la traccia Monza, per Nicolussi Caviglia si è già mosso il Bologna.

ATTACCO — La situazione in attacco è simile a quella degli altri reparti: almeno tre giocatori in bilico, senza contare la necessità di blindare Chiesa (che ha il contratto in scadenza e vuole prima conoscere il nuovo progetto) e provare ad allineare lo stipendio di Vlahovic al nuovo piano di ridimensionamento dei costi. Kostic sembra destinato alla cessione per lasciare spazio a un esterno mancino con caratteristiche diverse e a costi inferiori. Verso i titoli di coda anche Milik e Kean: il primo vorrebbe trovare collocazione in Premier League, il secondo si guarda attorno perché non vuole prolungare il contratto con la Juve guadagnando meno. Da verificare anche il futuro di Iling, anche lui in scadenza nel 2025: ha avuto poche occasioni quest’anno per trovare continuità, ma resta un potenziale obiettivo di alcuni club inglesi.
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view post Posted: 6/5/2024, 16:30     Bremer risponde a Lukaku, Kristensen e Chiesa sbattono sui legni: Roma-Juve finisce 1-1 - Juventus Football Club
Bremer risponde a Lukaku, Kristensen e Chiesa sbattono sui legni: Roma-Juve finisce 1-1
I due gol nel primo tempo stabiliscono il pareggio in una partita ricca di azioni da gol tra due squadre alla ricerca della qualificazione in Champions League
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5 maggio 2024 ROMA - La Roma passa in vantaggio nel primo tempo con Romelu Lukaku, ma la Juventus trova quasi subito il pareggio con Gleison Bremer. Finisce 1-1 all’Olimpico, ma i gol sarebbero potuti essere molti di più tra brividi, salvataggi, parate (di Svilar e Szczesny) e occasioni. A partire dalla traversa di Kristensen e dal palo di Chiesa. Partita vibrante fino al novantesimo. Alla fine il pareggio (il quarto consecutivo in A) non consente alla Signora di festeggiare aritmeticamente il ritorno in Champions (sarebbe servita una vittoria), che però è sempre più vicino e può arrivare già la prossima domenica vincendo all’Allianz Stadium contro la Salernitana retrocessa. Il punto tiene viva anche la corsa della Roma, dopo la semifinale di Europa League attesa dallo scontro diretto con l’Atalanta.

LUKAKU-BREMER GOL — De Rossi fa turnover in difesa e inserisce Baldanzi a rimorchio di Lukaku con Dybala e Pellegrini. Allegri rilancia Chiesa in coppia con Vlahovic. I giallorossi non sembrano né stanchi né distratti dalla semifinale di Europa League contro il Bayer Leverkusen (k.o. per 2-0 all’andata, giovedì il ritorno) e i bianconeri danno la sensazione di voler chiudere in anticipo la pratica Champions League. Il risultato è un primo tempo aperto e con diverse occasioni da una parte e dall’altra. La Roma prima impaurisce la Juventus (traversa di Kristensen) e poi sblocca la dopo un quarto d’ora con Lukaku, uno dei protagonisti più attesi dopo il lungo tormentone estivo con la Signora. Il belga è freddo davanti a Szczesny, ma i meriti vanno spartiti con Baldanzi (bravo ad avviare l’azione sulla destra) e con lo sfortunato Gatti, che nel tentativo di respingere un tiro di Cristante sforna a Big Rom il migliore degli assist possibili. La reazione della Juventus, in avvio pericolosa con una conclusione fuori bersaglio di Vlahovic, è tutta nelle sgasate di Chiesa. Fede è in serata e, dopo qualche strappo dei suoi, intorno alla mezzora confeziona un cross perfetto per l’incornata vincente di Bremer, che anticipa Kristensen a centro area. All’energia di Chiesa, i giallorossi contrappongono la freschezza di Baldanzi, prezioso anche nel procurarsi punizioni invitanti dal limite dell’area. Ma Dybala, non al massimo e sostituito all’intervallo da Zalewski, non ha il piede caldo come nei tempi migliori.

PALO DI CHIESA — La partita si apre ancora di più nella ripresa a suon di folate e ribaltamenti di fronte. Merito del cambio marcia di Rabiot e di Chiesa, che in avvio sfiora il 2-1 con una super giocata e viene fermato soltanto dal palo, e di un intervento di Weah (già ammonito in avvio) su Paredes che scatena le proteste di De Rossi e la reazione della Roma. Alla fine l’arbitro Colombo punisce il fallo, ma non estrae il cartellino giallo. Ci pensa Allegri a richiamare subito l’americano in panchina, sostituendolo con Kostic. Ma nel momento migliore dei bianconeri, si riaccende la Roma: Pellegrini e Kristensen sfiorano il vantaggio, decisivi i salvataggi sotto porta di Bremer e Danilo. Pressione giallorossa che spinge Allegri a cambiare la Juventus per il finale. L’allenatore bianconero, proprio come aveva fatto in precedenza De Rossi (dentro Abraham e Azmoun per Lukaku e Baldanzi), ribalta l’attacco cambiando uno spento Vlahovic con Milik e un Chiesa in riserva con Kean. Ma tanto l’azzurro quanto Locatelli vengono murati da Svilar. Decisivo anche Szczesny, che nel recupero dimostra di non essere da meno del collega salvando su Abraham.
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Allegri: "Pari di peso. Ma in un minuto abbiamo regalato due palle facili"
Così l'allenatore della Juve: "Rivedendo il tiro di Abraham mi sono spaventato, anche se era il replay"
5 maggio 2024 MILANO - "Abbiamo portato a casa un pari importante. Alla fine in un minuto abbiamo regalato due palle facili, è stato bravo Szczesny", ha detto l'allenatore della Juve Max Allegri dopo l'1-1 dell'Olimpico. Il tecnico ancora una volta ha scagliato per terra la giacca abbandonando il campo prima del triplice fischio. "Rivedendo il tiro di Abraham mi sono spaventato, anche se era il replay", ha poi stemperato i toni.

