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L'ADHD non esiste, è' una grande bufala per patologizzare l'infanzia

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view post Posted on 25/1/2016, 13:32     +1   -1
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L'ADHD non esiste, è' una grande bufala per patologizzare l'infanzia
Sul letto di morte dell'inventore dell'ADHD ha confessato:"L'ADHD è una malattia fittizia e priva di basi reali". Lo psichiatra americano Leon Eisenberg, classe 1922 e figlio di emigrati ebrei russi lo ha ammesso prima velatamente all'età di 87 anni, sette mesi prima di morire, e poi, in modo drammatico, quando esalava l'ultimo respiro, a conferma che ci teneva a togliersi di dosso quella cosa che ormai lo rodeva dal rimorso.

Alla luce delle acquisizioni delle Avanguardie Scientifiche delle Neuroscienze e della Fisica e prendendo atto della confessione dell'inventore dell'ADHD sul fatto che si tratta di una sindrome inesistente, sono ancora più felice di affermare quanto sostenevo da tempo: i cosiddetti "ADHD" così come i cosiddetti “disturbi dell’apprendimento” sono stati una mera creazione di “etichette” ai fini di patologizzazione forzata dell’infanzia ad utilità del sistema sanitario e delle multinazionali farmaceutiche.



Le difficoltà dei bambini nell'apprendimento non sono patologie, ma semplicemente manifestazioni di un disagio e di un blocco... di un empasse motivazionale che ha origini emotive ed energetiche, Si tratta di un malessere interiore che si riflette simultaneamente sul piano della comunicazione sinaptica neuronale come “impaccio” nel funzionamento del sistema neurologico a causa di una situazione conflittuale interiore, di uno scompenso energetico che attraversa il campo vibrazionale dell'individuo. Mai dobbiamo dimenticare che emozioni-cervello-organi sono simultaneamente in continua interazione…

Si tratta di manifestazioni assolutamente temporanee che si sciolgono quando:aumenta l'autostima e ritorna la fiducia in se stessi... si ristabilisce un equilibrio energetico… si risolvono o si riparano situazioni conflittuali e di tensione che stanno in sottofondo e creano sofferenza, più o meno consapevolmente.

Quando si manifestano difficoltà di apprendimento e agitazione motoria esiste infatti di fondo un qualche "trauma" emotivo, registrato nell'inconscio più o meno in profondità, connesso ad una situazione scioccante o conflittuale. Questo Shok emotivo viene automaticamente associato all'apprendimento e biologicamente attiva un blocco delle funzioni in presenza di contesti restrittivi o autoritari...

Tutti i cosiddetti “disturbi dell'apprendimento” sono quindi espressioni di un malessere generato da possibili differenti fattori o dalla copresenza di essi:


• contesto sociale aggressivo, superficiale, ansiogeno in cui viviamo…: questo crea nel bambino la sensazione di essere minacciato e non al sicuro e biologicamente si attiva uno stato di allarme che si esprime in eccesso di movimento e di agitazione…
•ambiente scolastico spesso particolarmente autoritario, competitivo o noioso, che costringe il bambino a stare in posizioni statiche per ore... : questo crea interiormente un conflitto di impossibilità motoria... Per nessun bambino è naturale restare più di 4 ore nello stesso ambiente e passare 1 ora seduto senza potersi muovere liberamente.
• didattica standardizzata ed omologante ,che non rispettano la creatività ed il different-thinking e non valorizza le naturali predisposizioni…: questo comporta l’impossibilità per il bambino di potersi avvicinare con i suoi tempi all’esplorazione della conoscenza e di poter avanzare prima con ciò che gli da più autostima e sicurezza, con i propri talenti individuali.
• situazioni familiari in cui si vivono momenti difficili, di preoccupazione per la sopravvivenza o per la salute, dove spesso regna la tensione, il giudizio, la critica, il rimprovero continuo, l’interventismo…: questo che fa sentire il bambino non adatto, inadeguato, senza possibilità di potersi rilassare nemmeno nel proprio territorio…
•esperienze traumatiche e dolorose che, se non elaborate e trasmutate, bloccano nel tempo le funzioni della comunicazione, la possibilità quindi di esprimersi e lasciare emergere il proprio segno/suono nel mondo, (scrivendo o leggendo) perché attivo un conflitto interiore, una tensione che ruba energia, una paura di sbagliare o di essere giudicati o paragonati... Spesso queste manifestazioni sono anche la risposta biologica sensata per dire che qualcosa non va, per chiedere aiuto, per chiamare attenzione sulla propria sofferenza.

Di fatto ogni bambino è per natura assolutamente curioso e predisposto ad apprendere... sempre che si senta sereno. In ogni caso i bambini, così come tutti gli Esseri Umani, manifestano difficoltà quando non sono sereni e non si sentono a loro agio.

Ma se e quando si tranquillizza il bambino, lo si rassicura, gli si fa comprendere che lui non ha proprio nulla di sbagliato... quando si risolvono le cause primarie delle tensioni (spesso in primis negli adulti che si relazionano con lui) e gli si offre un contesto di apprendimento creativo, senza tensioni e senza competizione, con tutto il tempo per lui necessario... insomma quando si crea intorno a lui un ambiente gioioso, dove sentirsi a suo agio e imparare divertendosi, nella maggioranza dei casi tutti quelli che vengono definiti "disturbi dell'apprendimento e dell'attenzione" (che ribadisco sono pseudo-diagnosi con cui si "etichettano" i bambini, spesso cristallizzando il loro disagio ed il loro senso di inadeguatezza) se ne vanno così come si sono manifestati...

