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Il Milan non c'è più. La Roma in dieci lotta, vince e vola in semifinale

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view post Posted on 20/4/2024, 15:14     +1   -1
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Il Milan non c'è più. La Roma in dieci lotta, vince e vola in semifinale
I giallorossi legittimano la superiorità dell'andata anche nel secondo round, nonostante l'espulsione di Celik dopo mezz'ora. I gol firmati da Mancini, Dybala e Gabbia. De Rossi ora sfiderà il Bayer Leverkusen
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18 aprile 2024 MILANO - Con il cuore, la voglia, soffrendo fino alla fine. E con uno stadio gigantesco, che ha accompagnato fino alla fine la Roma. I giallorossi battono il Milan anche al ritorno, stavolta per 2-1, e volano in semifinale di Europa League, ancora una volta contro il Bayer Leverkusen, proprio come la scorsa stagione. Per i rossoneri, invece, il rammarico di aver giocato per oltre un'ora in superiorità numerica, ma di essere riusciti a segnare (Gabbia) solo a 5' dalla fine. Troppo poco per una squadra con il potenziale dei rossoneri. Troppo bello, invece, dall'altra parte, dove a decidere sono state le reti di Mancini e Dybala ma a festeggiare alla fine c'era anche Ndicka. Dopo la grande paura, una gioia in più.

UNO-DUE — De Rossi conferma il 4-4-2 di San Siro, con El Shaarawy spostato a destra per aiutare a contenere la catena Hernandez-Leao. Pioli, invece, sposta Calabria in mezzo al campo (come all'andata, proprio qui all'Olimpico) e manda Musah a fare l'esterno destro, per sfruttare il mismatch fisico con+ Pellegrini. Ne nasce subito una partita calda, nonostante la pioggia. Anche perché dopo 12 minuti la Roma è già avanti con Mancini (ancora lui, gol dedicato al cognato Mattia Giani), che ribatte in rete un tiro a giro di Pellegrini finito sul palo. L'Olimpico esplode, il Milan si guarda dentro. Anche perché la fortuna non l'aiuta e quando può pareggiare con Loftus-Cheek, il pallone (deviato da Mancini) finisce sulla traversa. Sembra l'inizio di una partita diversa, ed invece sulla ripartenza successiva la Roma raddoppia: spalla a spalla tra Lukaku e Gabbia e cioccolatino di Dybala a girare. In due minuti però la partita cambia ancora: prima Lukaku alza bandiera bianca (dentro Abraham), poi Celik prende il rosso per un fallo da dietro su Leao. E allora il Milan respira, si rianima, capisce che si può ancora fare. Theo e Leao fanno salire i giri, Loftus-Cheek sfiora ancora il gol (ribattuto da Spinazzola), Tomori reclama un rigore per tocco di mano di Smalling (ma il Var sentenzia: c'è prima quello di Giroud). Insomma, sono scintille, con Pioli che aumenta il peso offensivo con Jovic e De Rossi che corre immediatamente ai ripari: dentro Llorente e fuori Dybala e passaggio automatico alla difesa a tre/cinque.

ASSALTO STERILE — Per cercare di riprendere la partita allora Pioli manda dentro anche Chukwueze. Pulisic e Jovic ci provano subito, dall'altra parte Spinazzola spreca una ripartenza d'oro. La batteria offensiva rossonera adesso è al gran completo (Leao, Jovic, Giroud, Pulisic e Chukwueze tutti insieme), ma poi di pericoli veri per Svilar ne arrivano pochi. La pressione rossonera è costante, le idee meno. Anche perché la Roma palleggia bene, trova spesso l'ampiezza e toglie i riferimenti ai rossoneri. Così tanto che la vera palla gol capita ad Abraham, che si divora il 3-0 da dentro l'area piccola. Le ultime carte di Pioli allora sono Okafor e Florenzi (ex capitano romanista, fischiatissimo), ma gli errori in costruzione si sprecano. E nonostante il Milan stia sempre lì, a ridosso dell'area giallorossa, non riesca a passare mai. Ci prova Reijnders da fuori, poi a 5 minuti dalla fine il gol della speranza rossonero: assist di Leao e testa vincente di Gabbia. Prima della fine c'è ancora spazio per un tentativo di Chukwueze e per il rosso a Hernandez, commutato poi in giallo al Var. Finisce così, con l'Olimpico che esplode di gioia e il Milan fischiato dai propri tifosi.
gazzetta.it