L'ANALISI DEL MATCH — "Abbiamo rischiato di perdere una gara che non eravamo riusciti a vincere. Abbiamo avuto delle occasioni, poi negli ultimi due minuti c’è stata una gestione palla incredibile. Abbiamo rischiato di perderla quando dovevamo mantenere il pari per il vantaggio dello scontro diretto".

BILANCIO — Sul girone di ritorno: "Il rammarico c’è, facevo delle riflessioni su questo periodo dove ne abbiamo vinte solo due. A volte il calcio è bestiale, ci sono periodi dove le cose ti vanno bene, e altri dove vanno male. Dopo le sconfitte con Inter e Udinese siamo un po’ crollati. Se perdi di vista l’obiettivo principale e hai 12/14 punti di vantaggio su quelle dietro tendi a rallentare. Ci sono state espulsioni in sequenza, Kean non stava bene, Chiesa non stava bene, Rabiot si è fermato, a McKennie è uscita la spalla… Dal lato positivo, in quei momenti dove rischi di capitolare e tutti ti vengono addosso, siamo stati bravi a fare un passettino alla volta. Ora possiamo chiuderla con la Salernitana. C’è rammarico, si poteva fare meglio ma si sono incastrate diverse coincidenze negative. Quest’anno hanno giocato tanto i tre centrocampisti, poi ad un certo punto sono anche mancati per infortuni: Rabiot ne ha saltate diverse, poi ci è mancato Fagioli, lo stesso Pogba. Sono giocatori di qualità che potevano darci una mano sicuramente".

LA PROSSIMA — "Ora pensiamo alla gara di domenica, domenica c’è il match ball. Poi c’è la finale di Coppa Italia. Per il futuro la società valuterà la rosa, poi un’ottima base c’è, anche per caratteristiche dei singoli giocatori. In questo momento siamo vicini alla Champions e c’è questa bellissima finale di Coppa da giocare". Sui problemi della Juve: "Ho imparato da piccolo che il centrocampo fa funzionare la squadra. Se gioca bene gli attaccanti vanno bene, se gioca male i difensori funzionano peggio. Abbiamo giocato con Locatelli, McKennie, Rabiot e Miretti fino a gennaio, gli altri due non li abbiamo mai avuti. Ma non ci siamo mai tirati indietro e abbiamo lavorato tanto sui nostri limiti".
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Tiri, assist, dribbling, un palo: Juve, bivio Chiesa. Se gioca così, non puoi rinunciarci
All'Olimpico Fede ha giocato una delle sue migliori partite dell'anno. La Juve rinvia ogni discorso sul suo futuro a fine anno: se resta, rinnova. Altrimenti...
6 maggio 2024 MILANO - A un Chiesa così non si può rinunciare. Contro la Roma il 7 bianconero ha giocato la sua migliore partita della stagione: senza gol e senza assist, ma con una prova che ha messo ben in evidenza attorno a chi potrebbe crescere la Juve del nuovo ciclo. All’Olimpico, in quel campo che nel gennaio 2022 lo aveva visto accasciarsi per terra a causa di un grave infortunio (che lo ha tenuto fuori e condizionato un anno circa), Chiesa è stato protagonista colpendo un palo e determinando le altre circostanze in cui la squadra di Allegri avrebbe potuto fare gol per conquistare il bottino pieno. Una serata manifesto per indirizzare i discorsi sul prolungamento del contratto, che sarà il tema più caldo al termine della stagione bianconera.

RINNOVO — Chiesa ha il contratto in scadenza nel 2025 e la Juve ha la necessità di blindare l’investimento fatto: complessivamente 60 milioni tra il prestito (10), il riscatto (40) e i bonus (10). Il calciatore fin qui ha preso tempo, Giuntoli - prima del match dell’Olimpico - ha rinviato ogni discorso a fine stagione: certo è che la questione del contratto non è per niente secondaria, considerato che si tratta di un top player della rosa. La sensazione è che i dialoghi potrebbero prendere un indirizzo più definito quando sarà chiaro il progetto tecnico della Juve, così che il giocatore possa capire quale sarebbe la collocazione per lui: non è un segreto che si veda piuttosto chiuso e non valorizzato nell’attuale 3-5-2 di Max Allegri.

