Nessun gol, un super Sportiello ferma la Juve. E mezzo Milan si prende un puntoLa sfida per il secondo posto finisce senza gol. Il portiere rossonero, titolare dopo il forfait di Maignan, decisivo almeno tre occasioni27 aprile 2024 TORINO - La Juventus e il Milan non sanno più vincere e lo hanno dimostrato una volta di più nello scontro diretto dell’Allianz Stadium. Pareggio senza reti (0-0) e con poche emozioni, quasi tutte concentrate nella ripresa grazie all’assalto dei bianconeri. I rossoneri, incerottati dalle squalifiche post derby con l’Inter (out Theo, Tomori e Calabria) e dal forfait nel riscaldamento di Maignan, ringraziano Sportiello, reattivo e decisivo. La Signora non riesce a sfondare nonostante una ripresa più coraggiosa grazie all’inserimento di Chiesa. Alla fine il Milan - ultimo successo il 6 aprile contro il Lecce - consolida il secondo posto. Mentre la Juventus, che non vince dal 7 aprile con la Fiorentina, non accorcia in classifica e adesso rischia di essere agganciato dal Bologna, impegnato con l’Udinese.
AFFONDI — Allegri rilancia Yildiz in coppia con Vlahovic, mentre Pioli parte con il trio Pulisic, Loftus-Cheek, Leao alle spalle di Giroud. Ma nel primo tempo sono soprattutto le difese – e la fase difensiva – delle due squadre ad aver la meglio sui rispettivi attacchi. Un po’ le assenze del Milan (a partire dallo squalificato Theo Hernandez) e un po’ il momento delicato di entrambe: nei primi 45 minuti il tatticismo e la chiusura degli spazi prevale sullo spettacolo. I bianconeri provano a liberare tra le linee Yildiz e Cambiaso, pericoloso quando trova varchi per tentare il tiro come in un paio di occasioni fuori bersaglio. Vlahovic, seguito in tribuna dal c.t. della Serbia Dragan Stojkovic, si muove molto, ma raramente viene servito in zone calde. I rossoneri, trovando pochi spazi centralmente, cercano di sfondare a sinistra puntando sugli uno contro uno di Leao. Il portoghese, spesso triplicato i marcatura (a Gatti si aggiungono Cambiaso e Weah), non ha i metri davanti a sé per sgasare e fatica a trovare lo spunto nello stretto. Così l’occasione migliore arriva da fermo. Una punizione di Vlahovic, da posizione simile al gol di Cagliari, obbliga Sportiello ad allungarsi e sveglia l’Allianz Stadium, fino a quel momento un po’ insonnolito dalla partita.
RABBIA VLAHOVIC — Sportiello è decisivo anche a inizio ripresa prima su Kostic e poi su Danilo. Dopo l’ora di gioco Allegri ridisegna la Juventus inserendo Chiesa, McKennie e Milik al posto di Kostic, Weah e Vlahovic. Ma il numero nove non prende per niente bene il cambio. Al rientro in panchina, DV9 scaglia per terra tutto quello che trova, lancia un’occhiataccia anche in direzione di Allegri, però poi rientra negli spogliatoi con la borsa del ghiaccio sul ginocchio. Pioli risponde con Bennacer al posto di Adli, Okafor per Giroud e nel finale inserisce anche Chukwueze e i 2005 Bartesaghi e Zeroli. Cambiano le squadre e a guadagnarci è soprattutto la Juventus grazie alla freschezza di Chiesa. I bianconeri si rendono pericolosa con due sgommate di Federico a sinistra: sulla prima Sportiello respinge il colpo di testa di Milik e sulla seconda Thiaw salva con il volto su Rabiot. In mezzo uno strappo di Leao a tagliare la difesa bianconera.
gazzetta.itAllegri: "Il futuro? Di sicuro non c'è niente... Abbiamo due obiettivi e sono entrambi vicini"Il tecnico bianconero dopo il pari col Milan: "A calcio si può giocare in tanti modi e non c’è un modo solo per vincere. C’è una rosa che va valutata, questo lo deve fare la società, io devo solo pensare al finale di stagione"27 aprile 2024 MILANO - "Mi hanno sempre insegnato che di sicuro non c’è niente". Dopo il pari interno col Milan, nella sfida terza contro seconda del campionato, il discorso col tecnico della Juventus Massimiliano Allegri non può che scivolare sul futuro, e su quanto cambierebbe raggiungendo i due obiettivi della qualificazione alla Champions League e della vittoria della Coppa Italia: "Io sono molto contento di quello che hanno fatto i ragazzi fino a ora. Abbiamo due obiettivi, tutti e due abbastanza vicini - ha detto l’allenatore al microfono di Dazn -. Rispetto al passato, alla finale di Coppa Italia e la Supercoppa già giocate in questo triennio, speriamo di essere bravi e un pizzico più fortunati per vincere. Ai ragazzi non posso rimproverare niente: non è facile giocare in questi momenti alla Juventus, per loro è un momento di crescita perché sono periodi pesanti".