E' sempre possibile aiutare i bambini che sono stati etichettati attraverso un percorso di de-patologizzazione che prevede una didattica creativa e di allenamento grammaticale cinestesico e divertente, a recuperare l'autostima e la fiducia in sé stessi, la motivazione intrinseca all'apprendimento e la voglia di esplorare il Sapere e la Conoscenza con i propri tempi, senza fretta e senza ansie, con Gioia e Amore

CONFESSIONE SHOCK DI EISENBERG PADRE DELL'ADHD
"L'ADHD è una malattia fittizia e priva di basi reali", ha confessato lo psichiatra americano Leon Eisenberg, classe 1922 e figlio di emigrati ebrei russi. Lo ha fatto prima velatamente all'età di 87 anni, sette mesi prima di morire, e poi, in modo drammatico, quando esalava l'ultimo respiro, a conferma che ci teneva a togliersi di dosso quella cosa che ormai lo rodeva dal rimorso.

PESANTE CONDANNA DEL RITALIN
La Commissione consultiva nazionale svizzera sull'etica biomedica (NEK, Presidente: Otfried Höffe) ha aspramente commentato l'uso del Ritalin, il farmaco per l'ADHD. Nel suo scritto del 22 novembre 2011 intitolato "Il miglioramento dell'uomo mediante agenti farmacologici", ha affermato che il consumo di medicinali altera il comportamento del bambino senza portare alcunché di utile. Si provoca così, una interferenza nella libertà e nei diritti del bambino perché gli agenti farmacologici inducono cambiamenti comportamentali, ma non educano il bambino stesso a realizzare tali cambiamenti in modo autonomo.

DUE TONNELLATE/ANNO DI FARMACI FASULLI NELLA SOLA GERMANIA
Occorre tener presente che di questa pseudo-malattia si parla da ben 40 anni. All'inizio come reazione ipercinetica dell'infanzia, e in questi ultimi decenni come ADHD. L'uso di farmaci per l'ADHD in Germania è aumentato in soli diciotto anni da 34 kg (nel 1993) a un record di non meno di 1760 kg (nel 2011), che rappresenta un aumento di 51 volte tanto nelle vendite! Negli Stati Uniti un ragazzo su 10 ingoia tutti i giorni un farmaco per l'ADHD su una base quotidiana.

CHE DIRE DELLA FULMINANTE CARRIERA DI EISENBERG
Una carriera notevolmente rapida. La sua creazione a tavolino ha portato a un vertiginoso aumento delle vendite. Eisenberg ha servito nel Comitato per il DSM V e per l'ICD XII, e nell'American Psychiatric Association dal 2006 al 2009. Ha ricevuto il premio Ruane per la ricerca psichiatrica su bambini e adolescenti. È stato un leader in psichiatria infantile per più di 40 anni per il suo lavoro in studi farmacologici, ricerca, insegnamento e politica sociale e per le sue teorie sull'autismo e la medicina sociale.

LEGAMI CON L'INDUSTRIA FARMACEUTICA E CON LA CIA
È stato pure membro nel 2006 dell'Organizing Committee for Women and Medicine Conference, alle Bahamas, con la Josiah Macy Foundation. E questa Fondazione ha organizzato conferenze con agenti dell'intelligence dell'OSS, e della CIA come Gregory Bateson e Heinz von Foerster. Tali gruppi hanno commercializzato la diagnosi di ADHD a servizio del mercato farmaceutico e fabbricato su misura per lui un sacco di propaganda e di pubbliche relazioni. È questo ciò che lo psicologo americano Lisa Cosgrove e altri investigatori hanno trovato sui legami finanziari tra i membri del gruppo del DSM-IV e l'Industria farmaceutica.

DSM SIGNIFICA PSICHIATRIA MONDIALE
Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, noto anche con la sigla DSM derivante dall'originario titolo dell'edizione statunitense Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, è uno dei sistemi nosografici per i disturbi mentali più utilizzato da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo, sia nella clinica che nella ricerca.

MEMBRI DEL DSM LEGATI ALL'INDUSTRIA FARMACEUTICA
Hanno trovato che dei 170 membri del pannello del DSM, ben 95 (il 56%) avevano una o più associazioni finanziarie con le aziende dell'industria farmaceutica. Il 100% dei membri dei pannelli sui Disturbi dell'umore, la schizofrenia e altri disturbi psicotici avevano legami finanziari con le aziende farmaceutiche. I collegamenti sono particolarmente forti in quelle aree diagnostiche dove i farmaci sono la prima linea di trattamento per i disturbi mentali.

GROSSI SOTTOBANCHI E PARTECIPAZIONI AGLI UTILI
E per la prossima edizione del manuale, la situazione è invariata. Lo stesso vocabolario della psichiatria è ora definito a tutti i livelli dall'industria farmaceutica, ha detto il dottor Irwin Savodnik, assistente professore clinico di psichiatria presso l'Università della California di Los Angeles. Questa gente è pagata profumatamente. Il vicedirettore dell'unità di psicofarmacologia pediatrica al Massachusetts General Hospital e professore associato di psichiatria presso la Harvard Medical School, tanto per fare un esempio, ha ricevuto un milione di dollari in guadagni dalle aziende di farmaci tra il 2000 e il 2007.