PROGETTO — Il futuro di Chiesa però non dipende solo dal calciatore, che pure vorrebbe un adeguamento dell’ingaggio parametrato al gruppo e al suo ruolo di riferimento. Il club intende anche valutare il mercato: di fronte a una proposta congrua, irrinunciabile, alla Continassa potrebbero decidere di dar seguito alle trattative. Diversamente, la Juve è indirizzata a trattenere Chiesa ma strappando la firma sul rinnovo: anche breve, in modo da blindare l’investimento e riaprire la trattativa più avanti con meno pressione nel confronto. Il calciatore, in un altro progetto tattico (e qui l’eventuale separazione da Allegri potrebbe chiaramente spostare gli equilibri nelle scelte), andrebbe a esprimersi meglio e con maggiore efficacia: tornerebbe utile anche al club far aumentare il suo valore del giocatore.
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view post Posted: 5/5/2024, 09:30     Inter, le riserve "steccano". Oltre a Zielinski e Taremi, servono altri rinforzi per il 2024-25 - Sbeffeggiar è naturale quando si parla di internazionale
Inter, le riserve "steccano". Oltre a Zielinski e Taremi, servono altri rinforzi per il 2024-25
In vista di una stagione che sarà ancora più lunga complice la nuova Champions e il Mondiale per club, Inzaghi ha bisogno di allargare la rosa. Sanchez, Klaassen e Cuadrado ai saluti, crescono i dubbi su Dumfries
5 maggio 2024 MILANO - Una partita di fine stagione, con lo scudetto già in tasca, che arriva dopo i festeggiamenti di domenica e dopo una settimana di allenamenti così così, non è il massimo per giudicare i giocatori che sono stati meno utilizzati nella stagione. Premessa obbligatoria e doverosa. Detto questo, è però innegabile che al Mapei Stadium, con quasi tutti i titolari in panchina, l'Inter non è stata neppure lontana parente della squadra feroce che in campionato prima di ieri aveva perso un solo incontro, peraltro proprio contro il Sassuolo. In attacco Sanchez e Arnautovic hanno steccato, confermando che oltre a Taremi, serve un'altra punta che dia garanzie in un'annata caratterizzata dalla super Champions e dal Mondiale per club, tra giugno e luglio. Il cileno ha già le valigie in mano, ma anche la conferma dell'austriaco, che ha avuto un doppio infortunio, non ha mai trovato la migliore condizione e ha compiuto trentacinque anni due settimane fa, sarà oggetto di riflessioni. Soprattutto se la dirigenza porterà avanti il progetto, annunciato dal d.s. Ausilio, di avere in rosa quattro attaccanti anche la prossima stagione. Basterebbero infatti Lautaro, Thuram, Taremi e Arnautovic per puntare allo scudetto bis (obiettivo già annunciato da Marotta) e a fare più strada in Europa rispetto agli ottavi raggiunti quest'anno? Un bell'interrogativo. La verità è che Gudmundsson servirebbe moltissimo perché ha le caratteristiche che a Inzaghi mancano. All'inizio ufficiale del mercato, però, mancano quasi due mesi e alla fine... addirittura quattro. Possono venir fuori tante occasioni al netto di un investimento sul giovane francese Ilenikhena che come attaccante piace parecchio per il presente e soprattutto per il futuro.

DUMFRIES, CHE FARE? — L'olandese sta trattando il rinnovo del contratto perché, secondo l'Inter, trovare un giocatore più pronto di lui a certe cifre non è semplice. Inzaghi lo terrebbe volentieri e lo stesso i dirigenti. Il problema è che Denzel nel derby si è fatto espellere per la rissa con Theo Hernandez, che durante la festa scudetto è scivolato sulla buccia di banana dello striscione contro il milanista e che a Reggio Emilia ha sbagliato sul gol di Laurienté (e non solo...). Insomma il suo finale di stagione non è stato all'altezza delle aspettative, come non lo era stato una fetta del 2023-24. Kayode è un'opzione per la fascia destra se arriverà un'offerta per l'olandese che ha il contratto in scadenza nel 2025 e dunque, senza prolungamento, dovrà essere venduto per evitare di perderlo a zero.

BUCHANAN "DIVERSO" — Come Sanchez, le valigie pronte le hanno anche Klaassen e Cuadrado, al Mapei Stadium entrati nella ripresa. Sono entrambi senza contratto. Idem Sensi. Il posto del primo (professionista esemplare, ma sembrato poco adatto al nostro calcio) sarà preso da Zielinski, quello del colombiano da Buchanan che è stato acquistato lo scorso gennaio, ma che finora è stato utilizzato sempre a sinistra. Può giocare anche lì perché su quella corsia è stato utilizzato spesso in passato, ma era stato preso... per la fascia opposta. Per giudicare il canadese conviene però attendere la prossima stagione, quando avrà avuto un mese abbondante di lezioni estive dal professor Inzaghi e avrà assimilato con calma ciò che ancora fatica a interpretare.

NODO DIFESA — Un discorso a parte lo merita la difesa perché Carlos Augusto e all'occorrenza Acerbi (o addirittura Dimarco) possono ricoprire il ruolo di marcatore di sinistra della linea a tre. Per dare riposo a Bastoni. Ma se il brasiliano viene utilizzato in quella posizione, viene meno una preziosa alternativa all'esterno azzurro che in questa stagione è spesso stato sostituito a partita in corso. Un elemento in più là dietro farebbe comodo. Anche perché le partite saranno tante e l'Inter campione d'Italia deve farsi trovare pronta su tutti i fronti. Non solo con i titolari, ma anche con le riserve. Cosa che non è successa al Mapei Stadium. Poco male perché adesso il tricolore è già al sicuro, ma nel 2024-25 si riparte da zero.
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view post Posted: 5/5/2024, 09:28     Inzaghi: "Male l'approccio e la partenza lenta. Mercato? Dobbiamo rinforzarci" - Dichiarazioni post sconfitta
Inzaghi: "Male l'approccio e la partenza lenta. Mercato? Dobbiamo rinforzarci"
L'allenatore dell'Inter dopo la sconfitta col Sassuolo: "Dispiace per il ko, a fine primo tempo avremmo meritato il pareggio"
4 maggio 2024 MILANO - Due sole sconfitte in Serie A, entrambe contro la stessa squadra, che peraltro sta lottando per non retrocedere. È la bizzarra statistica che emerge da Sassuolo-Inter, con i nerazzurri che escono dal doppio confronto con un pugno di mosche. Certo, a livello di classifica la partita non aveva nulla da dire alla capolista già campione d'Italia, ma a fine partita Simone Inzaghi non può essere contento di quanto visto al Mapei Stadium: "Siamo partiti lenti e non abbiamo approcciato bene la gara - spiega l'allenatore della capolista -, dopo il gol abbiamo fatto meglio e avremmo meritato il pareggio. Nel secondo tempo abbiamo cambiato assetto, ma abbiamo creato poco. Era da 42 partite che segnavamo e ci tenevamo a questo obiettivo, ma va dato merito anche al Sassuolo. Dispiace per la sconfitta".

AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA — L'allenatore risponde poi anche alle domande sul titolo appena vinto e su una prossima stagione particolarmente impegnativa: "Questo per noi è lo scudetto della gioia - continua Inzaghi -, in un percorso cominciato tre anni fa. L'Inter ha meritato questo trofeo, ma stasera non c'era purtroppo la stessa euforia dei giorni scorsi. Con il Mondiale per Club la stagione 2024-2025 sarà più lunga: dovremo ampliare la rosa e si potranno allungare le liste in Europa, sarà una cosa nuova per tutti. Con la società e i preparatori stiamo già preparando la nuova stagione".

CALCIOMERCATO — L'ultimo argomento che tocca Inzaghi, infine, è quello delle trattative estive, tra quelle completate e quelle da architettare ancora: "Due acquisti importanti e mirati sono stati fatti, va dato merito alla società che era già al lavoro mentre ci giocavamo lo scudetto. Con Marotta, Ausilio e Baccin stiamo già vedendo altri giocatori, sicuramente dovremo rinforzarci. Quest'anno abbiamo lavorato bene con lo staff con la prevenzione e dovremo essere ancora così bravi. Ho già detto alla società che voglio ripartire con tutti loro, nessuno in meno. Si parla degli attaccanti, ma sia Arnautovic che Sanchez si sono fatti trovare pronti e sono stati importanti. Capisco che la società abbia altre esigenze, ma sa che vorrei ripartire con gli stessi ragazzi".
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view post Posted: 5/5/2024, 09:21     L'Inter si distrae...e il Sassuolo ne approfitta. Laurienté gol, Ballardini respira - Stagione 2023/2024
L'Inter si distrae...e il Sassuolo ne approfitta. Laurienté gol, Ballardini respira
I campioni d'Italia, svagati dopo i festeggiamenti di domenica scorsa, mai in partita: annullato un gol a Lautaro
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4 maggio 2024 REGGIO EMILIA - Tra le bizzarre strade del calcio, ci si imbatte pure in questa: la tiranna del campionato che perde due volte su due contro una squadra che annaspa per non retrocedere. L’Inter capace di dominare ferocemente su ogni campo è caduta contro una sola squadra di questo campionato, l’umile Sassuolo: dopo il capitombolo di fine settembre, ecco quest’altro di inizio maggio, ben diverso perché arrivato dopo una settimana di lunghi festeggiamenti nerazzurri per la stella. Se Inzaghi perde l’occasione di sfondare i 100 punti e interrompe la serie di 42 partite con gol, Ballardini trova invece l’insperato impulso per crederci ancora: agganciata l’Udinese al terzultimo posto (con una partita in più), la salvezza è davvero possibile adesso. Tra l’altro, l’Inter venerdì andrà a Frosinone e potrà diventare l’arbitro di questa lotta senza quartiere, sempre a patto di giocare con altro spirito rispetto a quello un po’ vacanziero visto al Mapei Stadium.

L'AVVIO — L’Inter, col cuore leggero e una nuova stella a illuminare il cammino, può finalmente distribuire minuti a chi meno ne ha avuti finora: dentro così Audero, Asllani, Frattesi e Sanchez a far coppia con Lautaro. Carlos Augusto fa riposare ancora una volta Dimarco e De Vrij gioca al posto dell’infortunato Acerbi. Il Sassuolo è invece spalle al muro e con una pistola puntata: per provare a uscire dall’angolo, Ballardini sorprende ancora una volta e azzarda la difesa a tre, anche se non c’è Tressoldi squalificato. Dietro giocano Erlic, Kumbulla e Ferrari, mentre in mediana la grande sorpresa è Lipani dietro agli interni Henrique e Thorstvedt: il suo compito è bloccare la manovra dei campioni di Italia sulla trequarti in un originale 3-1-4-2. A completare Toljan e Doig come esterni di centrocampo e la coppia Laurienté-Pinamonti, spesso lasciata troppo sola: due attaccanti così non sono programmati per lottare per sopravvivere, eppure devono fare di necessità virtù. La squadra di Inzaghi, poi, non ha esattamente il sangue agli occhi come nelle ultime partite. Dopo un tiro pericoloso di Thorstvedt e un altro di Lipani in libera uscita, ecco la rete emiliana per gentile concessione di Dumfries. L’olandese ancora in versione festa scudetto (non è il solo…) si fa borseggiare la palla di Doig, che poi trova in mezzo Laurienté: è un gol che la squadra di Ballardini aspettava come acqua nel deserto. Dumfries avrebbe pure l’occasione di farsi perdonare immediatamente, ma su un assist bellissimo e di prima di Asllani ciabatta fuori a tu per tu con Consigli: non è neanche la mezzora e già la partita ha un peggiore in campo.