IL GIOCO — Parlando sempre di futuro, e alla possibilità di vedere una Juventus provare un calcio diverso se restasse lui sulla panchina bianconera, Allegri ha lasciato la palla alla società sulle strategie: "Io sono un amante dei giocatori tecnici, sono cresciuto con un allenatore che non mi ha mai parlato di un modulo ma solo di tecnica dei giocatori: sulla squadra del futuro dovete chiedere alla società, io devo solo pensare al finale di stagione. Cerco di mettere in campo le migliori formazioni soprattutto per dare equilibrio alla squadra. Serve la fiducia che danno le vittorie, nel secondo tempo abbiamo giocato con fiducia, sono molto contento della prestazione. Poi a calcio si può giocare in tanti modi e non c’è un modo solo per vincere, c’è una rosa che va valutata: questo lo deve fare la società".
OCCASIONI PERSE — Sull’andamento della partita col Milan, il rammarico è per le palle gol non sfruttate: "Nel girone di ritorno abbiamo perso tante partite creando tante occasioni, sempre 4-5-6 chance per fare gol, anche martedì a Roma. Poi dobbiamo migliorare sui passaggi e sbagliarne di meno: ci stiamo lavorando". Su come i cambi hanno rinvigorito la Juventus: "Le partite durano 90-100 minuti e quelli che entrano a partita in corso possono dare una mano: a Roma chi è entrato ci ha fatto passare il turno e oggi chi è entrato ci poteva far vincere la partita, abbiamo avuto occasioni favorevoli ma non le abbiamo sfruttate".
CHIESA E YILDIZ - Vlahovic è un argomento a parte, di certo l’impennata nel finale ha avuto anche la firma di Federico Chiesa: "In uno contro uno col difensore più stanco ha avuto buone possibilità. Come gli ho detto, deve migliorare quando riceve palla con spazio davanti: deve fare il primo controllo verso l’avversario per mettersi in movimento". Ma non sconfessa la scelta di Yildiz: "Federico attacca la profondità, Kenan è più bravo nel palleggio: come gli dai palla la stoppa perché è un giocatore di grande tecnica, molto bravo. Poi il Milan è calato e con questi giocatori che sono un misto tra tecnica e velocità abbiamo creato situazioni favorevoli".
gazzetta.itMai in stagione Vlahovic era stato sostituito così presto: la rabbia al momento del cambioIl colpo alla bandierina e il volo della bottiglietta, gli sguardi verso la panchina e nessun contatto col tecnico, che dice: "Non è successo niente, sostituzione normale, Dusan ha fatto bene ma ho fatto il cambio che ritenevo giusto". Ha lottato, ha avuto due palle gol, ma il suo bilancio con le big resta insufficiente27 aprile 2024 MILANO - Così presto, in stagione, Dusan Vlahovic non era mai uscito. Quando ha giocato meno, è perché era entrato a partita in corso. Stavolta il primo cambio di Allegri è stato lui e, in assenza della gioia del gol, l’immagine della sua serata è quella del momento in cui ha lasciato il campo al 62’. Immortalata dalle telecamere: una manata alla bandierina rientrando verso la panchina, le imprecazioni, sguardo verso l'area tecnica juventina cercando di incrociare quello di Allegri, nessun abbraccio né stretta di mano col tecnico, la bottiglietta arrivata da un collaboratore gettata con rabbia a terra prima di togliersi la maglia salendo verso la panchina.
DICE ALLEGRI — Vederlo prendere la via degli spogliatoi con una borsa del ghiaccio sul ginocchio ha fatto pensare a possibili ragioni fisiche dietro alla sostituzione. Deduzione a cui Allegri non ha dato seguito: "E’ una sostituzione normale, avevamo Milik e Kean in panchina e ho scelto Milik. Dusan aveva fatto bene fino a quel momento, poi veniva da tante partite… Altrimenti finiremmo sempre con gli undici giocatori con cui iniziamo. In quel momento avevamo bisogno di gente fresca davanti, il Milan stava alzando il baricentro". E ancora: "Con Vlahovic non è successo niente. Ho fatto un cambio che ritenevo giusto. Ero speranzoso, perché nelle ultime partite i cambi sono stati decisivi. L'importante è che Vlahovic abbia fatto una buona prestazione".