BAMBINI DATI IN PASTO ALLE SOCIETÀ FARMACEUTICHE
Ora nessuno può tacitare quanto affermato da Eisenberg. Una vera e propria mina sotto i piedi di una Sanità sempre più corrotta. Il compito di psicologi, educatori e medici non è quello di mettere i bambini sotto farmaci, dandoli in pasto alle società farmaceutiche. Ritorniamo piuttosto al principio di base che è quello di far acquisire al bambino responsabilità personale sotto una guida esperta, come la famiglia e la scuola, dove dovrebbe essere in grado di crescere, anche mentalmente.

Da un articolo di Moritz Nestor, pubblicato il 12/6/13
INTERESSANTE LEGGERE GLI INFIORATI E CERVELLOTICI REPORT MEDICI, SU UNA PATOLOGIA INESISTENTE
ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder), è la sigla della sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in alcuni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini. Un disturbo eterogeneo e complesso, multifattoriale che nel 70-80% dei casi coesiste con uno o più altri disturbi come il disturbo oppositivo-provocatorio, i disturbi della condotta, i disturbi specifici dell'apprendimento (dislessia e disgrazia), i disturbi d'ansia, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo da tic, il disturbo bipolare.

FARMACI PRESCRITTI E ASSUNTI ANCHE DA BAMBINI ITALIANI
Per la normalizzazione del comportamento di alcuni pazienti iperattivi e con deficit d'attenzione si sono rivelati efficaci, unitamente a terapie comportamentali, a cambiamenti dello stile di vita e ad interventi psicoterapeutici anche trattamenti con farmaci contenenti metilfenidato e atomoxetina. L'8 marzo 2007 l'Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato l'uso di tali presidi terapeutici anche in Italia. Nel nostro paese gli adolescenti e i bambini in cura, ad aprile 2010, erano circa 1600.

IPOTESI DI RITO E AUTENTICHE BALLE SU FATTORI CAUSANTI
Una specifica causa dell'ADHD non è ancora nota. Ci sono tuttavia una serie di fattori che possono contribuire a far nascere o fare esacerbare l'ADHD. Tra questi ci sono fattori genetici e le condizioni sociali e fisiche del soggetto. Secondo la maggior parte dei ricercatori e sulla base degli studi degli ultimi quarant'anni il disturbo si ritiene abbia una causa genetica. Studi su gemelli hanno evidenziato che l'ADHD ha un alto fattore ereditario (circa il 75% dei casi). Altri fattori sono legati alla morfologia cerebrale, o anche possono essere legati a fattori prenatali e perinatali o a fattori traumatici. L'ADHD si presenta tipicamente nei bambini. Si stima che, nel mondo, colpisca tra il 3% e il 5% dei bambini. Si stima che il 4,7% di statunitensi adulti conviva con l'ADHD.

STIMOLAZIONI ANFETAMINICHE
I farmaci stimolanti usati sono il metilfenidato (Ritalin, Metadate, Concerta), le dextromethamphetamine (Dexedrine e Desoxyn), le anfetamine (Adderall) e le lisdexamfetamine (Vyvanse). Questo tipo di farmaci incrementano il livello di dopamina e creano dipendenza. Atomoxetina (Strattera) e Guanfacina (Intuniv) sono i soli farmaci non stimolanti approvati per la cura dell'ADHD.

UN CLAMOROSO CASO DI DISEASE-MONGERING
L'ADHD sarebbe dunque una delle varie sindromi scoperte e introdotte nel prontuario negli ultimi 50 anni con modalità arbitrarie, vale a dire in base non a rigidi criteri neurologici, ma in base a criteri comportamentali, ossia morali. Secondo questa impostazione, che si rifà alle teorie di Thomas Szasz, l'ADHD sarebbe un disturbo non solo senza vere e proprie basi fisiologiche, ma anche senza una sintomatologia chiara e univoca. I critici più estremisti insinuano che questo sarebbe un caso di disease-mongering, ripreso negli anni '80 dal passato per creare un nuovo mercato di farmaci.

NON DIMENTICHIAMOCI DI THOMAS SZASZ
Due parole su Thomas Szasz (1920-1912), possono essere a questo punto illuminanti. Filosofo e pschiatra statunitense di origine ungherese Thomas Szasz, eroe della libertà, pionere della critica dell’istituzione psichiatrica e massimo rappresentante del movimento anti-psichiatriatrico, queste le sue credenziali.

PENSATORE LIBERTARIO CON MOLTE OPERE MERITEVOLI DI ESSERE LETTE
Eminente pensatore libertario, della vasta bibliografia di Szasz sono stati pubblicati in Italia numerosi libri, tra i quali “Legge, libertà e psichiatria” (Giuffre’), “I manipolatori della pazzia” (Feltrinelli), “La schiavitù psichiatrica” (Il Saggiatore), “Disumanizzazione dell’uomo. Ideologia e psichiatria” (Feltrinelli), “Il mito della droga: la persecuzione rituale delle droghe, dei drogati e degli spacciatori” (Feltrinelli), “Il mito della psicoterapia: la cura della mente come religione, retorica e repressione” (Feltrinelli), “Sesso a tutti i costi: l’allarmante verità sulle odierne terapie sessuali” (Feltrinelli), “Schizofrenia: simbolo sacro della psichiatria” (Armando), “Farmacrazia: medicina e politica in America” (Spirali).