Milan contestato sotto la curva, pioggia di insulti: "Fuori i c...". E lunedì c'è il derby
Dopo la sconfitta contro la Roma ai quarti di finale di Europa League, gli ultrà rossoneri hanno contestato duramente i giocatori. E lunedì c'è il derby con l'Inter...
18 aprile 2024 MILANO - Il Milan finisce a rapporto sotto la curva. Dopo la sconfitta ai quarti di finale di Europa League contro la Roma all'Olimpico, i rossoneri sono stati contestati duramente dai tifosi sbarcati nella Capitale per sperare in una rimonta che non è arrivata. Dopo il fischio finale, infatti, gli ultrà hanno contestato la squadra in modo duro, invitando i giocatori a tirar fuori gli attributi in vista della prossima partita ("Fuori i c..." era l'inconfondibile labiale dei capi ultrà). Lunedì 22, infatti, ci sarà il derby contro l'Inter. E i nerazzurri possono diventare Campioni d'Italia con una vittoria. Clima teso in casa Milan. I toni dei tifosi sono stati alti, le parole dure. La sconfitta non è andata giù.
gazzetta.it

Pioli: "Roma più brava di noi, non siamo stati all'altezza. Futuro? Penso al derby"
Così l'allenatore rossonero dopo l'eliminazione: "I tifosi hanno ricordato alla squadra l'importanza del derby di lunedì. Loro hanno messo in campo più qualità di noi"
18 aprile 2024 MILANO - Vinto, eliminato e contestato. Il Milan esce dall'Europa League a testa bassa e con una serie di rimpianti lunga un chilometro. A fine partita lo spicchio dei tifosi rossoneri arrivato a Roma ha contestato duramente la squadra, invitandola a tirar fuori gli attributi in vista del derby di lunedì: "La Roma ha meritato - ha dichiarato Pioli nel post partita -, ha messo in campo più qualità di noi".

DELUSIONE — Così l'allenatore rossonero: "Nel secondo tempo avremmo dovuto segnare subito, ma non ci siamo riusciti. Non siamo stati all'altezza. Pensavo che potessimo giocare meglio e vincere, non sono soddisfatto". Capitolo contestazione. La squadra è andata a rapporto sotto lo spicchio dei sostenitori rossoneri: "Da ciò che mi dicono i tifosi hanno ricordato quanto sia importante il derby di lunedì. Il futuro? Penso alla prossima. Quest'anno nelle competizioni europee siamo stati inferiori alla stagione scorsa, dobbiamo migliorare".

EFFICACIA — E ancora: "Ci è mancata la qualità - ha ricordato Pioli - Non abbiamo creato chiare occasioni da gol, ma dentro l'area serviva più cinismo. Avremmo dovuto essere più intensi, più lucidi. Non ci siamo riusciti. E soprattutto non abbiamo finalizzato. E in occasione del primo gol non abbiamo coperto un inserimento di Mancini. Loro hanno fatto due tiri, in fondo. Hanno avuto più qualità nelle giocate decisive". Capitolo Theo. Il francese non ha giocato una grande gara, come sottolineato in studio durante l'analisi post-gara: "Dopo partite del genere non è giusto parlare di un singolo e di come non ha reso. Dobbiamo dare i giusti meriti alla Roma, ma avremmo potuto e dovuto fare meglio. Alzare il livello. La Roma sta bene e ha qualità, noi non siamo stati efficaci".
gazzetta.it

