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Mancini ci ha preso gusto: steso anche il Milan, la Roma si prende un altro... derby

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view post Posted on 20/4/2024, 14:43     +1   -1
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Mancini ci ha preso gusto: steso anche il Milan, la Roma si prende un altro... derby
Un gol del difensore, come contro la Lazio, regala a De Rossi il primo round dei quarti di finale di Europa League. Ritorno il 18 aprile all'Olimpico
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11 aprile 2024 MILANO - L’inerzia del lussuoso percorso parallelo in campionato da quando alla Roma governa De Rossi, viene spazzata via dal primo round di Europa League. Tra le due bellissime del 2024 soccombe il Milan - sotto gli occhi di Cardinale - e volano i giallorossi. Il punto di rottura è il gol di Mancini – che ci sta prendendo gusto -, ma in generale la Roma ha meritato di uscire col sorriso da San Siro: più organizzata, più lucida, più feroce, più convinta. E anche fortunata, dopo aver visto il destro di Giroud stamparsi sulla traversa a tre respiri dal novantesimo. Che la Roma con DDR sia tornata a divertirsi è ormai cosa nota. Il mistero piuttosto è il Milan, che era altrettanto in salute, se non di più. Eccezion fatta per gli ultimi dieci minuti - i classici giocati di pancia da chi è sotto nel punteggio - quella del Diavolo è stata una prestazione non all’altezza. Un deciso passo indietro rispetto alla squadra che arrivava da sette vittorie di fila, a cui si fatica dare una spiegazione. Di squadra e nei singoli: Dybala ha mostrato a Leao cosa significa giocare per la squadra, Lukaku ha salvato sulla linea e Giroud si è mangiato il pari, giusto per fare due esempi. Pioli voleva portarsi avanti il più possibile all’andata: adesso occorrerà qualcosa di strepitoso all’Olimpico.

LE SCELTE — Pioli e De Rossi non hanno trascorso una vigilia immersi nei dubbi – giusto qualcuno – e hanno optato per le soluzioni che erano già nell’aria: Thiaw preferito a Kjaer, Smalling a Llorente e Spinazzola ad Angelino. Tutto il resto molto nella logica su sponda rossonera: 4-2-3-1 costruito su Bennacer-Reijnders in mediana e Pulisic-Loftus-Leao alle spalle di Giroud. De Rossi invece ha sparigliato tatticamente il copione, disegnando una sorta di 4-4-2 con Dybala a fornire – fra le varie altre cose - assistenza a Lukaku, ma soprattutto allargando Pellegrini a sinistra ed El Shaarawy a destra. Quest’ultima è stata in assoluto la mossa più redditizia perché l’ex rossonero si è in pratica occupato a uomo di Leao, togliendogli metri, respiro, idee e proteggendo quindi Celik, che ha potuto irrobustire i metri più centrali giocando più vicino a Smalling. In pratica una doppia scalata in marcatura che di solito si vede nei momenti di difficoltà, per aiutare il compagno, e che qui invece è avvenuta in modo preventivo. Alla mossa azzeccata da DDR vanno però aggiunti almeno altri due particolari. Il primo: la Roma ha avuto il grande merito di rimanere cortissima anche nei minuti di maggiore pressione milanista, togliendo quasi tutti gli spiragli di luce ai portatori di palla rossoneri. Il secondo: il Diavolo ha dato vita a uno sviluppi del gioco per lo più lento e prevedibile. Ingessato. Spento. Una pecca che non si vedeva da tempo, generata in buona parte da meriti e accortezze avversarie.