IL MITO DELLA MALATTIA MENTALE
Nel saggio “Il mito della malattia mentale” del 1961, Szasz espone la sua tesi di fondo, che contesta i fondamenti epistemologici del concetto di malattia mentale. Egli analizza la struttura ideologica della psichiatria e ne mette a nudo le contraddizioni. Szasz sostiene che l’espressione “malattia mentale” sarebbe una combinazione internamente incoerente di un concetto medico e uno psicologico, ma sarebbe popolare perché legittima l’uso della psichiatria per controllare e limitare la devianza dalle norme sociali.

CONCLUSIONE
La medicina* ancora una volta, non ne viene fuori affatto bene. Come inventi una malattia inesistente, trovi immediatamente degli apparati istituzionali pronti a sniffare il business e quindi a captare il progetto e a costruirci sopra fantasiose eziologie, derivazioni genetiche, implicazioni auto-immuni, con tanto di inserimento nei testi universitari e nei repertori medici"

ECCO COME DISTRUGGIAMO LE MENTI DEI NOSTRI BAMBINI:
"Sono una pedagogista-docente e mi occupo di formazione oramai da diversi anni. Troppo spesso però vedo una situazione che non posso più tacere, anche se non è la prima volta che ne parlo. Sono molto indignata per la facilità con cui i nostri bambini vengono giudicati e “torturati” psicologicamente. E non sto esagerando! Perché la tortura non è solo quella fisica, ma anche e ai nostri giorni soprattutto, quella psicologica.

Viviamo in una società molto superficiale, dove i tempi frenetici e la poca pazienza che abbiamo nei confronti dei nostri bambini e delle nostre bambine ci spingono a conclusioni affrettate sulle loro potenzialità e capacità cognitive, purché ci sollevino dall’incombenza di seguirli negli studi.

Troppo spesso i genitori mi portano i loro figli emotivamente avviliti, psicologicamente affranti, demotivati e senza più la minima autostima di se stessi. Arrivano da me dicendomi che il loro bambino o la loro bambina hanno difficoltà nello studio; che piangono perché non vogliono studiare; che non vogliono andare a scuola. Me li portano dicendomi che l’insegnante gli ha detto che sicuramente hanno qualche problema cognitivo, e quando arrivano da me hanno già fatto percorsi con il logopedista e, il più delle volte, il medico gli ha certificato un ritardo nell’apprendimento. Ma sapete una cosa? Nel 99% dei casi il bambino o la bambina non hanno niente, recuperando nel giro di un anno scolastico tutte le carenze!

Mi sono chiesta più volte se voi vi foste mai domandati come reagiscono i vostri figli a tutte queste chiacchiere non vere sulla loro capacità di apprendimento. Vi siete mai chiesti cosa provano? Come stanno? Cosa pensano di tutte quelle ricerche mediche e quelle esercitazioni alienanti alle quali vengono sottoposti, anche solo perché hanno una pessima scrittura? Vi siete mai chiesti guardando la calligrafia di un medico se anche lui fosse disgrafico?

Ve lo dico io cosa pensano i nostri figli! Pensano di essere inferiori, di essere diversi, stupidi, non capaci come i loro compagni di classe. E la loro psiche lentamente cambia e diventa brutta. Perdono la loro autostima, diventano tristi, paurosi e a scuola non rendono più, non si sentono capaci e si convincono di non riuscire negli studi; dentro di loro si domandano perché devono continuare a studiare, perché devono andare a scuola, a cosa serve… perché la scuola non brucia!

Io sono molto indignata con insegnanti impreparati nella didattica che si sentono in diritto di diagnosticare senza averne la competenza. Sono molto indignata con la connivenza di medici psichiatri che devono trovare necessariamente un’anomalia in un bambino che ha solo bisogno di essere rispettato nei suoi tempi di apprendimento, mentre la loro diagnosi è basata su statistiche (vi ricordo che Albert Einstein ha mostrato la sua genialità solo all’università, risultando terribilmente carente in tutti i precedenti corsi di studi, soprattutto in matematica; e nonostante oggi si dica che fosse dislessico, niente e nessuno allora, fortunatamente, gli ha impedito di credere in se stesso e di diventare ciò che tutti noi conosciamo). E vogliamo parlare dei logopedisti che uccidono il pensiero del bambino tediandolo con tanti esercizietti che allontanano sempre più il piccolo dalla scuola? E tutto questo pur di non ammettere che quel paziente non ha bisogno del loro aiuto, ma solo di una efficace didattica che loro ignorano completamente.

Ma è tutto un sistema di scarica barile: l’insegnante ai genitori, i genitori al medico, il medico al logopedista e il logopedista sul problema diagnosticato dal medico che purtroppo si può migliorare, ma non curare. E non c’è la cura semplicemente perché non c’è la malattia!

Ma sono indignata anche con voi genitori! Che non avete la pazienza di ascoltarli, i vostri figli; che li imboccate come se fossero sempre piccoli, senza svezzarli nel rapporto e nella loro continua e costante crescita di competenze. E questo è un ERRORE grave, molto grave, perché non permettete loro di crescere, di sviluppare indipendenza, di conquistarsi quel pezzettino di mondo a scuola che solo a loro appartiene. Non avete voglia di seguire e capire i cambiamenti che la scuola li costringe a sviluppare, non avete la voglia di capire che il vero problema potrebbe essere nel rapporto con voi, con la maestra o con i compagni di classe. Perché è così: quasi sempre il problema scolastico ha le sue profonde radici nel rapporto umano.