ANCORA FESTA — Difficile sintonizzarsi dopo una settimana di bagordi, normale che l’Inter vada a singhiozzo più o meno per tutta la gara: Lautaro, mai così fuori giri, è l’esempio della serata interista tanto strana. Solo nell’ultima parte del primo tempo la squadra di Inzaghi riesce a sciogliersi un po’ e a occupare la metà campo avversaria, senza mai mostrare troppa convinzione. Il gol del pari sarebbe pure arrivato su tiro di Carlos Augusto deviato in rete di Lautaro prima della fine del primo tempo, ma dopo lunga consultazione Var l’arbitro Marchetti fischia il fuorigioco: il Toro, a digiuno da Inter-Atalanta del 28 febbraio, non riesce proprio a sbloccarsi. Anche nei secondi 45’ è spesso Bastoni a traghettare l’azione davanti in un’Inter sempre sotto ritmo. Tra l’altro, per il difensore mancino questa partita conta simbolicamente più che per i compagni: ha ufficialmente tagliato il traguardo delle 200 presenze con la maglia dell'Inter, davanti a lui solo Lautaro (280), De Vrij (235) e Barella (231).
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EMBLEMATICO — Mentre lo stadio, tutto interista, intona cori scudetto e lo invita a saltellare come aveva fatto a San Siro, Simone Inzaghi accenna al massimo un applauso. Pensa solo a urlare e a dare indicazioni perché perdere per la seconda volta di fila con il Sassuolo va di traverso: con l’ingresso di Cuadrado al posto di Dumfries e Arnautovic per Mkhitaryan, il tecnico nerazzurro schiera una formazione ben più offensiva in cui Sanchez fa il trequartista. In più, si aggiunge Buchanan a sinistra e Barella in mezzo per alzare i giri del motore. Di contro, il Sassuolo si abbassa e decide di badare esclusivamente al sodo, ovvero alla conservazione del vantaggio con Erlic e Ferrari a saltare sulla pioggia di cross che arriva: le pochissime ripartenze sono affidate solo all’elettricità di Laurienté e a qualche palla tenuta su da Pinamonti. All’80’ Kumbulla fa un miracolo in copertura su Arna servito da Cuadrado nell’area piccola: a pensarci è solo la prima occasione nerazzurra nella ripresa, emblematico più dello stesso risultato.
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view post Posted: 5/5/2024, 09:17     Conceiçao ci crede: Sergio oggi vede il Porto e lavora per convincere tutto il Milan - Calciomercato milanista
Milan, per la panchina spunta anche Sergio Conceiçao: i dettagli
Il tecnico portoghese, ex centrocampista di Inter, Lazio e Parma, è entrato nella rosa dei candidati
3 maggio 2024 MILANO - Wendell, Wanderson Galeno, André Villas Boas, Jorge Mendes. I nomi, più o meno conosciuti, possono essere sorprendentemente decisivi nella scelta del nuovo allenatore del Milan. Wendell e Galeno sono i due giocatori del Porto che, negli ottavi di Champions, hanno sbagliato i rigori decisivi... e ai quarti è andato l’Arsenal. Se il Porto avesse eliminato i rossi di Londra, Sergio Conceiçao sarebbe diventato istantaneamente materiale da Premier League. André Villas Boas ha appena vinto le elezioni per la presidenza del Porto, interrompendo il regno di Pinto da Costa, che durava più o meno da quando il Portogallo era occupato dai Visigoti. Se fosse rimasto Pinto da Costa, il contratto fino al 2028 firmato da Conceiçao sarebbe stato effettivo. Invece la realtà, oggi, è diversa. La realtà dice che Sergio Conceiçao può liberarsi dal Porto e per il Milan sì, lo farebbe. Soprattutto, Conceiçao ieri ha guadagnato punti nella lista rossonera. Effetto del pressing del quarto uomo: Jorge Mendes.

PERCHÉ PUÒ PIACERE — Mendes è l’agente dell’ex esterno d’attacco di Lazio e Inter. Soprattutto, da anni è l’agente più noto al mondo. Mendes in queste ore chiama il Milan e insiste: Conceiçao, Conceiçao. Può farcela? Si capirà presto. Il Milan, che ovviamente aveva già considerato l’opzione, di sicuro considera Sergio un allenatore interessante, dal curriculum di livello. Il Porto frequenta abitualmente la Champions League: nel 2021-22 ha incontrato il Milan nel gruppo vincendo a Oporto e pareggiando a Milano e nel 2022-23 è arrivato a un tiro dal portare l’Inter ai supplementari negli ottavi della grande coppa. Sergio Conceiçao è al Porto da sette stagioni, ha vinto tre campionati e dieci trofei in totale. In questa stagione, però, è terzo a -18 dallo Sporting Lisbona capolista. Lope e i tifosi La curiosità ora riguarda i tifosi. Il Milan aveva in Julen Lopetegui l’allenatore designato ma non ha chiuso per la reazione popolare, della curva più che dei milanisti sui social. Come verrebbe accolto Conceiçao? Le prime reazioni sui social sembrano positive, al netto di un biennio interista: il portoghese ha giocato all’Inter dal 2001 al 2003, giocando da titolare anche la semifinale di Champions contro il Milan. E a proposito di Lopetegui, ieri c’è stata la rottura totale con il Milan: Julen il basco adesso guarda altrove. Perché Sergio vuole E allora? E allora la prossima settimana può dire qualcosa di interessante. Conceiçao dopo la partita di stasera - diciamo tra domani e martedì - vedrà Villas Boas, per capire se è il caso di continuare. L’impressione, in Portogallo, è che il divorzio sia decisamente più probabile della conferma. Conceiçao è molto legato al Porto, con cui ha giocato in due momenti anche da calciatore, ma si sente stanco e nell’ultimo periodo ha avvertito molto le pressioni. Non tutte, diciamo, ammortizzate dal club. Se il Milan chiamasse, ascolterebbe molto interessato. Il “derby” da ex interista per lui non sarebbe un problema perché in Italia c’è solo una squadra in cui non si sentirebbe a suo agio: la Roma.

GLI ALTRI CANDIDATI — Il Milan invece, dopo il caso-Lopetegui, riflette. Non vuole mettersi fretta e considera che, in fondo, alcune panchine di alto livello in Europa sono già state assegnate. La concorrenza ci sarà, ma non sarà totale. La volontà di lasciarsi nel modo migliore con Pioli impone un annuncio a fine stagione ma i prossimi 10-15 giorni saranno fondamentali. Un altro portoghese, Paulo Fonseca, è in lista: sta lottando per riportare il Lilla in Champions e a Roma, nella sua prima stagione, ha fatto 70 punti. Il massimo dal 2018 a oggi. L’opzione Roberto De Zerbi per ora non decolla - i 14 milioni da pagare al Brighton sono considerati decisamente troppi dal Milan - mentre Mark van Bommel, alla fine della sua vita all’Anversa, e Roberto Martinez, c.t. del Portogallo, sono tra i profili apprezzati. Un dizionario di portoghese, diciamo, può far comodo.
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view post Posted: 5/5/2024, 09:14     Il Milan non vince più. Soffre, rimonta e poi si butta via: pari Genoa nel finale - AC Milan
Contestazione no, sciopero sì: niente cori e bandiere dei tifosi a San Siro per Milan-Genoa
Contro i rossoblù Curva Sud e Milan club si asterranno dal sostenere la squadra e invitano tutto lo stadio a fare lo stesso: "L'unico obiettivo è incentivare la società a proseguire nella linea d’investimenti intrapresa la scorsa stagione"
3 maggio 2024 MILANO - Il momento è caldo. Decisamente caldo: la seconda stella nerazzurra, per quanto ampiamente attesa ormai da tempo, ha fatto da detonatore per tutti i malumori del popolo milanista. Che prima si sono riversati sulla potenziale scelta per la panchina della prossima stagione - Lopetegui? No, grazie... - e ora proseguono in attesa di qualche cenno confortante da parte del club. Tradotto: domenica col Genoa (ore 18) a San Siro ci sarà lo sciopero del tifo, come ha annunciato la Curva Sud sui social.