SPUNTO — Cristante ha gravitato sulle zolle di Reijnders, Loftus-Cheek ha sbattuto più di una volta contro Paredes e Dybala ha gravitato su un raggio di oltre quaranta metri di campo. Superlativo nel fare uscire la squadra dalla pressione rossonera, nel dare superiorità numerica a centrocampo e nell’appoggiare la manovra, cosa che peraltro non ha mancato di fare anche El Shaarawy: doppia fase sontuosa. A proposito di esterni: il giro palla senza ferocia del Milan ha ovviamente anche cancellato qualsiasi ambizione di dare profondità a Leao, che si è spalmato sul muro eretto da ElSha e Celik, senza trovare supporto da parte di Hernandez, in versione timida timida. Dall’altra parte Pulisic ha goduto di un pelo di libertà maggiore, ma senza trovare lo spunto delle ultime uscite. Il risultato è stato che dalla trequarti rossonera sono piovuti nell’area della Roma un’infinità di cross leggibili, senza una vera idea alla base: buttarla in mezzo giusto per vedere l’effetto che fa. Roma abile a chiudersi ma anche a ripartire, con la cattiveria mancata al Milan e con la lucidità di scegliere quasi sempre l’appoggio giusto. Il primo squillo in realtà è del Milan – Svilar smanaccia via un destro insidioso di Reijnders –, poi il Diavolo deve ringraziare Maignan, che toglie da sotto la traversa un tiro di El Shaarawy sporcato da Gabbia. Al minuto 17 i giallorossi sono passati: angolo di Dybala, Mancini è sfuggito a Loftus-Cheek e ha collocato di testa in porta. Cinque giorni dopo, il déjà-vu del derby. La reazione del Milan è tutta in un doppio colpo di testa di Giroud (21’), sul primo dei quali Lukaku salva sulla linea.

INTERPRETAZIONE — Nella ripresa i rossoneri cercano di premere sull’acceleratore, ma è una pressione sterile, che non appare convinta nell’interpretazione e nell’atteggiamento. Come qualcosa dovuto per contratto, e non la ricerca della ferocia per pareggiare. Svilar infatti resta all’erta ma non viene realmente impegnato e alla Roma ovviamente si spalancano porzioni golose di campo. Cartolina emblematica della serata milanista: dopo una ripartenza giallorossa conclusa da un destro infido di Cristante, Maignan si infuria con Leao - reo di non aver dato copertura - redarguendolo a lungo pesantemente e platealmente. Il Milan è riuscito a dare un cenno di vita con Adli (al posto di Bennacer), a un passo dal jolly di serata con un destro a giro da posizione defilata che Svilar ha deviato con l’aiuto della traversa. Fischi diffusi quando Leao ha lasciato il campo per Okafor. Mani nei capelli invece quando a tre dal novantesimo un numero di Chukwueze ha messo Giroud nelle condizioni migliori possibili a un passo dalla porta: destro violento e palla sulla traversa. Ma non è stata sfortuna: per uno come Oly questi sono gol da fare.
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Pioli: "Irregolare il loro gol e quello di Abraham era rigore. Ma noi poco coraggiosi"
Così l'allenatore rossonero dopo la sconfitta con la Roma: "Non sarà facile ribaltare il risultato. Di arbitri non parlo mai, ma anche il gol nasce da un fuorigioco di Lukaku"
11 aprile 2024 MILANO - Stefano Pioli è amareggiato. Aveva preparato la partita in un certo modo, pronto ad attaccare alto la linea difensiva della Roma, e invece ha subito, è uscito sconfitto e ha incassato un gol pesante in vista della sfida di ritorno. "Siamo stati alti, ma non aggressivi. Un peccato. Avevamo preparato questa sfida in modo totalmente diverso". Questo il pensiero dell'allenatore rossonero, che adesso ha già puntato il Sassuolo e la sfida di giovedì prossimo, dove il Milan è chiamato a vincere.

ARBITRO — Pioli ha fatto leva anche sugli episodi arbitrali. "Non amo parlarne, preferisco discutere di calcio, ma Abraham non ha colpito la palla di testa. L'ha colpita con la mano. E poi l'angolo da cui è nato il gol nasce da un fuorigioco di Lukaku". Poi di nuovo sulla partita: "Abbiamo avuto qualche difficoltà nel primo tempo - ha ribadito Pioli -, avremmo dovuto essere più coraggiosi. Abbiamo creato delle occasioni, ma non ho visto la stessa qualità delle ultime gare. Questa squadra può fare di più, lo so. Non mi aspettavo la sconfitta, il tandem Theo-Rafa ha trovato meno spazio. Non siamo stati precisi, ci è mancato il guizzo".