Allora non distruggiamo la mente e la vitalità dei nostri figli. Abbiate il coraggio e l’umiltà di valutare il vostro rapporto, di considerare quello che la maestra ha con vostro figlio o vostra figlia, prima ancora di intraprendere un percorso diagnostico, che in quanto tale, nella mente del bambino riporta sempre e comunque a una malattia e quindi a una diversità dai compagni di scuola. Ricordandovi inoltre che oggi quella che viene comunemente definita dislessia il più delle volte è un abuso di terminologia e medicalizzazione su bambini sanissimi, per questione di business. Non confondiamo le difficoltà didattiche e di rapporto con la scusa della malattia, una malattia che nessuno ha organicamente riscontrato e che si basa solo su statistiche. Eviteremo così di crescere bambini insicuri, ribelli, aggressivi, svogliati, tristi, spaventati e senza autostima"


"ADHD: UN FALSO PARADIGMA

PROIETTATO NELLE MENTI DI UNA GENERAZIONE..."

Dott. Richard Saul, Neurologo
"Neppure un solo individuo è affetto da "adhd", neppure la persona che trova quasi impossibile prestare attenzione o stare fermo"! Lo afferma Richard Saul, Neurologo.

Nel clima di assistenza sanitaria di oggi, dove l'uso dei farmaci di prescrizione si è moltiplicato, sta diventando sempre più importante mettere in discussione i professionisti medici sulle diagnosi che non disdegnano...

E 'altrettanto importante mettere in discussione la propria fede nella farmacologia come la soluzione ai problemi di salute che abbiamo di fronte oggi.

Dobbiamo mettere in discussione le etichette che abbiamo posto su noi stessi e sui nostri figli.

Un bambino su nove, tra i nostri figli, è etichettato con "ADHD"...

Un paradigma molto fuorviante è stato imposto nella mente del pubblico ed è stato agevolato attraverso l'istituzione medica occidentale negli ultimi tre decenni.

Questa mentalità ingannevole sta portando molti bambini a essere etichettati con ADHD, che sta per "disturbo da deficit di attenzione e iperattività". Questo "disturbo" inventato si è trasformato in una mania nel 21 ° secolo, ed sempre più bambini sono sottoposti a medicalizzazioni, iter diagnostici e a pericolosi farmaci stimolanti.

ADHD, termine coniato da “American Psychiatric Association and Statistical Manual” nel 1980 come "disturbo da deficit di attenzione", da allora è salito alle stelle. Nel 2003, 7,8 per cento dei bambini sono stati etichettati con ADHD, e entro il 2011, quel numero spillo al 11 per cento.

Questo falso paradigma viene ora piantato nella mente di uno ogni nove figli.

Due terzi delle diagnosi sono nei ragazzi. Si tratta di una tendenza allarmante di una diagnosi errata, soprattutto quando farmaci come Adderall e Ritalin sono prescritti.

Più un bambino prende questi farmaci, più si svilupperanno una tolleranza di loro, che può portare a una dipendenza pericolosa spirale.

Nuovo libro scritto dal neurologo Richard Saul fa luce sulla situazione: “L’ADHD non esiste: La verità sul deficit di attenzione e iperattività", è frutto del lavoro di mezzo secolo del dottor Saul e della sua esperienza come medico curante.

Nelle sue parole, "Non un singolo individuo - nemmeno la persona che trova quasi impossibile a prestare attenzione o stare fermo - è afflitto dalla malattia chiamata ADHD come definiamo oggi."

Saul testimonia che innumerevoli pazienti, solo perchè manifestavano periodi brevi di attenzione, sono andati da lui con l'etichetta ADHD già scritta nelle loro menti, chiedendo farmaci come Adderall e Ritalin. Saul ha riconosciuto i problemi di fondo che possono essere risolti senza l'etichetta ADHD e la successiva somministrazione di psicofarmaci del paziente.

"L'ADHD è un grande scusa", dice Saul. "La diagnosi può essere una stampella per raggiungere-facile. Inoltre, c'è un elemento interessante per una diagnosi di ADHD, soprattutto negli adulti - può essere eccitante pensare a se stesso come coinvolto in molte cose in una volta, piuttosto che bloccato in un solco noioso ".

Saul relè che i suoi colleghi medici si sono affrettati a prescrivere i farmaci stimolanti Ritalin e Adderall, perché i pazienti soddisfacevano i criteri di una "due minuti lista di controllo."

Metodo di Saul comporta il trattamento di situazioni e singoli sintomi dei pazienti senza farmaci

Ma il dottor Saul ritiene che l'ADHD fittizio è in realtà un insieme di sintomi, non una malattia. Egli ritiene che l'ADHD dovrebbe essere presa dalla diagnostica della American Psychiatric Association and Statistical Manual. Egli ritiene che i sintomi dovrebbe essere affrontati in modo olistico. Invece di guardare iperattività, irrequietezza e mancanza di concentrazione come un grumo "malattia," Saulo delinea le cause, i metodi e le soluzioni alternative per le persone che lottano per concentrarsi e prestare attenzione.

In un esempio, Saul ha detto al New York Post di una ragazza che era in cura per l'ADHD perché era dirompente in classe perché non riusciva a vedere la lavagna. Alla fine, tutto quello che serviva erano occhiali.