I MOTIVI — "Domenica contro il Genoa Curva Sud Milano ed Aimc (l'associazione dei Milan club, ndr) non esporranno striscioni/bandiere/stendardi e si asterranno da qualsiasi forma di tifo - riporta il comunicato degli ultrà -. Invitiamo tutto il resto del pubblico presente allo stadio a unirsi a questa forma di protesta che ha come unico obiettivo quello di incentivare la società a proseguire nella linea d’investimenti intrapresa la scorsa stagione, puntando su un allenatore che sappia stimolare il gruppo e valorizzare i giovani, facendo acquisti mirati nei ruoli lasciati scoperti questa stagione. Non spetta a noi come sempre fare scelte e nomi, la cosa importante è che la società mandi un segnale chiaro e forte di voler rafforzare il progetto imbastito la scorsa estate".
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view post Posted: 5/5/2024, 09:12     Sesko-Guirassy, corsa Milan per il numero 9! E Jovic va verso la conferma - Calciomercato milanista
Sesko-Guirassy, corsa Milan per il numero 9! E Jovic va verso la conferma
Con Giroud a Los Angeles, il serbo potrebbe restare per una o più stagioni. Poi si cercherà un titolare e il guineano dello Stoccarda è in saldo...
3 maggio 2024 MILANO - Il gioco dei 9 è tornato. Hanno rifatto il programma tv anni Novanta e, già che ci siamo, il calciomercato ha scelto il grande tema per la sua estate. È un grande classico della casa: nel 2024 più che mai, tutti cercano un centravanti. Il Milan ha perso Giroud, la Juve vuole Zirkzee, l’Inter cerca comunque una punta, il Napoli manderà Osimhen oltre confine, la Roma e la Lazio rischiano di dover sostituire Lukaku e Immobile. E ancora: il Bologna probabilmente affronterà la Champions senza Zirkzee, la Fiorentina ha bisogno di gol e non si sottrarrà. Sembra una partita di Risiko in cui tutti hanno lo stesso obiettivo.

ANCORA JOVIC — Il Milan guida la compagnia perché ha più bisogno delle altre e pensa al centravanti dall’inverno. Forse dall’autunno. Olivier Giroud ha firmato e deciso da tempo: sarà LAFC. Il Milan insomma cerca un centravanti titolare e probabilmente lo cercherà ancora a lungo: non sono attese decisioni a giorni. Prima di parlare dei favoriti, però, una novità di queste ore. Il Milan e Luka Jovic sono più vicini a un accordo per continuare insieme. Jovic è arrivato al Milan il primo settembre, all’ultimo momento utile. Aspettava a Milano, quando il Milan ha dato il via libera ha firmato un contratto di un anno. La Fiorentina lo aveva appena lasciato libero. Un anno dopo, il Milan può scegliere di rinnovare quell’accordo per un’altra stagione o stringergli la mano dopo l’accordo per un contratto più lungo. Nella sostanza, cambierebbe poco: vorrebbe dire continuare insieme. E a inizio maggio, si può dire: la possibilità che accada sono alte. Può esserci una svolta a breve.

IL CONTESTO — Moncada, Ibrahimovic e Furlani, insomma, possono mettere un’ipoteca sul centravanti di riserva per poi concentrarsi sulla scelta del 9 titolare. Con un rischio di fondo: la crescita dei prezzi, almeno tra maggio e giugno. I centravanti costano sempre più degli altri e in questo 2024 il trend potrebbe essere più evidente del solito: se tutti cercano, il prezzo medio sale. Ecco perché si rischia di arrivare alla spesa più alta di sempre per un rossonero. Leonardo Bonucci nel 2017 è costato 42 milioni ed è decisamente possibile che quella cifra venga superata.

I CANDIDATI GIOVANI — Joshua Zirkzee è il più seguito dall’estate ma fuori dal supermercato c’è la fila: riconosciute Arsenal e Juventus ai primissimi posti. Il Milan ha provato e proverà a prendere JZ ma guarda anche altrove, secondo strategia societaria: mai inseguire un solo obiettivo, sempre portare avanti più trattative e al momento buono scegliere. Benjamin Sesko è sempre stato tra i preferiti: è molto diverso da Zirkzee ma il Milan lo apprezza da sempre. Ha fisico e colpi, attacca la profondità, sa stare in area e ogni tanto fa un gol vagamente vanbasteniano, che non guasta. Nella prima stagione al Lipsia, ha segnato 11 gol in Bundesliga, 2 in Champions e 2 in Coppa di Germania. Nelle quattro partite giocate in aprile ha segnato quattro volte: un timbro a partita, regolare.