CHUKWUEZE E LEAO — Capitolo Leao. Il portoghese non ha brillato: "Non mi preoccupa. Mi aspetto orgoglio e forza di volontà in vista del ritorno. Non sarà facile ribaltare questo risultato. Dobbiamo migliorare la prestazione di stasera, assolutamente". Un commento anche sul cambio di Chukwueze, arrivato forse un po' in ritardo: "Da Leao e Pulisic puoi aspettarti una giocata importante in qualsiasi momento. Ho fatto i cambi quando pensavo fosse giusto, comunque".
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La serata no di Leao: San Siro lo fischia, Maignan lo rimprovera. Ma la curva non lo abbandona
Il portoghese è stato fischiato da gran parte dei tifosi al momento del cambio, ma la Sud gli ha dedicato un coro
12 aprile 2024 MILANO - Lo strappo – se davvero di strappo si tratta – si consuma al minuto 78, quando Pioli decide di rinfrescare l’attacco e chiama Leao in panchina per sostituirlo con Okafor. E’ allora che succede quello che non ti aspetti: fischi. Ma tanti fischi, grosso modo da tre dei quattro lati del Meazza. Non si tratta di disapprovazione a macchia di leopardo, qua e là, ma di decibel arrivati a un livello importante.

FISCHI — La prima domanda che si rincorre in tribuna stampa, e anche fra i seggiolini del Secondo Rosso, è: ma i fischi erano per Rafa o per Pioli che ha tolto chi in teoria avrebbe le potenzialità per rimettere la partita in sesto? La domanda è legittima perché se la risposta è la prima, la cosa non può passare inosservata e acquista un determinato peso: Leao è già stato fischiato in passato da San Siro, ma mai con questa intensità. Sensazione? Quei fischi erano più per lui che per Pioli (o magari per entrambi), al termine di una delle prestazioni più grigie di sempre del portoghese in proporzione all’importanza del match. Mai in partita, mai un guizzo, e nemmeno la sensazione che volesse provarci. Rassegnato a rimbalzare contro il muro alzato da un sorprendente El Shaarawy che ha protetto Celik dalle scorribande del 10 rossonero.

DESTINO — A un certo punto della ripresa è arrivato anche il cazziatone di Maignan, che gli ha urlato e gesticolato contro a lungo per non aver seguito una ripartenza giallorossa. Mike si è spinto fino al limite dell’area per dirgliene quattro, senza peraltro ottenere reazioni. Quando ha lasciato il campo sotto i fischi (uscendo molto lentamente, nonostante lo 0-1: anche questo può aver indispettito i tifosi), allora è intervenuta la curva. La Sud ha intonato il coro per Rafa, per non farlo sentire solo e per non lasciare che questa brutta esibizione generasse una condanna plenaria. Ma sono stati fischi che devono aver lasciato il segno nel portoghese, che non si è unito al resto della squadra a fine partita sotto la curva. Certo, questo spesso è il destino di chi ha numeri superiori agli altri, di chi è chiamato a salvare la patria perché ci sono partite in cui il campione deve essere decisivo. Ma c’è di mezzo anche una fetta di popolo rossonero non così esigua che colloca Rafa a prescindere nella casella degli eterni incompiuti. Dove è normale fare la differenza e non è concesso toppare. Per la cronaca, prima di questa partita aveva messo a referto tre gol e due assist nelle quattro uscite precedenti. Insomma, non era latitante. Lui, intanto, nei giorni scorsi si è augurato di giocare altre duecento partite col Milan, ma episodi con proporzioni come quelle di stasera lasciano una certa inquietudine.
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