LA PRESTAZIONE — Scelta tecnica dunque. E "ai punti", anche se non nel risultato, è una scelta a cui il campo ha dato ragione perché dopo l’uscita del serbo la Juve è stata brillante come non era stata fin lì. Certo, a dirla tutta anche perché con più giocatori offensivi in campo ha alzato e non di poco il baricentro. Perché Vlahovic non aveva mica giocato male. Nella serata da 18 tiri a 9 della Juve sul Milan, o meglio da 7 tiri a zero in porta, due di queste conclusioni nello specchio sono state di Dusan. Occasioni vere: il tiro a giro dopo 8 minuti che ha esaltato da subito la serata di grazia di Sportiello e soprattutto la punizione di fine primo tempo in cui solo la respinta in tuffo del portiere rossonero gli ha negato il gol.
I NUMERI — Si è abbassato per partecipare al gioco, Vlahovic. Ha lottato, si è dato da fare, ha "combattuto" più duelli di tutti (15), ha avuto un avversario diretto (Thiaw) che ha provato a togliergli più possibile e ha giocato un’ottima partita. L’espressione stupita di Dusan al momento del cambio dice che si aspettava un’altra finale, al di là della sua fame proverbiale e insaziabile. Che negli ultimi due mesi di campionato ha trovato soddisfazione una volta sola, nel gol con cui ha aperto la rimonta di Cagliari, e mai allo Stadium, dove comunque è arrivato un gol non meno importante in Coppa Italia. Resta il miglior cannoniere della Serie A nel 2024. L’unico in doppia cifra. "E allora perché io?", avrà pensato. Perché un’ora non gli è bastata, riaprendo quel vecchio discorso su quanto incida contro le piccole e quanto (molto meno) contro le big.
gazzetta.itAllegri: "Il futuro? Di sicuro non c'è niente... Abbiamo due obiettivi e sono entrambi vicini"Il tecnico bianconero dopo il pari col Milan: "A calcio si può giocare in tanti modi e non c’è un modo solo per vincere. C’è una rosa che va valutata, questo lo deve fare la società, io devo solo pensare al finale di stagione"27 aprile 2024 MILANO - "Mi hanno sempre insegnato che di sicuro non c’è niente". Dopo il pari interno col Milan, nella sfida terza contro seconda del campionato, il discorso col tecnico della Juventus Massimiliano Allegri non può che scivolare sul futuro, e su quanto cambierebbe raggiungendo i due obiettivi della qualificazione alla Champions League e della vittoria della Coppa Italia: "Io sono molto contento di quello che hanno fatto i ragazzi fino a ora. Abbiamo due obiettivi, tutti e due abbastanza vicini - ha detto l’allenatore al microfono di Dazn -. Rispetto al passato, alla finale di Coppa Italia e la Supercoppa già giocate in questo triennio, speriamo di essere bravi e un pizzico più fortunati per vincere. Ai ragazzi non posso rimproverare niente: non è facile giocare in questi momenti alla Juventus, per loro è un momento di crescita perché sono periodi pesanti".
IL GIOCO — Parlando sempre di futuro, e alla possibilità di vedere una Juventus provare un calcio diverso se restasse lui sulla panchina bianconera, Allegri ha lasciato la palla alla società sulle strategie: "Io sono un amante dei giocatori tecnici, sono cresciuto con un allenatore che non mi ha mai parlato di un modulo ma solo di tecnica dei giocatori: sulla squadra del futuro dovete chiedere alla società, io devo solo pensare al finale di stagione. Cerco di mettere in campo le migliori formazioni soprattutto per dare equilibrio alla squadra. Serve la fiducia che danno le vittorie, nel secondo tempo abbiamo giocato con fiducia, sono molto contento della prestazione. Poi a calcio si può giocare in tanti modi e non c’è un modo solo per vincere, c’è una rosa che va valutata: questo lo deve fare la società".
OCCASIONI PERSE — Sull’andamento della partita col Milan, il rammarico è per le palle gol non sfruttate: "Nel girone di ritorno abbiamo perso tante partite creando tante occasioni, sempre 4-5-6 chance per fare gol, anche martedì a Roma. Poi dobbiamo migliorare sui passaggi e sbagliarne di meno: ci stiamo lavorando". Su come i cambi hanno rinvigorito la Juventus: "Le partite durano 90-100 minuti e quelli che entrano a partita in corso possono dare una mano: a Roma chi è entrato ci ha fatto passare il turno e oggi chi è entrato ci poteva far vincere la partita, abbiamo avuto occasioni favorevoli ma non le abbiamo sfruttate".