Leao, un altro flop in una gara che scotta: tutte le contraddizioni di una stella che non brilla
La doppia sfida con la Roma è stata una delle recite più brutte del portoghese in rossonero, nonostante le belle premesse a parole. Tra fischi, ambizioni e una clausola da top player, il portoghese resta un'incompiuta
19 aprile 2024 MILANO - Stefano Pioli ha smarrito, forse definitivamente, i fili con cui manovrare la sua squadra, ma ultimamente ha rimarcato più volte un concetto di una verità assoluta: "Quando le gambe non girano, il più delle volte non è una questione atletica, ma mentale. È la testa che governa i muscoli". La frase è piuttosto utile per ripercorrere la partita di Leao all'Olimpico, dove lo abbiamo visto sbagliare situazioni che nemmeno in Sunday League. Passaggi sbagliati in completa solitudine, cross sbilenchi come se i piedi di Rafa fossero diventati blocchi di cemento e non le pantofole di velluto con le quali siamo abituati a vederlo. Testa, quindi: se dentro non sei sereno, fuori diventa un disastro.

LIVELLO — Il problema, però, è il solito. Ed è ciò che poi gli viene rimproverato da buona parte dei tifosi e degli addetti ai lavori: quando la squadra arranca e non trova l'interruttore, se la luce non la accende colui che ha le qualità maggiori, allora chi deve farlo? Perché è vero che i singoli si esaltano quando il gruppo gira come si deve, ma è vero anche il contrario: ai singoli di alto livello è legittimo chiedere di prendere per mano il gruppo. Dei 180 minuti di Rafa contro la Roma in coppa rimarrà sostanzialmente il rosso provocato a Celik. Il resto è un'infilata di vorrei ma non riesco. Una frustrazione che ha prodotto una sfilza di cross in area banali, un calcio di quarant'anni fa dove le colpe del giocatore e del tecnico vanno a braccetto.

PAROLE DA LEADER — È un peccato anche perché l'approccio del portoghese al secondo round era stato ineccepibile. Intanto era piaciuto il fatto che a parlare accanto a Pioli si fosse seduto la stella della squadra. E poi Rafa aveva detto cose significative sulla gara dell'Olimpico, tipo "abbiamo parlato tutti insieme dopo il Sassuolo, sappiamo l'importanza di questa partita", "giochiamo per tutti noi, se giochiamo bene siamo felici noi. Sono con un grande allenatore e grandi persone qui al Milan". Ma, soprattutto, aveva parlato così di se stesso: "Voglio essere leader sul campo. All'andata sono rimasto deluso perché potevo fare di più, non perché non ci abbia provato. Ma per crescere le critiche ci devono essere". Impeccabile, come il mondo milanista lo avrebbe voluto a Roma, dove l'ultima volta che aveva sfidato i giallorossi aveva segnato un gol clamoroso in semi-rovesciata. Era un Milan che volava, quello, nove punti nelle prime tre di campionato e un orizzonte che nemmeno il peggior pessimista avrebbe potuto immaginare deteriorarsi fino a questo punto.

CONTRADDIZIONI — Leao è stato parte di tutto questo. Con le sue lunghe settimane senza gol, astinenze protratte ben oltre il lecito che l'hanno indispettito, a cui sono seguiti periodi di calcio generoso, bello e produttivo, soprattutto in Europa League prima che arrivasse la Roma. Sullo sfondo rimane quindi la solita domanda: quando, il salto di qualità? Quando, quello step obbligato per correre verso quel Pallone d'oro a cui lui dice di voler ambire? Della stagione di Rafa fin qui restano grandi contraddizioni, il cui culmine nel bene e nel male sono la rovesciata col Psg e i fischi di tre quarti del Meazza al momento della sostituzione nel primo round con la Roma. Restano anche le cartoline di un anno fa, quando Leao trascinò il Diavolo fra le prime quattro di Champions facendo il fenomeno a Napoli. Così come restano tanti altri big match in cui non ha lasciato il segno. Sulla sua testa incombe una clausola da 175 milioni, che fanno chiedere alla gente se si tratti di una cifra congrua per uno come lui. Risposta obbligatoriamente ondivaga: per il Rafa di un anno fa al Maradona assolutamente sì, per quello di ieri all'Olimpico sarebbero soltanto una provocazione. Lunedì arriva un derby che il Milan non può perdere: riuscirci grazie al suo Rafa, sarebbe cosa gradita.
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