L'INVENTORE DELL'ADHD: L'ADHD E' UNA MALATTIA FITTIZIA
La Commissione consultiva nazionale svizzera sull'etica biomedica (NEK, Presidente: Otfried Höffe) ha aspramente commentato l'uso del Ritalin, il farmaco per l'ADHD, nel suo scritto del 22 novembre 2011 intitolato "Il miglioramento dell'uomo mediante agenti farmacologici", in cui afferma che il consumo di agenti farmacologici altera il comportamento del bambino senza alcun contributo da parte sua: si ottiene, così, una interferenza nella libertà e nei diritti del bambino perché gli agenti farmacologici inducono cambiamenti comportamentali, ma non arrivano ad educare il bambino su come realizzare questi cambiamenti in modo autonomo.

Il bambino viene così privato dell'essenziale esperienza di apprendimento su come agire autonomamente, con conseguente notevole limitazione della sua libertà e alterazione del proprio sviluppo della personalità.

I critici allarmati per il disastro Ritalin ricevono ora supporto da una fonte del tutto inaspettata: il settimanale tedesco Der Spiegel ha citato nella sua storia di copertina del 2 febbraio 2012 lo psichiatra americano Leon Eisenberg. Nato nel 1922, figlio di immigrati ebrei russi, era il "padre scientifico dell'ADHD" e ha affermato all'età di 87 anni, sette mesi prima della sua morte, nella sua ultima intervista: "L'ADHD è un ottimo esempio di una malattia fittizia".

Dal 40 anni, però, la "malattia" di Leon Eisenberg infesta i manuali diagnostici e statistici, prima come " reazione ipercinetica dell'infanzia", ora come "ADHD". L'uso di farmaci per l'ADHD in Germania è aumentato in soli diciotto anni da 34 kg (nel 1993) a un record di non meno di 1760 kg (nel 2011) – che è un aumento di 51 volte tanto nelle vendite! Negli Stati Uniti un ragazzo di dieci anni su 10 già ingoia un farmaco per l'ADHD su una base quotidiana. Con una tendenza crescente.

Cosa dire del "padre scientifico dell'ADHD"?
La sua carriera fu notevolmente ripida, e la sua malattia "fittizia" ha portato a un vertiginoso aumento delle vendite. Eisenberg ha servito nel "Comitato per il DSM V e per l'ICD XII, e nell'American Psychiatric Association" dal 2006 al 2009, e ha ricevuto il "premio Ruane per la ricerca psichiatrica su bambini e adolescenti". E' stato un leader in psichiatria infantile per più di 40 anni per il suo lavoro in studi farmacologici, ricerca, insegnamento e politica sociale e per le sue teorie sull'autismo e la medicina sociale...

E' stato un membro del "Organizing Committee for Women and Medicine Conference", alle Bahamas, dal 29 novembre al 3 dicembre 2006, per la Josiah Macy Foundation (2006)". La Josiah Macy Foundation ha organizzato conferenze con agenti dell'intelligence dell'OSS, e della CIA più tardi, come Gregory Bateson e Heinz von Foerster durante e molto tempo dopo la seconda guerra mondiale.

Tali gruppi hanno commercializzato la diagnosi di ADHD al servizio del mercato farmaceutico e fabbricato su misura per lui un sacco di propaganda e pubbliche relazioni. È questo ciò che lo psicologo americano Lisa Cosgrove e altri investigatori hanno trovato nel loro studio sui legami finanziari tra i membri del gruppo del DSM-IV e l'Industria farmaceutica.

Hanno trovato che dei 170 membri del pannello del DSM, 95 (il 56%) avevano una o più associazioni finanziarie con le aziende dell'industria farmaceutica. Il 100% dei membri dei pannelli sui 'Disturbi dell'umore', la 'schizofrenia e altri disturbi psicotici' avevano legami finanziari con le aziende farmaceutiche. I collegamenti sono particolarmente forti in quelle aree diagnostiche dove i farmaci sono la prima linea di trattamento per i disturbi mentali". E per la prossima edizione del manuale, la situazione è invariata. "Lo stesso vocabolario della psichiatria è ora definito a tutti i livelli dall'industria farmaceutica" ha detto il dottor Irwin Savodnik, assistente professore clinico di psichiatria presso l'Università della California di Los Angeles.

Questo è ben pagato. Un solo esempio: il vicedirettore dell'unità di psicofarmacologia pediatrica al Massachusetts General Hospital e professore associato di psichiatria presso la Harvard Medical School ha ricevuto "1 milione di dollari in guadagni dalle aziende di farmaci tra il 2000 e il 2007". In ogni caso, nessuno può facilmente aggirare la testimonianza del padre di ADHD: "L'ADHD è un primo esempio di una malattia fittizia".

Il compito di psicologi, educatori e medici non è quello di mettere i bambini sotto farmaci solo perché l'intera società non può gestire i prodotti delle teorie sbagliate di qualcuno, dandoli così in pasto alle società farmaceutiche. Ritorniamo piuttosto al principio di base che è quello di far acquisire al bambino responsabilità personale sotto una guida esperta – come la famiglia e la scuola: In questi campi, il bambino dovrebbe essere in grado di crescere, anche mentalmente.