CHIESA E YILDIZ - Vlahovic è un argomento a parte, di certo l’impennata nel finale ha avuto anche la firma di Federico Chiesa: "In uno contro uno col difensore più stanco ha avuto buone possibilità. Come gli ho detto, deve migliorare quando riceve palla con spazio davanti: deve fare il primo controllo verso l’avversario per mettersi in movimento". Ma non sconfessa la scelta di Yildiz: "Federico attacca la profondità, Kenan è più bravo nel palleggio: come gli dai palla la stoppa perché è un giocatore di grande tecnica, molto bravo. Poi il Milan è calato e con questi giocatori che sono un misto tra tecnica e velocità abbiamo creato situazioni favorevoli".
gazzetta.itMai in stagione Vlahovic era stato sostituito così presto: la rabbia al momento del cambioIl colpo alla bandierina e il volo della bottiglietta, gli sguardi verso la panchina e nessun contatto col tecnico, che dice: "Non è successo niente, sostituzione normale, Dusan ha fatto bene ma ho fatto il cambio che ritenevo giusto". Ha lottato, ha avuto due palle gol, ma il suo bilancio con le big resta insufficiente27 aprile 2024 MILANO - Così presto, in stagione, Dusan Vlahovic non era mai uscito. Quando ha giocato meno, è perché era entrato a partita in corso. Stavolta il primo cambio di Allegri è stato lui e, in assenza della gioia del gol, l’immagine della sua serata è quella del momento in cui ha lasciato il campo al 62’. Immortalata dalle telecamere: una manata alla bandierina rientrando verso la panchina, le imprecazioni, sguardo verso l'area tecnica juventina cercando di incrociare quello di Allegri, nessun abbraccio né stretta di mano col tecnico, la bottiglietta arrivata da un collaboratore gettata con rabbia a terra prima di togliersi la maglia salendo verso la panchina.
DICE ALLEGRI — Vederlo prendere la via degli spogliatoi con una borsa del ghiaccio sul ginocchio ha fatto pensare a possibili ragioni fisiche dietro alla sostituzione. Deduzione a cui Allegri non ha dato seguito: "E’ una sostituzione normale, avevamo Milik e Kean in panchina e ho scelto Milik. Dusan aveva fatto bene fino a quel momento, poi veniva da tante partite… Altrimenti finiremmo sempre con gli undici giocatori con cui iniziamo. In quel momento avevamo bisogno di gente fresca davanti, il Milan stava alzando il baricentro". E ancora: "Con Vlahovic non è successo niente. Ho fatto un cambio che ritenevo giusto. Ero speranzoso, perché nelle ultime partite i cambi sono stati decisivi. L'importante è che Vlahovic abbia fatto una buona prestazione".
LA PRESTAZIONE — Scelta tecnica dunque. E "ai punti", anche se non nel risultato, è una scelta a cui il campo ha dato ragione perché dopo l’uscita del serbo la Juve è stata brillante come non era stata fin lì. Certo, a dirla tutta anche perché con più giocatori offensivi in campo ha alzato e non di poco il baricentro. Perché Vlahovic non aveva mica giocato male. Nella serata da 18 tiri a 9 della Juve sul Milan, o meglio da 7 tiri a zero in porta, due di queste conclusioni nello specchio sono state di Dusan. Occasioni vere: il tiro a giro dopo 8 minuti che ha esaltato da subito la serata di grazia di Sportiello e soprattutto la punizione di fine primo tempo in cui solo la respinta in tuffo del portiere rossonero gli ha negato il gol.
I NUMERI — Si è abbassato per partecipare al gioco, Vlahovic. Ha lottato, si è dato da fare, ha "combattuto" più duelli di tutti (15), ha avuto un avversario diretto (Thiaw) che ha provato a togliergli più possibile e ha giocato un’ottima partita. L’espressione stupita di Dusan al momento del cambio dice che si aspettava un’altra finale, al di là della sua fame proverbiale e insaziabile. Che negli ultimi due mesi di campionato ha trovato soddisfazione una volta sola, nel gol con cui ha aperto la rimonta di Cagliari, e mai allo Stadium, dove comunque è arrivato un gol non meno importante in Coppa Italia. Resta il miglior cannoniere della Serie A nel 2024. L’unico in doppia cifra. "E allora perché io?", avrà pensato. Perché un’ora non gli è bastata, riaprendo quel vecchio discorso su quanto incida contro le piccole e quanto (molto meno) contro le big.
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