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Fenomenologia dell'interista

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view post Posted on 8/1/2009, 11:27     +1   -1

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Centenario Inter - Fenomenologia dell’interista
Eurosport - ven, 07 mar 17:55:00 2008
100 anni di Inter e 100 anni di tifosi interisti:
una specie ricca di sfaccettature ma assolutamente inconfondibile
Moratti, da Angelo a Massimo
Peppino, il numero uno dei tifosi

Non nascondiamocelo, il tifoso interista è un po’ masochista. Vive l’incostanza della propria squadra in maniera viscerale, somatizzando il somatizzabile sino a un parossismo che ha pochi rivali nel mondo del calcio. Certo, l’animale nerazzurro persegue la vittoria ma tutto sommato è cosciente del gusto agrodolce di certe sconfitte che fanno male ma hanno anche una sfumatura affascinante.

Più perde e più diventa interista, più si attaglia ad una condizione di compiaciuta sofferenza. L’interista è bauscia per definizione, rigorosamente con la dieresi sulla lettera u. Bauscia vuol dire saliva in milanese ma anche e soprattutto fanfarone, sbruffone come indicano i dizionari. Il tifoso nerazzurro trova sempre un alibi, una giustificazione, un punto di vista che gli consenta di riconsiderare un autogol segnato, una partita storta, una stagione disastrosa. Per molti anni l’estate è stata la stagione più bella dell’interista, quella in cui sistematicamente era unanimemente riconosciuto come campione d’Italia, a volte anche d’Europa. Re del mercato in estate, l’ottimismo in qualche stagione non ha scollinato il mese di novembre.

Mantova, il 5 maggio, il Villarreal, La figuraccia di Valencia e Liverpool non hanno scalfito minimamente l’identità nerazzurra e l’impressione è che se passi forche caudine di quel genere con la fede intatta puoi sopportare qualsiasi cosa. Come per esempio la cessione ai cugini del centrocampista più forte del mondo, Andrea Pirlo, in cambio di quel "fenomeno" chiamato Guglielminpietro.

Quando è in apnea l’interista tira fuori il jolly, la carta dell’immacolata carta d’identità. "Mai stati in B" è il refrain che qualsiasi interista ha decantato almeno 100 volte nella vita. La considerazione immediatamente successiva è di tipo quasi filosofico: meglio vivere grandi picchi e grandi flop o è meglio vivere nella terra di mezzo? Disquisizione di lana caprina probabilmente ma è quasi inevitabile provare un sentimento di simpatia mista a compassione nei confronti del nerazzurro medio.

L’interista è in osmosi con la sua squadra, è deferenza allo stato puro nei confronti del tifo. In fondo come dice Severgnini: "L’Inter è una forma di allenamento alla vita. E’ un esercizio di gestione dell’ansia, e un corso di dolcissima malinconia".




VEDI SIMILI : L'analisi dell'interista

Edited by Acebascior - 24/1/2009, 13:25
 
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foreverdiablo
view post Posted on 24/1/2009, 11:58     +1   -1




chapeau.
 
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billino
view post Posted on 20/8/2012, 22:18     +1   -1




Descrizione feroce, ma perfetta.
 
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2 replies since 8/1/2009, 11:27   2186 views
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