L’UOMO IN SALDO — Serhou Guirassy è un attaccante differente, con rischio e prezzo differenti. Ha un vantaggio notevole: costa 17,5 milioni, il valore della clausola, mentre per gli altri candidati servono 50-60 milioni. Come per tutti i candidati, c’è un coefficiente di rischio. Guirassy fino ad agosto non aveva mai segnato più di 13 gol in un campionato ma in questo 2023-24 ha esagerato: 25 gol, secondo marcatore del campionato dopo Harry Kane. Lo Stoccarda con lui è terzo e insomma, a Guirassy è riuscito di tutto. A 28 anni, non un’età da crescita verticale, la domanda è naturale: si ripeterebbe? I suoi tifosi sottolineano che Serhou ha l’ossessione dei miglioramenti ma certo, i tifosi tifano Zirkzee, e qualcuno spera in Sesko, David, Gyokeres o Gimenez.

JD E GLI ALTRI — David e Gimenez sono nella lista del Milan da tempo. Santiago Gimenez, messicano del Feyenoord, e Viktor Gyökeres, svedese dello Sporting, però costano molto. Diciamo come e più di Zirkzee. Jonathan David invece è un attaccante che piace da tanto. Già un’estate fa era nella lista di Pioli e, un anno dopo, le condizioni sono ancora più vantaggiose. Il suo contratto scade nel 2025 e le valutazioni più credibili parlano di 20-25 milioni. Il Lilla non può pretendere la luna. Forse, nemmeno uno spicchio.
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view post Posted: 5/5/2024, 09:09     Bremer risponde a Lukaku, Kristensen e Chiesa sbattono sui legni: Roma-Juve finisce 1-1 - Juventus Football Club
Juve, Chiesa e McKennie dal 1' con la Roma. Out Alex Sandro, Alcaraz possibile sorpresa
In avanti con Vlahovic parte favorito l'ex Fiorentina: Yildiz, Kean e Milik si candidano per uno spezzone di partita
3 maggio 2024 MILANO - La Juve vede a un passo la certezza di partecipare alla prossima Champions League: l’unico vero grande obiettivo della stagione. Ai bianconeri basterebbe vincere contro la Roma nel prossimo turno: qui, però, arriva subito il difficile, considerato che la squadra di Allegri non ottiene il massimo bottino da quasi un mese. L’ultimo successo della Juve risale al 7 aprile: 1-0 contro la Fiorentina, allo Stadium. E in tre mesi è successo solo un’altra volta, sempre a Torino: contro il Frosinone, tra l’altro con una rete all’ultimo secondo del match, in pieno recupero. L’ultima volta che i bianconeri hanno vinto in trasferta è stato il 21 gennaio, nella sfida di Lecce. Poi il vuoto. E in quel vuoto hanno abbastanza compromesso il percorso in campionato, staccandosi totalmente dall’Inter e perdendo anche la seconda posizione in favore del Milan. Insomma, Roma-Juve non sarà scontata.

VERSO LA ROMA — Dopo due giorni di riposo concessi ai suoi, Allegri dalla ripresa ha provato a riempiere di motivazioni l’avvicinamento alla gara dell’Olimpico. Lì per i bianconeri sarà anche una sorta di prova generale per la finale di Coppa Italia, in programma il 15 maggio e l’ultima occasione per rimettere le mani su un trofeo dopo due anni di digiuno. La concorrenza stimola e il gruppo al completo apre diversi potenziali ballottaggi. McKennie e Chiesa su tutti proveranno a riprendersi la maglia da titolare, ma non è escluso che Allegri vada avanti con Weah sulla fascia destra. A protezione di Szczesny, dovrebbero esserci come sempre Gatti, Bremer e Danilo, in mezzo Locatelli e Rabiot. Fuori dai giochi Alex Sandro, ko per sovraccarico al soleo della gamba destra. Da comprendere la posizione di Cambiaso: nel caso in cui giocasse ancora da mezzala, McKennie resterebbe ancora fuori; se venisse confermato sulla fascia destra farebbe la staffetta con Weah; se venisse dirottato a sinistra finirebbe per escludere Kostic. In avanti con Vlahovic parte favorito Chiesa: ma Yildiz, Kean e Milik si candidano per almeno uno spezzone, come Iling. Possibile sorpresa? Alcaraz dal primo minuto.
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Con la Roma il primo match ball: se la Juve vince conquista il primo obiettivo stagionale
All'Olimpico i bianconeri possono già conquistare l'ingresso nella nuova Champions League: mancano 6 punti per l'aritmetica certezza
4 maggio 2024 MILANO - Domani sera la Juve potrebbe tagliare il suo primo traguardo stagionale con l'agognato ritorno in Champions League dopo l'anno in punizione senza Europa. Con relativa ricca iniezione per le casse societarie e conseguente possibilità di entrare nel vivo della pianificazione della prossima stagione, mercato compreso. Il sospirato lieto evento bianconero si realizzerà se la squadra vincerà nel posticipo domenicale dell'Olimpico, superando la Roma come già fece nell'andata nella gara decisa dal gol di Rabiot su assist di Vlahovic.

LA SITUAZIONE — Un risultato che potrebbe peraltro assumere importanza nel calcolo degli scontri diretti in caso di arrivo in parità delle due squadre nella classifica finale. Ma andiamo con ordine: attualmente le squadre potenzialmente in grado di arrivare nei primi cinque posti, quelli che danno diritto alla Champions sono 7, comprese nella forbice fra 89 e 56 punti. Tolta l'Inter scudettata, restano 4 posti e 6 squadre: il Milan (70), la Juve (65), il Bologna (64, una gara in più), la Roma (59), l'Atalanta (57, ma con una gara in meno) e la Lazio (56, una gara in più).

IL MATCH BALL — Facendo due conti, se la Juve supera la Roma fresca di k.o. casalingo col Bayer si porta a quota 68, ed anche ipotizzando che non conquisti alcun punto nelle ultime tre gare potrebbe essere scavalcata da Bologna e Atalanta, ma non dai giallorossi che al massimo la affiancherebbero al quinto posto con lo stesso punteggio. Ed i risultati degli scontri diretti premierebbero comunque i bianconeri.