L'INVENZIONE DELLE MALATTIE
Vi sono imprese farmaceutiche che sponsorizzano l’invenzione di nuove malattie e di nuovi metodi di cura per crearsi un nuovo mercato. Sì, avete letto bene, inventano nuove malattie! Anch’io in un primo momento ho creduto che fosse una frase ‘d’effetto’ invece, ahimè, sembra proprio una sconvolgente realtà. Almeno secondo Jorg Blech, noto giornalista specializzato nella trattazione di argomenti scientifici, con il suo best-seller ‘Gli inventori delle malattie’, rivela come la nostra salute rischia di essere svenduta e come possiamo cercare di tutelarci contro questo grave pericolo.

Le case farmaceutiche e i gruppi d’interesse che operano in campo sanitario inventano le malattie, e la malattia diventa un prodotto industriale. Si sta sempre più diffondendo nel mondo quella che viene chiamata: medicalizzazione sociale. Più che reclamizzare farmaci si fa invece pubblicità alle malattie! "Vendi una malattia se vuoi vendere dei farmaci!"

Un’alleanza con medici, industrie farmaceutiche e pazienti dà corpo all’utopia dell’uomo perfetto. Farmaci per la gioia di vivere vengono consumati da persone sane che ambiscono a stare meglio di quanto già non stiano. Da anni il numero di questi prodotti farmaceutici è aumentato di molto: abbiamo preparati per migliorare il metabolismo del cervello, gli psicofarmaci, gli ormoni, i preparati a base di vitamina A ed anche la tossina del batterio chiamato botulino, i quali servono per migliorare la salute e l’aspetto fisico di consumatori che cercano spasmodicamente di stare meglio. Si è fatto della salute una condizione che ormai più nessuno può più sperare di avere.

L’industria farmaceutica spende ogni anno da 8000 a 13.000 euro per ogni singolo medico per operazioni di marketing, affinché i medici prescrivano i farmaci e i prodotti delle varie case farmaceutiche; i medici che lavorano in laboratorio e quelli che svolgono la loro attività negli ospedali devono continuamente sopportare l’assedio a cui i rappresentanti delle varie aziende li sottopongono. Grazie ad Internet oggi le case farmaceutiche hanno a disposizione un mezzo ideale per entrare in rapporto con i potenziali pazienti in maniera ancora più efficace. Il giro d’affari non è a ‘sei zeri, ma a sette!

L’aumento delle diagnosi nei paesi industrializzati ha assunto attualmente dimensioni grottesche. I medici dicono di aver individuato nell’ Homo Sapiens l’esistenza di circa 40.000 differenti malattie, sindromi e disturbi …! Per ogni malattia c’è una pillola, e sempre più spesso, per ogni nuova pillola c’è anche una nuova malattia. Così gli inventori di malattie guadagnano denaro –molto!- alle spalle di persone, il più delle volte sane, alle quali fanno credere di essere malate. Questi ‘inventori’ traggono grande vantaggio dal fatto che in realtà dispongono del monopolio delle informazioni nel campo dell’educazione sanitaria.

Anche i bambini ormai sono rimasti dentro ad un meccanismo che ha pochi scrupoli, una cosa è certa , sottolinea Blech, gli inventori di malattie ce la mettono tutta a presentare come psichicamente disadattati, disturbati o malati quanti più bambini e ragazzi possono. Sembra che a volte siano sufficienti determinate condizioni di vita – esempio separazione dei genitori – per fare di un ragazzo un malato. E’ noto da tempo che i ragazzi possono soffrire a causa della separazione dei loro genitori, ma possiamo veramente dire che una sofferenza del genere rappresenti una malattia a sé stante?

Ogni giorno vi sono in Germania 50.000 bambini ai quali vengono somministrati farmaci affinché stiano tranquilli e attenti a scuola. Questi farmaci dovrebbero combattere una ‘malattia’ che sembra diffondersi come un’epidemia: la sindrome da deficit di attenzione (Attention Deficit Disorder = ADD che sovente sembra che si accompagni all’iperattività = ADHD). Col numero delle diagnosi cresce anche il numero dei bambini che consumano questi farmaci : RItalin e Medikinet.

L’autorità federale preposta al controllo degli oppiacei, fa sapere che in questi ultimi anni è improvvisamente aumentato in Germania il consumo di metilfenidato e di una sostanza ad esso analoga chiamata desedrina, che esercitano una notevole influenza sul comportamento degli scolari che hanno difficoltà di apprendimento. Sostanze considerate alla stregua di uno stupefacente. Questo stimolante ha effetto sul cervello e aumenta la capacità di concentrazione.

Mentre nel 1993 sono stati impiegati 34 chilogrammi di questo elemento, nel 2001 ne sono stati consumati 693 kg con un incremento in un decennio di più di venti volte!!

Nel 1970 negli Stati Uniti il numero dei ragazzi a cui venivano somministrati psicofarmaci perché avevano un comportamento ribelle a scuola o in famiglia, variava da 200.000 a 300.000. Da allora il numero è continuamente cresciuto, il Ritalin è divenuto sinonimo di psicofarmaco per ragazzi.

Non tutti però condividono – per fortuna! –la credenza che a lungo termine il metilfenidato aiuti effettivamente i ragazzi a studiare meglio. Da una ricerca effettuata risulta che il trattamento con questa sostanza non porta nel tempo né migliori prestazioni scolastiche, né ad un comportamento socialmente più accettabile …. Mentre è ormai certo che il metilfenidato lascia tracce durevoli nel cervello anche perché i farmaci spesso modificano le condizioni in cui si sviluppa il cervello dei bambini.