RUSH FINALE — Ma quello contro la Roma sarà solo il primo matchball della squadra di Allegri, cui mancano di fatto 6 punti nelle prossime 4 sfide (fra cui i due scontri diretti con Roma e Bologna) per essere certa dell'approdo in Champions. Nel rush finale infatti l'avversaria su cui fare la corsa resterebbe la Roma: in caso di en plein di vittorie di tutte le pretendenti, i giallorossi arriverebbero a 71 punti, sei in più rispetto agli attuali 65 della Juve. Ma con una vittoria domenica...
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view post Posted: 5/5/2024, 09:05     Juve, un piano per la coppia dei sogni: soldi dai giovani per affiancare Zirkzee a Vlahovic - Calciomercato juventino
Juve, un piano per la coppia dei sogni: soldi dai giovani per affiancare Zirkzee a Vlahovic
Più avanti del Milan, ma occhio all’Arsenal. Le cessioni di Huijsen, Soulé e Iling Junior finanzierebbero l’arrivo del “9” dal Bologna
3 maggio 2024 MILANO - Metti insieme la classe di Joshua Zirkzee con il senso del gol di Dusan Vlahovic. Cocktail giovane ed esplosivo. Quella della Juventus è più che una pazza idea, un progetto che stuzzica in vista dell’estate. Il d.t. Cristiano Giuntoli si è iscritto alla corsa per l’attaccante del Bologna, per il quale il Bayern vanta un diritto di riacquisto (40 milioni) e una percentuale sulla rivendita (intorno al 40%), e nelle ultime settimane è risalito nelle preferenze del 22enne olandese a suon di contatti. Il primo risultato, seppur ancora parziale, è che la Juve ha guadagnato le prime posizioni nei pensieri di Zirkzee e del suo entourage. Ora come ora, la Signora è diventata la squadra italiana che occupa la prima fila nella griglia. I bianconeri, stando a quanto filtra dai salotti delle trattative, sono segnalati davanti al Milan, ma sempre tallonati dall’Arsenal.

FINANZIAMENTO GIOVANE — Il Gran Premio Zirkzee è soltanto ai primi giri: c’è ancora spazio per sorpassi e controsorpassi nei prossimi mesi. Tanto che alla Continassa non si fanno ancora troppe illusioni. Zirkzee, però, nella lista attaccanti di Giuntoli c’è. E i bianconeri, in attesa che la Champions diventi ufficiale e che il mercato entri nel vivo, hanno pensato anche un piano di massima per provare a giocarsi fino in fondo le carte per l’olandese. L’idea principale non sarebbe quella di cedere Vlahovic, per il quale si continua a ragionare sul rinnovo di contratto, bensì quella di sacrificare i gioiellini. Se la salvezza del Genoa ha già garantito alla Juve gli 8 milioni più 2 di bonus del riscatto automatico di Koni De Winter, un altro tesoretto potrebbe arrivare dagli addii di Dean Huijsen (attualmente in prestito alla Roma) e Matias Soulé (oggi al Frosinone). Senza dimenticare Samuel Iling Jr che, a differenza degli ex compagni, quest’anno è rimasto alla corte di Allegri. Su Huijsen sono in pressing Borussia Dortmund e Newcastle: valutazione 30 milioni. Una cifra simile – e forse pure qualcosa di più - potrebbe arrivare dall’Inghilterra per Soulé. In Premier potrebbe tornare anche Iling, valutato 15 milioni e col contratto in scadenza nel 2025. Incastri possibili, non ancora certezze. Ma maggio è ancora un mese di valutazioni approfondite e di piani A, B e C (in lista resiste sempre anche Morata). Zirkzee è il primo e anche quello con la concorrenza più ricca (Arsenal). A livello economico, i Gunners sono favoriti: 60 milioni non sono un problema per il club di Arteta. Occhio però alla variabile allenatore. In caso di eventuale separazione da Max Allegri, il nome più chiacchierato per i bianconeri resta Thiago Motta, il mentore di Zirkzee.

PROGETTO — Fin qui le strategie di mercato. Ma a livello tecnico, come possono coesistere Zirkzee e Vlahovic? Molto dipenderebbe dalla guida del futuro. Se fosse Allegri e se non si dovesse cambiare modulo, restando col 3-5-2 attuale, l’olandese agirebbe da vero e proprio partner di DV9, ma con compiti diversi. Zirkzee, abilissimo nel “pulire” le palle in uscita, sarebbe la punta designata a ricevere per creare gioco, mentre Dusan potrebbe sfruttare la sua dote migliore, l’attacco alla profondità. Di sicuro, sarebbe una coppia ben differente da quella odierna, composta dal serbo e Chiesa, ala adattata al ruolo di seconda punta. Zirkzee è un giocatore più abile dell’azzurro nel dialogo e nelle connessioni con il resto della squadra, DV9 compreso. Se, invece, la Juve dovesse cambiare volto, passando al 4-2-3-1, l’olandese giostrerebbe quasi da trequartista. D’altronde, già oggi al Bologna Joshua è molto più di un centravanti. Negli schemi di Motta, infatti, è un regista d’attacco. Lo dicono pure i numeri: Zirkzee ha cifre molto più alte degli attaccanti della Serie A per sponde (2,44 a partita), passaggi positivi (20,46), dribbling riusciti (1,59), occasioni create (1,31). Mentre Vlahovic, da vero numero nove “classico”, è decisamente sopra media in altri dati come tiri (3,59 a partita, di cui 1,28 nello specchio, 1,34 fuori e ben 2,76 da dentro l’area), fuorigioco (0,45) e conclusioni di testa (0,72). Se il calcio fosse aritmetica, sommando le doti di Zirkzee a quelle di DV9, avremmo l’attacco ideale. Il campo, però, ha logiche tutte sue, a volte pure imponderabili. Ecco perché saranno fondamentali il progetto tecnico-tattico e le idee della Juve del futuro.
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