Questo farmaco di per sé allevia la fatica ai genitori e agli insegnanti, deresponsabilizzandoli e spostando il problema sul bambino anzichè analizzare il metodo didattico o la propria capacità empatica di mettere il bambino nelle condizioni di sentirsi a suo agio e di avvicinarsi senza ansie, con gioia e con la sua naturale curiosità e motivazione intrinseca, all’esplorazione del sapere e quindi all’apprendimento.

Sia una diagnosi certificata che un farmaco tolgono la responsabilità anche al soggetto etichettato di porre rimedio alla propria condizione in quanto il disagio o il blocco vengono cristallizzati dal pensiero-fissazione di avare un problema e dall’etichetta attribuita attraverso un pregiudizio o una diagnosi.

Si può essere di aiuto ai ragazzi anche senza ricorrere ai farmaci, ad esempio apportando alcuni cambiamenti alle abitudini quotidiane. Al riguardo possiamo citare l’esempio di un giovanotto inglese che, verso la fine del XIX secolo, andava a scuola e secondo i criteri di oggi si sarebbe potuto classificare come iperattivo. Per poter sfogare il surplus di energia che sentiva dentro di sé, il giovanotto ottenne dai suoi insegnanti il permesso di compiere dopo ogni ora di lezione un giro di corsa attorno all’edificio scolastico. In questo modo il tran tran quotidiano diventava sopportabile, tanto a lui quanto ai suoi insegnanti. In seguito, comunque, egli rinunciò del tutto all’attività sportiva. Si chiamava Winston Churchill.

Tornando in specifico ad alcune malattie più frequenti, nel testo di Blech ci sono anche riferimenti sull’esagerato allarme che viene fatto sulla ipertensione anche se, stando al parere di alcuni medici, "Le persone veramente malate di ipertensione sono solo una piccola parte del gran numero degli ipertesi".

Ma come si stabiliscono i limiti dei fattori di rischio?
Ecco come si procede di solito. Un valore di laboratorio è misurato ad un numero di persone considerate sane, ad esempio a donatori di sangue, a reclute o a studenti dell’Istituto superiore dello sport. Poi si calcola la media dei valori misurati. Il 95% dei valori che si colloca intorno alla media è definito arbitrariamente come ‘normale’. Invece il 5% che sta al di sopra o al di sotto della media è classificato come ‘irregolare’ anche se le persone che corrispondono ai valori suddetti sono sane.

Per aumentare ulteriormente i propri guadagni, le case farmaceutiche non si limitano ad influenzare i medici ed i ricercatori. Sempre più spesso si rivolgono direttamente al potenziale cliente – noi – cercando di far nascere il bisogno di essere curato.

La medicina moderna fa credere sempre più, all’uomo che la natura lo affligge con malattie sempre nuove, che peraltro possono essere guarite solo dai medici … Secondo Voltaire invece, l’arte del medico consisterebbe nell’intrattenere il paziente fino al momento in cui la Natura lo guarisce.

Nel testo sono riportate anche notizie che hanno del ‘comico’ se non fossero di per sé tragiche. A pag. 104 si legge: L’elenco dei cosiddetti fattori a rischio diventa ogni giorno più lungo e, ogni nuovo elemento che vi si aggiunge lo rende sempre meno credibile.

Ad esempio, le donne dovrebbero rimanere incinte in giovane età per evitare de essere affette da tumore al seno. Però per non essere affette da cancro all’utero dovrebbero restare vergini. Ma le donne che non fanno figli sono esposte al rischio di ammalarsi di cancro al colon !?!!

Il libro di Blech ha dell’incredibile se non avesse a fine di ogni capitolo, precisi riferimenti e descrizioni che indicano da dove provengono le fonti delle affermazioni da lui riportate … Tutto sembra essere proprio terribilmente vero

Detto questo, personalmente mi unisco a quanto affermato dal biologo Bruce Lipton riguardo alla figura del medico:" Ho grande rispetto del medico come uomo che lavora con impegno nel prendersi cura delle persone che stanno male, ma è la loro formazione professionale e mentale che critico."

E, secondo voi, con quello che avete letto finora, chi è che provvede alla formazione mentale e professionale dei medici? Tenete bene a mente questa risposta perché più avanti potrà esservi molto utile per capire come mai Hamer, che ha scoperto le cinque leggi biologiche che spiegano come e perché avvengono le malattie, è così inviso e contestato.

Pensate lui ha scoperto delle leggi biologiche che sono uguali per tutti, uomini donne e bambini di qualunque età e RAZZA. Per questo fatto NON ha brevettato nulla, NON ha inventato nulla, il che vuol dire che ogni volta che qualcuno fa riferimento a ciò che lui ha SCOPERTO, ogni volta che qualcuno mette in atto le 5 leggi biologiche per capire ed aiutarsi a guarire, Hamer NON GUADAGNA NEANCHE UN CENTESIMO! Come mai dunque ce l’hanno così tanto con lui da continuare a perseguitarlo da anni ? Qualcosa mi sfugge…
 
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view post Posted on 10/6/2023, 21:03     +1   -1

Livello Arruabarrena

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Vorrei vederti al mio posto, se scriveresti ancora kilometri di stronzate. Vorrei provassi un po a vivere nei panni miei, e scrivere in cosa consiste veramente e cosa allora consideri essere la tua condizione.
 
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1 replies since 25/1/2016, 13:32   284 views
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